“Oggi la Mafia ha perso”. Non ha dubbi il presidente del Consorzio per la Legalità e lo Sviluppo Maria Grazia Brandara nel giorno della consegna alla cooperativa “Terre di Livatino” del bene in contrada Robadao a Naro. “Hanno tentato in tutti i modi di fermarci, hanno rubato tutto quello che c’era, entrando da padroni, ma alla fine non ce l’hanno fatta – ha proseguito Brandara-. Adesso, a voi della cooperativa dico: vi saremo accanto, ma dovrete camminare con le vostre gambe’”.
E’ un giorno di grande festa, ed è un messaggio positivo quello che dalle campagne di Naro si irradia a tutta la provincia di Agrigento, nella stessa mattina in cui la Squadra mobile insieme alla Dda di Palermo hanno decapitato il nuovo ordine mafioso che si stava riorganizzando nell’agrigentino. “Una coincidenza fortuita ma bellissima” l’ha definita il questore di Agrigento Giuseppe Bisogno.
Dopo la cerimonia dell’alzabandiera da parte degli Scout, che hanno così inaugurato la base “Antonino e Stefano Saetta”, alla presenza della vedova del giudice ucciso dalla Mafia, è stato il momento del taglio del nastro ad opera di Maria Grazia Brandara e del prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino. “Naro è un banco di prova che abbiamo potuto concretizzare grazie ad una sinergia comune – ha spiegato il rappresentante del Governo -. Bisogna realizzare una rete che possa disfare un’altra rete, che è quella della Mafia, che umilia il nostro territorio. I beni confiscati – ha proseguito, anticipando un tema ripreso da molti intervenuti – devono rappresentare un’occasione di reale sviluppo. Noi non arretreremo di un passo, nella convinzione che adesso inizia il vero lavoro”.
“Quello di recuperare questi beni vampirizzati alla comunità – ha dichiarato il presidente del Tribunale di Agrigento Luigi D’Angelo – è una strada che porta lontano. In questi anni abbiamo visto crescere in modo esponenziale il numero di misure di prevenzione personali e patrimoniali, ma per poterlo fare abbiamo dovuto attuare delle scelte di priorità a causa delle riduzioni di risorse”.
“Un grazie a chi ha trasformato in realtà questo piccolo – grande sogno – ha dichiarato invece don Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento -. Dobbiamo rompere le solitudini e creare un noi, che superi la realtà dell’io”.
Sul tema dello sviluppo offerto dai beni sequestrati si sono pronunciati i rappresentanti delle Coop e del mondo produttivo. “Prima ancora che una rivincita verso la criminalità una opportunità concreta di fare impresa in maniera sana – hanno detto Gaetano Mancini e Elio Sanfilippo, presidente Confcooperative Sicilia e presidente Legacoop Sicilia -”. “L’antimafia dà sviluppo – ha detto Lillo Speziale, presidente della commissione regionale Antimafia -, ma bisogna dare alle cooperative una occasione concreta di essere competitive, partendo ad esempio dall’eliminazione delle ipoteche su molti beni sequestrati. Solo in questo modo esse potranno vincere la sfida nei confronti delle organizzazioni mafiose”.
Se le partnership private hanno confermato il proprio sostegno all’iniziativa (Unicredit, Unicredit fondation, Fondazione Bnl, Enel Cuore, Unipol), così come l’Università di Palermo, che nel bene di contrada Robadao ospiterà una Summer School, l’Arca ha confermato che a Robadao sarà ospitato un incubatore d’imprese. Parole forti sono giunte da don Luigi Ciotti, che ha concluso con un discorso accorato.
“Qui tutti hanno fatto il proprio lavoro, e per questo non meritiamo nessun ‘grazie’. La sinergia che si è creata qui a Naro è forse un caso unico in Italia. Questa forte presenza di un ‘noi’ è una risposta straordinaria indispensabile per estirpare le radici culturali del potere mafioso. Le responsabilità sono a carico di chi commette il male – ha aggiunto Don Ciotti – ma anche di chi guarda e non interviene”. Il presidente di Libera, inoltre, si è soffermato sulla possibilità, avanzata dal Governo, di mettere in vendita i beni sequestrati alla Mafia. “Ci opporremo con tutte le forze a questa possibilità – ha dichiarato-. Questi beni devono essere assegnati e devono produrre sviluppo dal basso”.
La cooperativa, formata da Giovanni Lo Iacono, Alfonso Misuraca, Vincenzo Vasco, Cosimo Celauro e Marcello Baio, adesso potranno iniziare a lavorare nel bene di contrada Robadao, anche grazie al trattore che è stato donato dalla Cia Nazionale. Durante l’inaugurazione della struttura l’artista Mario Trapani ha realizzato una tela ispirata al tema della Legalità che è stata firmata da tutti i partecipanti, in primis lo stesso Ciotti. A margine, degustazione di prodotti tipici offerti da Libera.