Caso Pensioni, UIL Pensionati Sicilia: “Gravi errori di Renzi”. Con Crocetta un nuovo percorso per cambiare il Welfare Isolano

Pensioni e decreto sul bonus, rapporto tra sindacati e governo, welfare: ce ne parla il segretario regionale della Uil Pensionati Sicilia Antonino Toscano, che, all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dell’indicizzazione delle pensioni, critica le soluzioni adottate dall’esecutivo Renzi perché “inadeguate e insufficienti a recuperare la perdita del potere d’acquisto in atto ormai da anni”.

Il segretario regionale Uil Pensionati Sicilia Antonino Toscano durante un incontro con i giornalisti
Il segretario regionale Uil Pensionati Sicilia Antonino Toscano durante un incontro con i giornalisti

La Uilp Uil, sia in Sicilia che a livello nazionale, ha criticato aspramente le decisioni di recente assunte dal governo Renzi in materia di pensioni.
Perché, a vostro dire, esse non rispondono a nessuna delle indicazioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale?
Perché la sentenza ripristina un diritto leso ed invita il Governo a restituire quanto indebitamente sottratto ai pensionati: non si può rispondere dando una mancia “una tantum” di 500 euro e solo ad una parte degli aventi diritto. A fronte di questo ulteriore sopruso, abbiamo chiesto un incontro al Governo per trovare le soluzioni che attuino pienamente la sentenza attraverso criteri di giustizia ed equità, e per queste ragioni stiamo manifestando e organizzando sit-in davanti a tutte le prefetture d’Italia, invitando i Prefetti a farsi carico di queste nostre legittime richieste.

I sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, congiuntamente alle sigle confederali e all’ANCI, hanno espresso soddisfazione per l’avvio, in Sicilia, di una nuova stagione di welfare, inaugurata dalla stipula di un protocollo d’intesa con l’assessorato regionale alla Famiglia, attualmente guidato da Bruno Caruso. Di cosa si tratta esattamente?
Ad oggi, in Sicilia purtroppo la risposta ai bisogni in materia di politiche sociali è stata molto carente. Dinanzi alle tante istanze della nostra gente, si è agito in modo inadeguato ed inefficace, perché le poche risorse spese sono servite soltanto a finanziare qualche cooperativa e non hanno mai raggiunto, se non in minima parte, i destinatari ovvero le persone che ne hanno diritto.
Il 12 marzo scorso abbiamo firmato un protocollo d’intesa che, se gestito con impegno e competenza, potrà finalmente dare le risposte che i tanti bisognosi in attesa si aspettano.

Pare dunque di capire, alla luce del ritrovato dialogo con la Regione, che l’istituzione di un fondo per le politiche sociali sia oggi un obiettivo decisamente realizzabile.
La costituzione di un fondo unico, il monitoraggio dei bisogni dei territori, la destinazione mirata con la progettazione consequenziale e la verifica dei risultati raggiunti, sono i contenuti del protocollo che ci consentiranno di spendere bene le tante risorse destinate a questo capitolo.
Siamo ragionevolmente ottimisti, poiché riteniamo che dal dialogo tra sindacati e politica possano, malgrado le posizioni non sempre convergenti, nascere iniziative finalizzate al bene comune.
Diamo atto al governo Crocetta, al quale non abbiamo comunque lesinato critiche in merito a certe scelte riguardanti, per esempio, la formazione, di avere prestato attenzione alla nostra esigenza di vigilare sulla spesa dedicata al sociale, secondo quei criteri di buon senso e trasparenza che di certo il presidente condivide.

A che punto è la spesa dei fondi PAC, il Piano di Azione e Coesione le cui risorse sono destinate sia alla terza età che all’infanzia?
Non possiamo non cogliere l’opportunità di spendere 730 milioni di euro nelle quattro Regioni dell’Obiettivo Convergenza, ovvero Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, dopo essercela conquistata con l’ex ministro Fabrizio Barca.
Fin dall’inizio nel 2013 ci siamo impegnati, assieme alla Prefettura di Palermo, ai funzionari della Regione Siciliana ed all’Anci Sicilia affinché, con le modalità ed i tempi previsti dalle linee guida, si attuassero i progetti.
Settantotto milioni della prima tranche destinati alla Sicilia devono essere spesi entro dicembre di quest’anno: siamo fiduciosi che ciò avvenga perché le difficoltà iniziali legate alla progettazione, approvazione, anticipazione, rendicontazione ed indizione degli appalti sono state superate, pertanto speriamo non ci siano ulteriori intoppi.
Relativamente alla seconda tranche, sono stati già presentati 108 progetti su 110 ed anche in questo caso seguiremo l’iter attuativo.

Al contrario dell’esecutivo Crocetta, che sembra volere recuperare il rapporto con i corpi intermedi, assegnando loro un ruolo di vigilanza sotto il profilo della spesa destinata al welfare, il governo Renzi non lesina invece critiche al mondo sindacale, additandolo talvolta come uno degli ostacoli allo sviluppo del Paese. Come risponde la Uil Pensionati a questi attacchi, e alla proposta di costituire un sindacato unico prendendo spunto dal modello teutonico?
Uno dei tanti errori commessi dal governo Renzi è quello di ritenere che, in un Paese come il nostro, si possa evitare di coinvolgere, nelle scelte importanti, i corpi intermedi. La nostra è una democrazia partecipata e di conseguenza quando ci sono difficoltà è nell’interesse collettivo convocare le parti sociali ed insieme ad esse individuare le soluzioni ed esigere dunque che ognuno, per la sua parte, si assuma le responsabilità che ne conseguono.
E’ così che nel recente passato sono stati affrontati e spesso risolti i problemi del Paese.
Pensare ad un solo sindacato non è rispettoso dei dettati costituzionali ed è inutile pensare che in Italia possa prevalere il pensiero unico a cui sembra ispirarsi il nostro presidente del Consiglio.
Noi siamo molto preoccupati per quello che sta succedendo, la ripresa a cui in questi ultimi tempi si fa riferimento è troppo debole ed è probabilmente dovuta a fattori esterni.
Occorre mettere mano seriamente all’evasione fiscale, alla corruzione, ai costi della politica, soltanto per citare qualcuna delle misure da intraprendere immediatamente e seriamente, per dare una speranza agli italiani, ai nostri figli e all’intero Paese.

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