Armenio e Pace spezzano due lance per il F.lli Parlapiano

L’ex sindaco di Ribera Carmelo Pace, in un suo post social, scrive:

Sembrerebbe che in queste ore, sull’altare dell’emergenza COVID, si stia scrivendo una delle pagine più tristi per la sanità della nostra città e del comprensorio.

Ho parlato con alcuni operatori ospedalieri, sono sconfortati e delusi. Sembrerebbe infatti che siano in atto piccoli, momentanei, sospensioni e trasferimenti di reparti (pronto soccorso, chirurgia, Fondazione Maugeri) ..,come d’altronde sospettavamo. A scanso di equivoci, oggi non è il momento delle polemiche e di rivangare promesse e impegni non mantenuti.
È il momento invece di unirci TUTTI, cittadini , operatori politici e istituzioni per combattere una battaglia a salvaguardia della nostra salute.

Antonino Armenio rilanciava in un altro post datato 2 novembre con oggetto “Programma per l’ospedale di Ribera”:

Chiusura del pronto soccorso, della sala operatoria e della chirurgia con tutto il personale dirottato alla rianimazione COVID: questa procedura è già in corso d’opera.

Domani ci sarà una riunione per decidere gli aspetti organizzativi: la chiusura del pronto soccorso verrà in parte sostituita nei piani; un potenziamento del sistema guardia medica darà continuità assistenziale. Per chiarezza: i medici dì continuità assistenziale svolgono e sostituiscono le attività dei medici di medicina generale quando questo reparto è chiuso, precisamente durante gli orari notturni e nei giorni festivi e pre festivi, quindi, avrà funzioni equiparabili ad un medico di medicina generale (in sostanza di un medico di famiglia). Tutto ciò non ha nulla a che vedere con un sistema d’urgenza e di emergenza, tanto meno con un pronto soccorso.

Il servizio, per come è previsto, prevede il raddoppio dei medici; in notturna, con due medici di continuità assistenziale, uno per le visite domiciliari ed uno per le attività ambulatoriale e in diurno feriale con i medici di pronto intervento, i quali rappresentano sempre medici di continuità assistenziale che svolgono normalmente i codici bianchi e attività ambulatoriale. Un secondo medico di continuità assistenziale farà le eventuali visite domiciliari. Oltre a questo dovrebbe esserci l’ambulanza del 118 con un medico. Dall’intervista che ha rilasciato il commissario Zappia sappiamo che sono previsti come figure aggiuntive dei cardiologi, ed in ogni caso, pur se allocato all’interno dei locali del pronto soccorso, un medico di continuità assistenziale (quindi un medico di guardia medica rimane comunque un medico di guardia medica) per cui il pronto soccorso sospeso ( il personale è andato nei reparti COVID e rimarrebbe sostituito da un raddoppio di guardia medica, quindi più che potenziato è ampiamente depotenziato nelle sue attività perché il medico di guardia medica non può fare emergenze e non può svolgere attività di pronto soccorso).

Ad oggi le cose stanno così, e secondo la mia medesta opinione, l’unico metodo per scongiurare la chiusura del pronto soccorso è quello di ribadire la necessità che tutto il personale medico e di infermieristica rimanga al pronto soccorso a svolgere le proprie attività. Solo così effettivamente il pronto soccorso può rimanere aperto, perché far lavorare i medici di continuità assistenziale non significa avere il pronto soccorso aperto, pertanto l’appello non è rivolto al sindaco che già sappiamo che da ieri mattina si sta impegnando con la massima urgenza alla risoluzione del problema ma è rivolto a noi cittadini con la speranza che ognuno di noi nel suo piccolo dia il contributo necessario per dare continuità al nostro pronto soccorso.
F.to Nino Armenio
ex Consigliere comunale

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