L’amore puro cantato nella Bohème di Puccini. La gioia dei lettori di SicaniaNews

images (2)La Bohème di Puccini al Metropolitan di New York, per la regia di Franco Zeffirelli, è l’emblema di come un’opera possa colpire ed entrare nel cuore così tanto da far amare per sempre la lirica.
La diretta streaming  al Multisala badia grande di Sciacca ha dato modo agli appassionati del genere e a noi lettori di SicaniaNews di godere delle più grandi rappresentazioni nei maggiori  teatri d’Italia e dell’estero comodamente vicino casa e in tempo reale.

Gli effetti scenici scelti per la Bohème sono stati così accurati e hanno restituito quel senso di continuità del tempo da ricreare la Parigi ottocentesca, nella cui atmosfera lo spettatore si è completamente immedesimato: i sui quartieri artistici, le sue vie, i suoi comignoli, la sua neve, in cui tutto diveniva pulsante di vita, tutto era vita e gridava di amore, passione e arte.

Come dimenticare il duetto iniziale tra Mimì e Rodolfo in cui, da perfetti estranei, i due si innamorarono l’uno dell’altro? L’aria “Che gelida manina” con cui Rodolfo sente nascere quel dolce sentimento per Mimì e con cui le racconta la sua vita bohémien fatta di arte e di espedienti.

scenaIndimenticabile l’interpretazione del tenore Vittorio Grigolo, così come indimenticabile è stata l’interpretazione del soprano Kristine Opolais nei panni di Mimì, dolce, timida, dall’animo fragile eppure piena di forza. Nell’aria “Mi chiamano Mimì” lei racconta a Rodolfo la sua vita semplice di ricamatrice di fiori. La povertà, la malattia, il vivere alla giornata non precludono però lo sbocciare dell’amore fra i due giovani nella fredda e spoglia soffitta, dove Rodolfo vive e che divide con altri artisti: un musicista, un pittore e un filosofo.

La Boheme - Susanna Phillips as Musetta, photo by Cory WeaverMonumentale effetto scenico quello ottenuto quando i protagonisti si ritrovano tutti insieme al Quartiere Latino, dove viene ricreata un’intera via parigina con centinaia di comparse tra donne, uomini e bambini. È proprio qui che fa la sua entrata Musetta, superba e incantevole in “Quando men vo” con cui esprime il suo carattere di una donna lieve che ama farsi corteggiare e ammirare e che non può giurare la propria fedeltà a nessuno, perché l’amore, per lei, è più una questione di convenienza che un sentimento.

LA BOHEME; ROH, Rodolfo; Teodor Ilinca,i Mimì	; Anita Hartig,Godibile la scena in cui Musetta viene portata in trionfo dagli uomini mentre i suoi innamorati muoiono di gelosia. Poi, a mo’ di contrasto, una perfetta scena invernale prende il posto di quella allegra ed esuberante di prima: in uno spoglio paesaggio invernale innevato Mimì va a cercare Rodolfo che da tempo non ne vuol più sapere di lei. Non appena lei va via desolata, Rodolfo spiega a Marcello nell’aria “O Mimì più non torni” che è meglio lasciare Mimì perché lei, essendo gravemente ammalata, non può più fare quella vita di stenti. Mimì sente tutto e i due, tra mille patimenti, decidono di lasciarsi in primavera.

La Boheme - Vittorio Grigolo as Rodolfo, photo by Marty SohlViene la primavera, Mimì entra a stento nella soffitta dove abitano Rodolfo e gli altri seguita da una preoccupata Musetta. Ormai priva di forze, la fanno sdraiare su un lettino con Rodolfo a stringerla tra le braccia. Lei sa che sono i suoi ultimi istanti di vita e vuole trascorrerli con colui che più ama: il suo Rodolfo, il suo amore, colui che, essendo poeta, ha saputo cogliere la poesia di una piccola ed umile ricamatrice di fiori, quando nel primo atto le canta “tu ricami i fiori, io ne scrivo nelle mie poesie”. Musetta va a vendere i suoi orecchini per comperare delle medicine e un manicotto per Mimì che nel frattempo, fingendo di dormire e lasciata momentaneamente sola, riflette sulla sua vita, sul suo amore per Rodolfo, sul suo destino. Quando Rodolfo torna trova ormai morente la sua Mimì, a cui non bastano né le medicine né il manicotto che le ha portato Musetta a farle riprendere vita e calore.

La Boheme - A scene from Act III, photo by Jonathan TichlerStretta al petto di Rodolfo parlano di quanto sia bella la primavera soprattutto dopo quel lungo inverno appena passato, dei loro progetti futuri, del loro amore anche se sanno benissimo che la morte sta sopraggiungendo troppo velocemente a strappare questi sogni. L’ultima scena vede Mimì morire tra le braccia di Rodolfo in un struggente canto, in cui lui non accetta la sua fine e le parla come se fosse ancora viva. La scena si chiude con Mimì tra le braccia del suo amore e circondata dall’affetto dei suoi amici.

Un tripudio di applausi, acclamazioni di gioia hanno omaggiato i bravissimi attori e cantanti lirici al Metropolitan di New York. Dal canto nostro, da spettatori al multisala Badia Grande di Sciacca, quest’opera ci ha emozionato, commosso, fatto amare ancora di più l’arte e il genere lirico. La Bohème con la regia di Zeffirelli è arte pura: rappresenta la condizione di chi si dedica all’arte accontentandosi di vivere di stenti pur di non rinunciarvi, dando tutto, anche la propria vita per realizzare quel sogno.
È amore puro, nel quale i protagonisti credono con tutto il proprio essere, al punto da trasfigurare la persona amata in un essere di luce e morire felici se soltanto si può guardare per l’ultima volta negli occhi l’amato, come un fiore che svetta superbo all’ultimo raggio di sole prima di soccombere al gelido inverno.
Non si può e non si farà mai a meno di amare la Bohème per sempre, come non si può fare a meno di amare la lirica, genere per palati sopraffini, ma che dà sempre emozioni e soddisfazioni indimenticabili.

Mirella Ciliberto

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