Chiusura ospedale di Ribera e 8 “minori”, Totò Cascio invita l’assessore Borsellino al mantenimento degli impegni presi

“Stigmatizziamo il comportamento dell’assessore Borsellino e la invitiamo a tornare al piano condiviso”, dichiara il deputato regionale di Sicilia Democratica Totò Cascio, componente della Commissione salute, il quale richiama peraltro l’assessore Lucia Borsellino “al mantenimento degli impegni presi con i siciliani prima ancora che con la stessa Commissione”.
“Nella definizione del piano per la rimodulazione della rete ospedaliera – dichiara Cascio – si era fatto un grande lavoro condiviso giungendo ad una proposta legata alle esigenze del territorio ma anche a quelle di contenimento della spesa, una proposta che era, al tempo stesso, formulata dalla Commissione sanità e dal governo della regione avendo partecipato la stessa Borsellino alla sua definizione condivisa”.

RuvoloCascio“Il piano che si vede nascere, contrariamente a quanto era stato deciso, sembra configurarsi come una doppia beffa. Gli ospedali riuniti, infatti, avrebbero la breve vita di due anni per essere destinati a chiudere a fine 2016. Da un lato, dunque, si illudono i cittadini ai quali si ‘concedono’ unità operative complesse e servizi prima inesistenti, per poi chiuderli dopo appena due anni. Dall’altro lato si crea un danno all’erario perché si fanno investimenti nella consapevolezza che quanto realizzato sarà dismesso due anni dopo”.
“E’ inevitabile chiedersi – prosegue Totò Cascio – se questo governo e questo assessore hanno sufficiente autorevolezza per difendere a Roma la salute dei siciliani visto che nonostante 3 anni consecutivi durante i quali la sanità ha avuto avanzi di gestione e dunque ha sempre pagato i suoi conti e contenuto la spesa non si riesce a far valere le esigenze minime del territorio siciliano”.

Per Totò Cascio, “c’è una ulteriore beffa in arrivo visto che nella relazione tecnica si individuano le popolazioni fragili ma poi non si interviene per difenderle. E’, infatti, incredibile che si individuino a priori ospedali da chiudere con un salomonico criterio di uno per provincia senza tenere in alcun conto l’attuale situazione delle singole province. Ci sono, infatti, aree dove non si raggiunge il livello degli standard minimi ovvero 3 posti letto ogni mille abitanti (Agrigento ad esempio si ferma al 2,3 per mille) e altre aree con ben altri indici”.

Cascio non si ferma alle accuse e alle polemiche, al contrario invita l’assessore al confronto per la ricerca delle soluzioni lanciando anche una proposta: “Piuttosto che indicare gli ospedali da chiudere se risulta inevitabile rinunciare ad ulteriori 250 posti letto l’assessore faccia valere i tanti risultati ottenuti dalla Sicilia negli ultimi anni ed utilizzi il piano triennale fino al 2017 come periodo di monitoraggio sulle performance ospedaliere e solo dopo, in base ai dati proprio sulle performance, si stabilisca dove e come tagliare ulteriori posti letto”.
“Bisogna onorare gli impegni presi – conclude Cascio – non depauperare il territorio e trovare tutti insieme le soluzioni opportune per garantire sicurezza, salute e risparmio”.

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