Pizza Fest 2012, il trionfo non di una città ma di un distretto

Calato il sipario, è tempo di riflessione. Non necessita alcun riferimento alla riuscita, che è plateale e nota a tutti. I complimenti al Sindaco Carmelo Pace, in rappresentanza di tutti, ma è necessario citare anche chi, più o meno velatamente, ha fatto la differenza. Gli assessori Sgrò e Tramuta, Gabriella Omodei ed il suo staff, l’Ufficio Comunale Turismo con Carmen Zito.  L’Associazione Seccagrandays ha operato mirabilmente, organizzando e coordinando tutto quanto necessario dell’aspetto tecnico necessiti. In particolare, la gestione della zona ristoro, del palco, delle sedie ed anche della sistemazione del lungomare, con bancarelle, espositori, stand. In ultimo, ma necessariamente e indispensabilmente, la presenza dei numerosi sponsor che hanno consentito la manifestazione, oltre ovviamente alla raccolta del ticket degustazione e del ticket sedia per gli spettacoli. Una formula vincente, funzionante.

La riflessione è d’obbligo non sulla riuscita, ma sul contesto. Innanzitutto, oltre all’organizzazione, il merito va alle Persone che hanno partecipato, ai riberesi e a quelli che son venuti in visita, anche di molto distante. La presenza massiccia, dislocata quasi uniformemente nelle quattro giornate, con picco domenicale, ha reso il Lungomare Gagarin una passerella degna di nota, e non solo per la città Crispina, ma per l’intero comprensorio. Uno spettacolo a sé stante, è stato il vedere tanta gente, sin dalle prime ore del pomeriggio che si son rimaste al lungomare fino a tarda serata.

Notevoli anche gli spettacoli collaterali, come l’esibizione di diversi gruppi musicali nei pub del luogo, ed anche le discoteche notturne che hanno animato in particolare la nottata del sabato.

Quando si collabora e si mettono da parte le polemiche, le critiche sterili, i pettegolezzi di quartiere e le invidie-gelosie personali, qualcosa di buono di sicuro se ne trae.

Come diceva un avventore non del luogo, la “pizza riberese” è solo un pretesto: quello che conta è il complesso della manifestazione, dove ogni proposta ha la sua importanza, e raccolti a sistema, raggiungono l’obiettivo. Far conoscere la nostra zona, farne apprezzare le caratteristiche, lanciare il messaggio che anche nel nostro distretto – e badiamo bene: distretto e non singola città – è possibile il turismo, è possibile soggiornare, è possibile fare vacanza. Di certo e di sicuro, mancano ancora parecchie strutture per poter definire il distretto “turistico”, ma siamo sulla buona strada. Ovviamente, il contributo esterno è gradito, ma anche noi sappiamo che è così. La pizza riberese è buona, particolare, grazie alla sapiente maestria dei sapienti pizzaioli, e quest’anno, hanno anche dato la possibilità della pizza a la carte: si ordinava il gusto gradito, scelto tra un’infinità di proposte possibili.

Su una cosa, però, bisogna convergere: bene accette tutte ed ogni forma di critica, ma che siano costruttive, e non gettate in campo per screditare o demoralizzare. Sperare nel cattivo tempo, criticare in maniera avulsa chi organizza, lamentarsi come se fosse un dramma di qualche piccola o meno piccola defagliance, non aiuta nessuno, prima di ogni cosa il territorio. Lasciamo perdere poi chi, cercando visibilità, la getta sul piano personale. Non vale la pena manco parlarne.

L’accento va posto, a mio modesto avviso, sull’opportunità del distretto, che sia di Sciacca, di Ribera o qualsiasi altro nome gli si voglia attribuire. La crisi c’è, in ogni settore, l’agricoltura ha seri problemi così come la pesca. Non abbiamo industrie. Allora valorizziamo ciò che abbiamo, rilanciamo i nostri tesori naturali, le nostre produzioni, sia agricole che manifatturiere. E qualche critico (intellettuale) rilancia: è la PizzaFest la soluzione? Ovviamente no, ma anche ovviamente non v’è una soluzione basata su un’azione, non c’è la bacchetta magica poiché non siamo nel mondo delle favole. Il segreto è nel sistema. Non dimentichiamo che il distretto territoriale non conta solo Sciacca o Ribera, ma include tutte le cittadine del comprensorio, che si estende dalla marina alla montagna: da Menfi a Siculiana, da Sciacca a Montevago, da Ribera a Bivona. E’ in gioco un territorio, oltre centomila abitanti, il futuro. E non giochiamo sulle parole “distretto, territorio”. Fermi i campanilismi, il futuro si avrà solo se si saprà fare squadra. L’alternativa, la fuga verso destinazioni ignote.

