“Il contrasto all’abusivismo edilizio è prioritario per la tutela dell’ambiente in un’ottica di sviluppo ecosostenibile in cui il territorio rappresenta la principale risorsa e per la prevenzione dei rischi connessi al dissesto idrogeologico. A maggior ragione considerando che la gran parte della volumetria abusiva risulta realizzata nelle zone sottoposte ai vincoli sismico e idrogeologico, paesaggistico e archeologico, nell’intera Regione siciliana”.
Lo ha detto l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello commentando – a margine della conferenza stampa svoltasi ieri nella sede dell’assessorato a Palermo – i dati emersi dal “Rapporto sull’abusivismo edilizio e sullo stato di definizione delle istanze di sanatoria 2012” redatto dal Dipartimento regionale Urbanistica diretto dal dirigente generale Gaetano Gullo e approvato dall’Osservatorio sull’abusivismo edilizio della Regione siciliana.
Nel Rapporto è stata evidenziata la questione attinente i costi delle demolizioni che in numerosissimi casi andrebbero, in un primo momento, a gravare sulle già esigue casse comunali, in quanto il privato raramente si cura di eseguire la rimozione delle opere abusive. Gli Enti locali si vedrebbero così costretti ad anticipare le somme necessarie per poi recuperarle.
“I Comuni – ha detto l’assessore Lo Bello – devono dare seguito alle ordinanze di demolizione e di ripristino dei luoghi nel rispetto dell’ambiente e acquisire le opere abusive al patrimonio comunale, purtroppo così non avviene in moltissimi casi spesso anche per gli elevati costi di demolizione. Segna certamente una importante inversione di tendenza la demolizione, avvenuta su impulso della Procura della Repubblica di Agrigento, dell’ecomostro-simbolo della Scala dei Turchi a Realmonte, dove presto saranno abbattuti altri tre scheletri di cemento sulla vicina spiaggia di Lido Rossello. La politica, ai vari livelli di governo, deve porsi il problema dell’individuazione di misure finanziarie e legislative adeguate”.
Interessante, come emerge dal Rapporto, è il caso di un Comune dell’Agrigentino che, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Difesa, sta perfezionando una convenzione per avviare le procedure per accedere alle risorse finanziarie necessarie per le demolizioni di 181 immobili e per il trasporto a discarica degli inerti che ammonta a circa 7 milioni di euro.
Dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente è intanto partita una circolare indirizzata a tutti i Comuni siciliani che prescrive di accelerare le operazioni di acquisizione al demanio delle strutture abusive altrimenti saranno i competenti uffici regionali a denunciare omissioni e inadempimenti all’autorità giudiziaria. Previsto anche il commissariamento per i Comuni che non si rispettano le norme sulla tutela dell’ambiente.
In 186 Comuni siciliani su 390 (47,6% del totale) presi in esame dal Rapporto si evidenzia una volumetria abusiva complessiva di mc 500.752, 01 di cui 348.531,03 mc per quanto riguarda la cubatura realizzata nelle aree sottoposte a vincolo sismico e per mc 75.072,58 idrogeologico. Seguono mc 32.673,95 realizzata nella fascia dei 150 m dalla battigia e nella zona di limitazione dell’edificabilità costiera , mc 14.389,55 nelle aree di interesse ambientale e SIC e ZPS, mc 9.429,71 nelle aree di interesse archeologico e sottoposte a vincolo archeologico.
Gli altri dati emersi riguardano le istanze di sanatoria: per gli anni 2009, 2010 e 2011 sono pari rispettivamente a 770.698, 771.413 e 758.856. Per il 2012 a 314.000. Le pratiche definite, oscillano, per gli anni considerati, da una percentuale del 43% al 48%. Il rimanente sono pratiche istruite in attesa di atti integrativi e istanze con esiti diversi. Le istanze non esaminate per gli anni 2009, 2010, 2011, 2012 sono, in percentuale, rispettivamente il 16,7% (2009-2010), 14,4% (2011), 7,4% (2012).