Documento congiunto dei Sindaci che protestano contro la riduzione dei trasferimenti regionali e statali

Alla luce dei due incontri che si sono svolti a Sciacca e a Calamonaci e in attesa di quello che avrà luogo a Palma di Montechiaro giorno 13 ottobre, che sarà aperto anche ai lavoratori precari della provincia di Agrigento, i sindaci di alcuni comuni della provincia di Agrigento (Ribera, Calamonaci, Sciacca, Menfi, Montevago, Lucca Sicula, Villafranca, Burgio, Bivona, Cianciana, Caltabellotta, Joppolo Giancaxio, Palma di Montechiaro, Cattolica Eraclea, Santo Stefano Quisquina, San Biagio, Alessandria, Santa Margherita e Sambuca) hanno sottoscritto un documento. Il suddetto documento è stato trasmesso a tutte le Amministrazioni comunali, anche quelle dei comuni assenti. Lo riportiamo di seguito:

I sindaci della provincia di Agrigento riuniti a Calamonaci il 1 ottobre denunciano una condizione insostenibile a causa della generale crisi economica e della progressiva pesante riduzione dei trasferimenti statali e regionali che hanno azzerato la possibilità di concorrere, come nel passato, allo sviluppo dell’occupazione attraverso l’investimento pubblico e ridotto pesantemente l’erogazione dei servizi sociali.

I sindaci rifiutano con forza il ruolo di “gabellieri” costretti a scaricare sui cittadini oneri considerevoli per scelte non proprie. I sindaci della provincia di Agrigento intendono rendere consapevoli i loro concittadini di una condizione che li priva degli strumenti essenziali per svolgere il ruolo che la Costituzione assegna ai comuni e che per garantire gli equilibri di bilancio, impone di ricorrere alla leva fiscale con aumenti di aliquote dell’IMU e dell’Irpef che rischiano di ridurre ulteriormente il livello di vita dei cittadini e i loro consumi.
I sindaci della provincia di Agrigento, insieme con l’Anci, proclamano uno stato permanente di protesta e sollecitano con forza la rappresentanza parlamentare nazionale ad uscire da una sorta di inerte indifferenza per assumere le proprie responsabilità, ascoltando la voce delle comunità locali e la forza della denuncia di una condizione insostenibile.
I sindaci, in attesa di ritrovare una interlocuzione con l’Assemblea e il governo regionale che usciranno dalle prossime elezioni e di pervenire a forme reali di governo condiviso dei territori e delle risorse, intendono continuare la denuncia e la lotta con ulteriori incontri e di ricorrere ad ogni forma utile e legittima di protesta insieme a tutti i cittadini”.

“La situazione è ormai intollerabile – afferma il sindaco Carmelo Pace – ci sono già Comuni che non riescono a pagare gli stipendi ai propri dipendenti per mancanza di liquidità. La Regione da un lato minaccia di commissariare i Comuni per saldare i debiti contratti dai Comuni stessi con i relativi Ato rifiuti; dall’altro taglia i finanziamenti che dovrebbe erogare e che interessano, per esempio, i lavoratori precari. Ma se lo Stato e la Regione tagliano i trasferimenti statali e regionali ai Comuni, come quest’ultimi possono continuare a garantire i servizi ai cittadini? Il Governo Monti, sostenuto da quasi tutti i parlamentari compresi quelli siciliani, vorrebbe saldare il debito pubblico accumulato in decine di anni, in un paio di anni, facendolo gravare sui cittadini. Ma così facendo, i soldi dei cittadini serviranno per pagare i numerosi debiti contratti dalle banche. Ripeto, viviamo una situazione divenuta intollerabile, per la quale auspichiamo un forte intervento dei nostri parlamentari, affinché non ricadano sui cittadini colpe che non hanno”.

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