Calamonaci, grasse risate con “Il Ratto delle Sabine” dell’improbabile Cavalier Aristide (Totino)

ratto sabineSabato sera al teatro Aldo Nicolaj di Calamonaci  secondo appuntamento della 6^ edizione della rassegna “premio Giovanni Raffiti”. In scena la genialità, l’estro e la professionalità di due comici come Toti e Totino che hanno dato il meglio di sé, nella commedia comica “Il ratto delle sabine” in due atti di Franz e Paul Von Schonthan, per la regia di Angelo Tosto.
Commedia che è teatro nel teatro, parla, infatti, di una scalcagnata compagnia teatrale diretta  dall’improbabile cavalier Aristide Tromboni, interpretato da Totino, che cerca la sua occasione d’oro per uscire dalla miseria e dall’anonimato. Proprio quell’occasione si presenta a Tromboni con la figura del professore di scuola media, il quale coltiva, come sogno nel cassetto, quello di mettere in scena una propria tragedia scritta tempo addietro. E da qui lo spettacolo si evolve in una escalation di battute, equivoci, pantomime che, tra tantissime risate, hanno condotto il pubblico al momento clou dello spettacolo, dove il Tromboni con i suoi “scadenti” attori si accingono a mettere in scena nella prima assoluta proprio “Il ratto delle sabine” del professor Ernesto Molmenti.

ratto sabine1Così si assiste a un vero e proprio bailamme di azioni: due attori si rifiutano di recitare e vanno via, sostituiti dallo stesso Toti e dalla sua cameriera che sa la parte a memoria. Si apre il secondo sipario del “finto teatro” nel vero teatro dove, come scenografia, la fa da padrone un assurdo albero con ogni tipo di frutta, un pappagallo e dei pipistrelli.
La moglie di Tromboni un po’ oversize per interpretare una giovane schiava, con un abito da dove straripano le sue grazie e che, come mimica, ha sempre la stessa faccia inebetita. Infine la moglie del professore dal duro cipiglio tedesco, intervenuta a fermare quello “scempio” gettando il finto e il vero pubblico in grasse risate. La scena finale vede due allibiti Toti e Totino che si chiedono cosa sia andato storto nella prima della commedia, come se non fosse bastato tutto quell’ambaradan. La commedia “Il ratto delle sabine” è veramente divertente, piena di ritmo e brio, strappa un sorriso agli amanti del genere e non, un vero gioiellino del genere brillante. Ogni personaggio vuole ostentare qualcosa che non è, o meglio che vorrebbe essere ma che non riuscirà mai ad essere per la sua irriducibile mediocrità, cosa che ricorda per certi versi il teatro di Molière e il suo malato immaginario.

Mirella Ciliberto

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