Ursula Cottone Fontenelle e l’amore per la Danza, sua ragione di vita

ursula cottoneUrsula Cottone Fontenelle ha una scuola di danza classica e moderna a Ribera ormai da 22 anni. La parola chiave del suo insegnamento è amore: per la danza, la disciplina, il proprio lavoro fino all’amore per la vita. La danza è stata la sua passione fin dall’età di tre anni, arrivando ad essere la sua ragione di vita. Serenità, dolcezza, sincerità ha trasmesso a noi di SicaniaNews che l’abbiamo intervistata.

Quando e dove hai iniziato a ballare?
“Io ho iniziato a danzare a tre anni, perché avevo dei problemi di postura dei piedi e l’ortopedico consigliò a mia madre di farmi fare danza classica. Verso l’età di 15 anni capii che la danza era la mia strada, così proseguii su questo cammino seguendo i migliori corsi di danza che esistevano allora in Brasile. Seguii perfino i corsi di danza di Tatiana Lescova a Copacabana. Nella mia scuola di danza seguivo le lezioni di danza classica, moderna, jazz, spagnola, tip tap, oltre a diverse materie teoriche come storia della danza, anatomia e teatro. Dopo la scuola normale, il pomeriggio ero impegnata così tutti i giorni della settimana fino a sera tardi.”

danzaEra, dunque, una scuola alternativa?
“Sì, con le mie compagne abbiamo anche formato una compagnia di danza. Finendo il liceo poi ho conseguito il diploma di ballerina classica, a 18 anni. Così ho pensato quale strada prendere. Inizialmente avevo pensato di fare veterinaria, ma ho subito desistito. Così ho pensato di fare l’accademia di danza. Ho fatto il provino e il presame con i migliori professori e vi entrai a far parte.”
Così ti sei laureata in danza?
Mi mancavano due anni perché mio zio Pietro Cottone sapendo della mia passione per la danza e sapendo che il Brasile era un paese piuttosto violento, mi fece venire a Ribera, così passai da una città di 10 milioni di abitanti, cioè Rio de Janeiro, ad un paese di 10.000 abitanti.

E fu allora che hai aperto la scuola di danza?
“Sì, ho avuto tanto dal mio lavoro,  che penso di aver fatto sempre con professionalità e amore, passione, dedizione e rispetto per le persone. Lavoro con i bambini dai tre anni fino alle signore di una certa età cui impartiscono lezioni di ginnastica. Sono 22 anni che ho la scuola di danza.”
Cosa pensi del fare attività fisica?
“Bisogna dedicare un ora al giorno al fisico.  Trascurarlo significa essere sempre dal fisioterapista. Con l’attività fisica migliora non solo il corpo ma ne giova anche lo stato mentale.”
ursulaCosa vuoi trasmettere ai bambini con la danza?
Innanzitutto la musicalità, la passione per la musica e il senso del ritmo. Poi riguardo la terminologia della danza classica per i bambini di tre, cinque anni non si insegna ancora. Si lavora innanzitutto sulla postura e l’elasticità del corpo attraverso dei giochi didattici con cui, in maniera soft, si approcciano alla danza. Si può insegnare la danza classica con tutte le sue regole e la sua disciplina in maniera dolce e divertente e non necessariamente in modo severo come fanno molte insegnanti di danza. La danza è anche socializzazione e aggregazione, quindi non parliamo soltanto della parte tecnica, ma anche della parte umana, direi così senza ombra di dubbio che rende persone migliori, così come lo sport in genere.”
Pensi che la disciplina della danza possa essere trasportata nella vita di tutti i giorni?
“Sì, innanzitutto la puntualità dell’andare a lezione alla quale io tengo, per passare poi al rispettare il tempo della musica. Sono tutte cose che aiutano ad avere una vita più armonica. Poi come dicevo,  aiuta ad essere più positivi. Il mio approccio è quello dell’amore, di entrare anche nella psicologia dell’allieva soprattutto in casi delicati come delle cattive abitudini alimentari.”

danzatriciVisto che per la danza classica si deve avere un certo fisico slanciato, pensi che ciò possa favorire cattive abitudini alimentari?
“Sì , può succedere ma soltanto ai livelli professionali, se si fa danza in maniera amatoriale accade di rado. Comunque io esorto tutte le mie allieve ad avere una sana alimentazione e di evitare patatine e bibite gassate. Ci vuole un’educazione alimentare adeguata. Nel caso dell’anoressia dovrebbero essere soprattutto le famiglie ad aiutare le proprie figlie. Io come insegnante evito sempre di ferire le persone con qualche chilo in più perché si rischia di rovinarle. La mia regola è quella di essere gentile e di trattare tutte con amore.”

Mirella Ciliberto

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