Facciamo un volo pindarico. Immaginate che il distretto, possa organizzarsi e proporre manifestazioni che non s’accavallino, dove si rende possibile un servizio navetta tale che colleghi i diversi centri, dove

ogni sera vi siano spettacoli, eventi culturali, manifestazioni diverse. Una sinergia tra diversi comuni, ognuno con le proprie tradizioni, le proprie tipicità. Prendere il turista ed offrire un ventaglio ampio di possibilità, non solo mare e sole, boschi, spiaggia, ma anche cultura e spettacolo. Far si che il turista risieda in zona, e non venga di passaggio. Ma per far ciò ognuno deve contribuire, far la propria parte. Come? Semplice e banale la cosa! Vediamo gli aspetti costo-beneficio.

Il punto di partenza è la locazione d’immobile ad uso turistico. Contratto regolare, significa pagare imposte che vanno anche al Comune. Istituire la tassa di Soggiorno. Un immobile utilizzato, necessita di manutenzione. Muratori, imbianchini, idraulici, elettricisti, falegnami. Tanti i soggetti coinvolti, si redistribuisce la ricchezza. Il turista deve sfamarsi. Prodotti locali del territorio, forniti direttamente od indirettamente dai produttori. E così via… il circolo virtuoso si autoalimenta. Ovviamente, è solo un esempio.

Molto, e molto spesso, s’è posto l’accento sul costo della manifestazione, non solo PizzaFest, ma anche sull’estate. Non per capire l’azione ed ritorno dalla comparazione costo-beneficio, ma strumentalmente, ed erroneamente, asserendo la possibilità di veicolare diversamente i “fiumi di denaro” della pubblica amministrazione. Questione, ovviamente, stupida e banale. Per diversi motivi. Prima d’ogni cosa, non ci sono i fiumi di denaro da fonte pubblica. La Carmelo-Pace-Idea, com’è ormai conosciuta ovunque, è semplice e funzionante: intervento pubblico prossimo allo zero, il tutto quasi auto-finanziato. È questa la motivazione della presenza di sponsor e pubblicità, del pagamento della sedia, della degustazione. Ma su questo voglio ulteriormente riflettere… forse pochi sanno che il Cous Cous Fest, dove la degustazione è fissata in € 10,00 per un piattino di couscous, un bicchiere di vino ed un dolcetto, riceve un enorme contributo dalla Regione, tramite la programmazione comunitaria. E’ vero, gli spettacoli sono gratis, ma la degustazione è “salata”. Ovviamente non possiamo confrontare due realtà diverse e dalla storia molto lontana, ma la menzione basta a capire che il partecipante, un suo contributo lo deve dare. Poi, non s’è mai visto un Sindaco che, a fine manifestazione, rende pubblico il bilancio. Qui accade.

Altra riflessione, sta nella motivazione. Le scelte politiche, le sfide, sono una precisa responsabilità del Sindaco e dell’Amministrazione. Questa Amministrazione, ha individuato in tale modello una possibilità di sviluppo. E ci crede. Alla scadenza del mandato, i cittadini valuteranno se è riuscita nello scopo o se ha fallito, esprimendo il proprio voto.

Ancora. La mancanza di fondi, non rende possibile il “dirottamento” verso destinazioni diverse: i fondi sono raccolti con sponsor, pubblicità, ticket. Credete sia possibile utilizzare questa raccolta per stabilizzare o far qualcosa di diverso se non quello per il quale sono raccolti? Dunque, se si vuole attaccare politicamente un Sindaco ed una Giunta, basta farlo nei modi consoni, non denigrare un’eccellente lavoro di squadra, anche se qualche piccola mancanza è inevitabile ed ineliminabile. Una critica espressa può essere riferita alla mancanza di adeguati servizi igienici. Speriamo che si provvederà il prossimo anno.

In ultimo. Seccagrande è una risorsa, non un dormitorio. E non solo per Ribera. S’è consapevoli e consci che v’è molta gente che vi risiede, e che spesso non gradisce il movimento ed i disagi che necessariamente comporta il blocco del lungomare, come l’ora tarda, a volte molto tarda, alla quale si ritorna alla quiete. Ma si tratta di scegliere. La politica, in questo caso, deve valutare se considerare il benessere dei residenti o la probabile espansione turistica del territorio.

Grazie a tutti Voi che avete lavorato per il nostro diletto, tutti nessuno escluso, lo voglio dire, in uno a tutti quelli contattati e a cui abbiamo chiesto impressioni sulla manifestazione, quasi all’unanimità si sono espressi positivamente, facendo solo rilevare qualche piccolo disguido.

Attendiamo il bilancio finale per partecipare in trasparenza i costi e le risorse della manifestazione.

Giovanni Cutino

Giovanni Cutino

Dott. Commercialista

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