Nel cortile dell’oratorio Don Giustino Russolillo Enzo Raffiti interpreta Cola, il fanciullino che ognuno nasconde in sé.

Sotto le stelle di inizio estate si è svolta a Ribera una bella manifestazione all’insegna della beneficenza, in10524572_10202306186008276_568882496191438050_ntitolata proprio “Teatrando sotto la luna”. I proventi della rassegna, che ha avuto come location il cortile de “La Palma”, saranno devoluti a favore della sistemazione del piazzale dell’oratorio Don Giustino Russolillo  della vicina chiesa di San Giovanni Bosco.
Durante l’ultima serata di sabato 28 giugno ha recitato la compagnia teatrale Calamonacinscena con la commedia “Ù sapiti com’è” di Francesca Sabato Agnetta, commedia che, come ha detto padre Harley, parroco della chiesa di San Giovanni Bosco, ci ha fatto riflettere tanto. Infatti alla commedia non mancava niente, densa com’era di momenti comici e drammatici che si alternavano.
10526179_10202306227169305_1755333966556840244_nHa ragione padre Harley quando ha detto che “Ù sapiti com’è” deve farci riflettere: molto spesso infatti, come lo stesso titolo recita, preferiamo confinare il “diverso” dentro un luogo comune piuttosto che guardarlo per com’è veramente. Perché la diversità è una ricchezza, l’occasione d’oro per guardare il mondo sotto un altro punto di vista e non con i paraocchi, come spesso succede. Cola interpretato da un bravo Enzo Raffiti ha la stessa ingenuità e schiettezza di un bambino, spesso sottovalutato, ma l’unico in grado di dire la verità e spesso di trarre d’impaccio con estremo candore chi si sente più intelligente di lui.

10351395_10202306195448512_3193779383015390276_nCola racconta in modo delizioso della vita, della fede, perfino della morte, come se fossero cose con cui si può contrattare, facendo sorridere e spuntare una lacrimuccia nello spettatore che inizia, come per magia, a immedesimarsi e a sentirsi un po’ lui. Perché a tutti è capitato di non sentirsi all’altezza in qualche occasione; a tutti è successo di sentirsi goffi e poco intelligenti. Basti pensare al fanciullino di Pascoli: tutti abbiamo  dentro di noi un bambino che vuole solo giocare.

10525717_10202306226329284_4280622687574417683_nCosì “Ù sapiti com’è” di Calamonacinscena è stato un inno, non solo ai veri Cola, quelli che possiamo incontrare nella vita di tutti i giorni, ma anche al Cola che ognuno di noi, anche il più intelligente, nasconde in sé. Quindi viviamo la vita con più gentilezza e meno pregiudizi, perché forse sarà proprio una persona come Cola a farci scoprire il vero senso della vita come succede nella commedia. Bravi anche gli altri interpreti, ognuno ha interpretato con naturalità e freschezza il proprio ruolo. Soprattutto la madre Gati, interpretata da Maria Elena Pipia, che ha ricreato bene lo spirito e l’anima della madre del sud, sempre pronta ad amare, accettare e recuperare i propri figli comunque essi siano, quasi a ricreare la carità e la misericordia della Madonna.
Bella la scenografia che ricreava un perfetto cortile di un paesino siciliano e meritati gli applausi del numeroso pubblico.

Mirella Ciliberto

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