Calamonaci, al Premio Giovanni Raffiti il teatro di Scarpetta: “Miseria e Nobiltà”.

6Prosegue l’appuntamento con la 4^ Rassegna di Teatro Dialettale Siciliano “Premio Giovanni Raffiti” a Calamonaci, kermesse curata dal direttore artistico Enzo Raffiti e presentata dalla brava Gabriella Omodei. Domenica 27 gennaio, alle ore 21.00, ottavo appuntamento all’ “Aldo Nicolaj” con un classico del teatro napoletano: “Miseria e Nobiltà”, commedia in tre atti di Eduardo Scarpetta, messa in scena dall’Associazione “Amici del Teatro” – Compagnia del Teatro Stabile di Nicolosi.
Come sottolinea nelle sue note illustrative il regista Nuccio Pappalardo, che ha curato l’adattamento in siciliano della pièce, “Miseria e Nobiltà è la commedia-capolavoro di Eduardo Scarpetta, rappresentata per la prima volta a Napoli, al Teatro del Fondo, il 7 gennaio 1888. A distanza di oltre un secolo – continua il regista e attore – l’opera conserva tutta la sua freschezza ed è un classico del teatro brillante perché, come si dice in gergo teatrale, funziona ancora. E funziona, sì, perché scritta da un Autore che era anche grandissimo attore e capocomico e conosceva tutti i segreti dell’arte drammaturgica, tutti i meccanismi della comicità. L’opera è stata anche utilizzata dal cinema e tutti quanti ricordano la magistrale interpretazione del grande Totò, che in quel film del 1954 diede prova del suo inarrivabile talento”.
3L’Associazione “Amici del Teatro” di Nicolosi – come si legge dal sito internet della Compagnia – nasce nell’anno 1971 per iniziativa di un gruppo di amici che condividevano la medesima passione per il teatro, incoraggiati, sollecitati e diretti da Giacomo Antoci che, pervaso dalla stessa passione e portatore di una sua esperienza scenica, costituì il punto di riferimento ed il giusto collante per la nascente Compagnia. Più di trent’anni di attività già trascorsi, hanno permesso a centinaia di giovani e meno giovani di sperimentare frequentazioni teatrali di vario genere. Tanti gli autori rappresentati, dai grandi siciliani Verga, Pirandello e Martoglio, all’altrettanto grande Eduardo De Filippo per le cui opere la Compagnia ha sempre mostrato una particolare predilezione. Senza, però, tralasciare altri autori contemporanei italiani (es. Pippo Spampinato, Nino Mignemi, Renato Fidone, Vittorio Bruno, Samy Fayad, Toni Musumeci, Carlo Mangiù) e stranieri ( Arthur Miller, Andrè Roussin, Angel Guimerà). Numerosi e prestigiosi i riconoscimenti che la Compagnia si è aggiudicata in questi anni, non solo a livello regionale ma anche nazionale.
Questi gli attori che interpreteranno “Miseria e Nobiltà”: Orazio Torrisi (Gaetano Semmolone), Pinella Intili (Gemma, figlia di Gaetano), Andrea Barbagallo (Luigino, figlio di Gaetano), Giovanni Emmanuele (Marchese Ottavio Favetti), Domenico Rizzo (Eugenio, suo figlio), Gianluca Barbagallo (Pasquale, salassatore), Agata Tarso (Concetta, sua moglie), Carmelita Rizzo (Pupella, loro figlia), Nuccio Pappalardo (Felice Sciosciammocca, scrivano), Roberto Prinzi (Peppinello, figlio di Felice), Maria Grazia Torre (Luisella, amante di Felice), Felicita Condorelli (Bettina, moglie di Felice), Bernardo Cosentino (Don Gioacchino), Giovanni Messina (Vincenzo), Fabio Costazza (Biase), Giuseppe Rizzo (Cameriere), Giuseppe Sotera (Cameriere).
LA TRAMA
4Felice Sciosciammocca, la sua amante Luisella e Peppinielo, figlio di Felice, vivono in una camera squallidissima che dividono con Pasquale, la moglie Concetta e la loro figlia Pupella. Sono tutti ridotti alla fame e minacciati di sfratto; vanno avanti impegnando le ultime povere cose di loro proprietà al Monte di Pietà. Improvvisamente per tutti questi disperati si palesa uno spiraglio di fortuna. Infatti il marchesino Eugenio chiede loro di organizzare un imbroglio che consentirà loro di sfamarsi per qualche ora: dovranno travestirsi da nobili, fingersi parenti del giovane e andare a chiedere la mano di Gemma, figlia di Gaetano Semmolone, un ex cuoco diventato ricchissimo. E nel salotto di quest’ultimo si svolge tutta la finzione; una sorta di commedia dentro la commedia, con equivoci e colpi di scena che ricordano le pochades francesi alle quali Eduardo Scarpetta di ispirava.
Calogero Montalbano

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