CSA Ribera: Agricoltori al centro di una legge di riforma dei Consorzi.

Il vicepresidente del CSA, Giuseppe Canduscio, con l'avv. Giacomo Cortese
Il vicepresidente del CSA, Giuseppe Canduscio, con l’avv. Giacomo Cortese

“È ora di dire basta ad una gestione emergenziale dei Consorzi di Bonifica regionali e porre mano ad una seria legge di riforma per dotare i Consorzi di ulteriori e innovative competenze” – dichiara il portavoce del Comitato Spontaneo Agricoltori di Ribera, avv. Giacomo Cortese.

“Allo stato attuale, infatti, stipendi non pagati e mancata stabilizzazione dei dipendenti di vari consorzi siciliani, ora in stato di agitazione, cronica mancanza di progettualità e un navigare a vista da parte dei Commissari, sono fattori che certamente non aiutano il mondo agricolo ad uscire dalla sacche dell’inefficienza al livello regionale, – spiega Cortese – se si considera che a pagare, per risolvere i problemi finanziari dei consorzi, saranno i consorziati, ovvero gli agricoltori a cui verranno caricati in bolletta i maggiori costi del servizio irriguo”.

Mal vezzo quello di colpire la sola categoria degli agricoltori produttori per risanare i bilanci di enti in dissesto, laddove in altre parti d’Italia i Consorzi sono realtà fiorenti che contribuiscono ad arginare i dissesti idrogeologici ed hanno innovative competenze, beneficiando di convenzioni e risorse elargite da altri enti territoriali e svolgendo financo compiti delegati loro dalla Protezione civile.

L’Italia viaggia a due velocità: a livello nazionale la scelta operata dal Governo, di trasformare il Ministero dell’Agricoltura in Ministero dell’Agroalimentare, avvalora il ruolo e la funzione dei Consorzi di Bonifica al servizio del settore primario; a livello regionale, invece, si tagliano i trasferimenti ai vari consorzi, con la conseguenza che i consorzi di bonifica sono a rischio chiusura.

La strada da percorrere per evitare l’interruzione dei servizi, a fronte della graduale soppressione del contributo regionale finora erogato, non è certamente l’aumento dei costi dell’acqua ad uso irriguo da far pagare agli agricoltori, ma l’ampliamento e la diversificazione delle attività dei consorzi di Bonifica, in modo da realizzare economie di scala e reperire altre risorse necessarie per il loro autofinanziamento.

La proposta avanzata dal CSA è una legge di riforma che assegni ai consorzi di bonifica ulteriori competenze e mansioni, quali la gestione diretta degli invasi, la manutenzione delle strade interpoderali, la manutenzione dei valloni e dei canali di scarico, la pulitura degli alvei e degli argini dei fiumi e la sistemazione dei letti dei fiumi e delle strade, tutto ciò sull’esempio di quanto già realizzato dai Consorzi in altre parti d’Italia. A titolo di mero esempio il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno nel 2015 ha eseguito lavori per 11 milioni di euro per la tutela del territorio e la sua salvaguardia dal rischio idrogeologico; il Consorzio parmense si è occupato anche della sistemazione di strade e ha realizzato un sistema di monitoraggio di una frana, previa convenzione con altri enti; mentre il Consorzio di Udine ha costruito una rete irrigua in pressione, al fine di ottimizzare l’uso dell’acqua e risparmiare energia elettrica, ed ha installato apparecchiature di regolazione, sgrigliamento e filtrazione.

“L’impegno assunto dal CSA è quello di sollecitare una vera riforma regionale del sistema dei consorzi di bonifica sull’esempio di quanto già realizzato in altre regioni d’Italia, in modo da superare la gestione commissariale del Consorzio, finora inadeguata a risolvere i problemi. Il consorzio di Bonifica deve avere il ruolo di braccio operativo a favore degli agricoltori ed a vantaggio del territorio, garantendo ulteriori e diversificati servizi”.

Su questi temi il CSA di Ribera non mancherà di assumere iniziative e di fare sentire la propria voce a sostegno di un comparto fondamentale dell’economia siciliana.

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