“Il cosiddetto servizio spezzato, imposto dalla direzione e dal comandante presso la Casa Circondariale di Giarre, è organizzato secondo criteri fuori legge: chiediamo un intervento immediato affinché il personale di polizia penitenziaria possa lavorare all’insegna di turni regolari e non disumani come avviene ad oggi”: a dichiararlo è il segretario nazionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria Armando Algozzino, che, in una nota inviata al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu, chiede un intervento immediato a tutela degli agenti.
“Ad alcuni di essi – spiega nella nota l’esponente della Uil – è imposto un servizio massacrante , che prevede un turno di dieci ore consecutive, dalle 8:00 alle 18:00; ad altre unità tocca invece lavorare dalle 8:00 alle 16.00 e, dopo due ore di pausa, riprendere dalle 18:00 alle 20:00 o fino alle 21:00; altri ancora, dopo avere espletato il turno compreso tra le 8:00 e le 18:00, lavorano anche nelle ore notturne: le conseguenze principali sono lo stress e l’alterazione dell’equilibrio psicofisico dei lavoratori”.
Orari ingestibili, legati alla carenza di personale: in tutto l’Istituto, infatti, sono presenti solo trenta unità, comandante incluso – secondo il segretario ne occorrerebbero almeno quarantacinque – e, in media, una sola unità copre ben cinque posti di servizio, determinando “un inaccettabile aggravio di lavoro straordinario e uno spreco di risorse economiche che potrebbero essere impiegate per altre finalità, incrementando l’aliquota del personale impiegato a turno”.
Non è tutto.
A preoccupare il segretario, impegnato in una serie di sopralluoghi presso le carceri isolane, con l’obiettivo di verificare le condizioni lavorative della polizia penitenziaria, sono anche alcune carenze che caratterizzano la struttura, il cui impianto di video sorveglianza esterna è ormai guasto da molti anni; “per non parlare – aggiunge – del block house che rimane chiuso dalle 8:00 alle 14:00 nelle giornate in cui non si tengono colloqui, ponendo così l’istituto in una condizione di estrema insicurezza”.
“Quello di Giarre – spiega infine Algozzino – è il solo carcere a custodia attenuata presente in Sicilia e gestisce attualmente circa settanta detenuti; si tratta di un istituto purtroppo abbandonato a se stesso, malgrado lo straordinario impegno degli agenti, più volte impegnati a sventare reati e ad impedire sia l’ingresso di materiale non consentito che i colloqui non autorizzati con i familiari”.