Salemi, festa di San Biagio Vescovo e Martire.

1Il 3 febbraio di ogni anno i salemitani, nella festa di S. Biagio, si recano nell’omonima chiesa, situata nell’antico quartiere del Rabato. Per rendere omaggio al Santo o per sciogliere un voto preparano dei tradizionali pani, fatti di pasta non lievitata e cotti al forno. Questi piccoli pani vengono chiamati rispettivamente: “cuddureddi” e “cavadduzzi”: i primi perché simboleggiano la gola di cui San Biagio è protettore e vengono mangiati per devozione, infatti il santo salvò la vita di un ragazzo che stava morendo soffocato da una lisca di pesce; con i cavaduzzi invece si vuole ricordare un avvenimento accaduto durante il regno di Carlo V nel1542, quando per intercessione del Santo, le campagne salemitane furono liberate da un invasione di sciami di cavallette che distrussero il raccolto e per quell’evento venne eletto compatrono della città di Salemi. I “cavadduzzi” assumono le forme più diverse e fantasiose: dai cavallucci marini ad altri animaletti immaginari, dal braccio e dalla mano benedicente del Santo, a quella di bastone decorato su un lato con fiori simbolo della fertilità.

Le Celebrazioni Eucaristiche saranno celebrate domenica 3 Febbraio, alle ore 11.00 e alle ore 18.00 presso la Chiesa di S. Biagio.

Biografia del Santo

3San Biagio lo si venera tanto in Oriente quanto in Occidente, e per la sua festa è diffuso il rito della “benedizione della gola”, fatta poggiandovi due candele incrociate (oppure con l’unzione, mediante olio benedetto). L’atto si collega a una tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una spina o lisca conficcata nella sua gola. Vescovo, governava, si ritiene, la comunità di Sebaste d’Armenia quando nell’Impero romano si concede la libertà di culto ai cristiani: nel 313, sotto Costantino e Licinio, entrambi “Augusti”, cioè imperatori. Licinio governa l’Oriente, e perciò ha tra i suoi sudditi anche Biagio. Il quale però muore martire intorno all’ anno 316, ossia dopo la fine delle persecuzioni. Perché? Non c’è modo di far luce. Il fatto sembra dovuto al dissidio scoppiato tra i due imperatori-cognati nel 314. Per Biagio i racconti tradizionali vogliono soprattutto stimolare la pietà e la devozione dei cristiani, sono ricchi di vicende prodigiose; si racconta che subì, prima di essere ucciso, la tortura di essere raschiato su tutto il corpo con un grosso pettine di ferro. Il corpo di Biagio è stato deposto nella sua cattedrale di Sebaste; ma nel 732 una parte dei resti mortali viene imbarcata da alcuni cristiani armeni alla volta di Roma. Una improvvisa tempesta tronca però il loro viaggio a Maratea (Potenza): e qui i fedeli accolgono le reliquie del santo in una chiesetta, che poi diventerà l’attuale basilica.

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