“Perfetti sconosciuti” al CineTeatro Lupo di Ribera: una “tranquilla” cena tra amici

secena2Al CineTeatro Lupo di Ribera tante grasse risate, venate di cinismo e cattiveria, nel film “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese con un cast di attori davvero affiatato. Tre coppie più un single: i padroni di casa Marco Giallini e Kasia Smutniak, le altre due coppie sono interpretate da Anna Foglietta e Valerio Mastandrea e da Alba Rohrwacher ed Edoardo Leo, mentre Giuseppe Battiston è l’amico single. Le donne sono arrivate e si sono aggregate dopo, in realtà solo i quattro maschi sono vecchi amici, compagni di scuola,  arrivati alla soglia dei quarantanni.

secenaDopo l’ultimo film di Quentin Tarantino The Hateful Eight, sempre ambientato in un interno claustrofobico dove homo homini lupus è l’unica legge consentita, nel film di Genovese si scandaglino i rapporti umani tra amici con un espediente: vuotare il sacco della propria intimità, ovvero aprire agli altri la scatola nera della nostra vita che è lo smartphone, con sms, whatsapp e lista telefonate incluse. Tutti i telefonini vengono messi sul tavolo in modo che ogni chiamata o messaggio vengano condivisi tra tutti nel corso della cena. Così facendo la cattiveria e il cinismo dei rapporti umani affiora oltre il velo di pudore e riservatezza che contiene il nostro senso di dignità. Non appena ci si mette a nudo un’onda di cattiveria contagiosa si propaga nel gruppo di amici ed emergono tutte le contraddizioni, i segreti inconfessati personali e di coppia. Sembra uno schiticchio nostrano, organizzato in questo caso in un interno, una casa borghese nel quartiere Parioli di Roma, per cenare insieme ed assistere ad un’eclissi di luna.

secena3Il regista Paolo Genovese come sottotitolo per il suo film ha scelto una frase di Márquez: “Ognuno di noi ha tre vite, una vita privata, una vita pubblica e una vita segreta”.
locandina

«C’è in tutti noi una parte inconfessabile, qualcosa di noi che non vogliamo far conoscere agli altri e oggi secondo me questa parte passa attraverso i cellulari. Il film è su questo, su un gioco della verità tra amici che in qualche modo diventa una tragedia. Non sono solo i tradimenti che si svelano nella condivisione dei telefonini, sono anche ossessioni, manie, stranezze, tutto quello che in genere non tiriamo fuori», dice Genovese, autore di commedie come “Immaturi”, “Tutta colpa di Freud”, “Sei mai stata sulla luna?”.

secena4Un film certamente da vedere per sorridere di gusto al di là del velo di ipocrisia che caratterizza le nostre esistenze in società, dove conta più l’apparire che non l’essere. Basta poco comunque per fare esplodere un cumulo di emozioni e di macerie in difesa agguerrita di ciò che credevamo essere il nostro status normale di io e di coppia, mettendo a repentaglio il nostro già precario senso di identità sociale.

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