E si capitassi a tia? Un Sindaco moderno con le corna…

Teatro calamonaci4Neanche il brutto tempo ha fermato sabato 31 gennaio il sereno svolgimento della 6^ kermesse teatrale “Premio Giovanni Raffiti” di Calamonaci. Il pubblico fidelizzato non si è fatto intimorire dalla pioggia battente (che saranno mai quattro gocce d’acqua?) ed ha preso placidamente posto nelle comode poltroncine del teatro Aldo Nicolaj per assistere al sesto appuntamento teatrale, la commedia brillante in tre atti “E si capitassi a tia?” del licatese Nino di Maria, rappresentata dalla compagnia Stabile Teatro Insieme di San Cataldo. La commedia, grazie alla trama e alle battute mai noiose e declamate in maniera chiara, pur con qualche imperfezione, ha tenuto le persone inchiodate alle poltrone fino alla fine dello spettacolo.
Teatro calamonaciLa scenografia rappresentava la casa del Sindaco protagonista dell’opera, con tanto di quadro con su dipinto un cervo appeso alla parete, che dava un indizio di ciò che sarebbe accaduto nel prosieguo della trama. Il “modernismo” degli anni ’70, periodo in cui è ambientata la storia, si scontrerà con la retrograda mentalità siciliana. Se da un lato il sindaco difende con convinzione il progresso, il sesso libero, il divorzio, la libertà di scelta del proprio destino anche a dispetto dell’unità familiare, dall’altro, il fratello osteggia questa sua posizione acritica. Egli crede infatti ancora nei valori siciliani di onore, morale, sobrietà e morigeratezza delle azioni fino a quando, stufo degli sproloqui del sindaco, gli chiede senza mezzi termini: “E si capitassi a tia?”
Teatro calamonaci2Tra colpi di scena e di “pistola” il sindaco di schianto cambia idea, al punto di cercare di lavare “con il sangue” l’onore ferito dalla moglie fedifraga. Viene anche “deluso” dalla propria figlia che, sull’onda della filosofia new age anni ’70, decide di darsi all’amore libero e di fuggire con una comunità hippy.
Questa commedia, anche se ormai i tempi sono cambiati e in Sicilia molte cose, come le “corna”, non stupiscono più, è stata comunque interessante come spunto di riflessione: possiamo parlare di progresso, di libertà, di difesa dei facili costumi soltanto a parole, fintantoché non siamo coinvolti in prima persona nelle vicende che riteniamo espressione di progresso.
Teatro calamonaci3Vecchi valori, come la moralità, la fedeltà, il rispetto, l’educazione, sono quelli che in realtà tengono salda la società, e quando vengono meno, se ne vedono subito i risultati, basta guardare quel che succede ogni giorno. Tralasciando queste riflessioni, troppo serie per una commedia brillante, sorridiamo al ricordo della buffa faccia del sindaco di “E si capitassi a tia” fornito di un bel paio di corna, proprio perché si colloca sulla scena, “in maniera casuale” davanti il quadro del cervo.

Mirella Ciliberto

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