Elezione Baby sindaco di Ribera, Mangiacavallo: “dramma da basso impero”

“Ho appreso dalla stampa che, finalmente, si è chiusa la vicenda dell’elezione del baby Sindaco di Ribera che, oltre a coinvolgere molti studenti, le loro famiglie, Docenti e Dirigenti Scolastici, ha visto l’ingombrante presenza dell’Amministrazione Comunale.
La suddetta elezione rappresenta un momento importante della vita della nostra città, in quanto espressione della partecipazione democratica alla cosa pubblica da parte dei ragazzi e viene regolata da un atto pubblico, recentemente approvato dal Consiglio Comunale di Ribera con la delibera n. 90 del 18 dicembre 2015.
In varie occasioni ho espresso approvazione e consenso nei confronti del suddetto Regolamento, complimentandomi con il Consiglio Comunale per avere varato un atto di elevato significato sociale e formativo a vantaggio delle nuove generazioni destinate a diventare la classe dirigente del futuro.
Manifestai, inoltre, grande soddisfazione perché pensavo, e continuo a pensare, che l’elezione del baby Sindaco e del baby Consiglio Comunale potrebbe rappresentare un importante strumento per avvicinare i ragazzi alle istituzioni, renderli attivamente partecipi delle attività amministrative e, principalmente, per fare loro comprendere il significato concreto della democrazia partecipativa e per non farli attirare da quell’ “antipolitica” degli adulti sempre più dilagante nel nostro paese.
Ritenevo che quanto sancito dal suddetto regolamento avrebbe reso agevoli e trasparenti le tanto attese baby elezioni; che i veri protagonisti sarebbero stati gli studenti che hanno manifestato grande entusiasmo e passione politica; che i Dirigenti Scolastici ed i Docenti avrebbero avuto un ruolo preminente rispetto al “pervasivo potere politico”; che per l’Amministrazione comunale sarebbe stata un’ottima occasione per dimostrare serietà e rispetto delle regole, ma ho sbagliato ad accarezzare quest’idea.
Ancora una volta mi sono illuso che Ribera potesse essere una città normale, che la sua Amministrazione fosse in grado, almeno per una volta, di saper copiare le esperienze positive dei Comuni vicini, e che per i ragazzi sarebbe stata una grande occasione per cominciare a credere nel valore della “politica”, ma sono rimasto deluso ed amareggiato perché niente è successo di tutto questo.
Trattandosi di un argomento delicato, poiché coinvolge la sincera sensibilità, il sano entusiasmo ed il genuino impegno delle nuove generazioni, non avrei voluto esprimere pubblicamente queste considerazioni che potrebbero riaprire una ferita in molti studenti-elettori. Ma non si può tacere davanti all’ennesima ed ingiustificabile scorrettezza, perché agli occhi dei ragazzi potrei apparire rassegnato o complice, con il silenzio, di un comportamento che non trova giustificazione nemmeno nelle langhe della Repubblica delle Banane o nel variopinto e fantasioso mondo di Paperopoli.”

“Credo si debba parlare – prosegue nella lettera Mangiacavallo -, più che di farsa, di dramma da basso impero che, nel susseguirsi dei vari atti, ha avuto una fine negativa e deludente per le attese dei ragazzi, è stata offensiva nei confronti delle scuole, ed ha mortificato il ruolo dei Consiglieri Comunali che hanno approvato un regolamento poi ignorato e calpestato dall’autonoma ed illegale decisione dell’Amministrazione.
Per dare l’idea della gravità della suddetta decisione ritengo sia utile ricordare quanto previsto negli articoli fondamentali del già citato Regolamento per l’elezione del baby Sindaco.

L’art. 8 prevede che “Il baby Consiglio resta in carica un anno. Il baby Sindaco resta in carico un anno…” Nonostante l’art. 8 preveda una scadenza annuale, il Sindaco e l’Amministrazione, ignorando la determinazione del Consiglio Comunale, hanno deciso, con evidente abuso di potere, che il baby Consiglio, almeno in questa occasione, durerà in carica non un anno ma due.
L’art. 17 prevede che “Viene eletto baby Sindaco il candidato che raggiunge la maggioranza assoluta dei voti validi”. Il Sindaco e l’Amministrazione pur sapendo, forse a malincuore, che la maggioranza prevista dall’art. 17 era stata raggiunta, anche se per pochi voti, da Pasquale Pontillo hanno deciso che Elena Palermo, seconda classificata, potrà comunque svolgere, dopo Pasquale Pontillo, la funzione di baby Sindaco per l’anno successivo. Speriamo che il Sindaco (quello old non quello baby) ci spieghi da quale logica e da quale regola sia stata ispirata questa irrazionale deroga a quanto previsto dal Regolamento.
L’art. 2 recita tra l’altro: “Le finalità che l’istituzione del baby Consiglio Comunale si prefigge di perseguire sono: educare i ragazzi/e all’esercizio della democrazia ed alla cittadinanza attiva… investire per il futuro, assumendosi la responsabilità di formare le nuove generazioni…”. Non penso che quanto sia successo, dall’inizio alla fine di questa irrazionale vicenda, sia servito a raggiungere le suddette finalità, perché il comportamento antidemocratico ed arrogante dell’Amministrazione ha rappresentato per i ragazzi un esempio negativo, che rischia, anziché favorire un auspicabile avvicinamento alle istituzioni, di ingenerare, o consolidare, la mancanza di fiducia nei confronti di un Ente che non è in grado nemmeno di rispettare le più elementari regole della democrazia.
L’art. 3, relativo agli obiettivi, prevede che: “… attraverso questo progetto i ragazzi/e imparano il funzionamento di una pubblica amministrazione e comprendono il concetto di rappresentanza …”. Ritengo che il comportamento del Sindaco e di qualche Assessore, più che fare imparare il funzionamento di una pubblica amministrazione e comprendere il concetto di rappresentanza, sia servito a dimostrare che ci sono amministrazioni che non funzionano affatto e che calpestano la sovranità ed il potere di rappresentanza del Consiglio Comunale.
Per tutto quello che si è verificato nel corso della vicenda “baby elezioni” si potrebbero aggiungere tante altre considerazioni sul ruolo giocato dall’Amministrazione, ma preferisco limitarmi a fare mia una affermazione del Segretario Generale del Comune che, secondo quanto riportato dalla stampa, rivolgendosi ai sindacati ha detto: “E’arrivato il momento nel quale in questo ente oltre a parlare di sacrosanti diritti si inizi a parlare anche di sacrosanti doveri”. Vero è che il Dottor Misuraca si riferiva ai lavoratori dell’Ente ma, dal momento che quotidianamente è a contatto di gomito con il Sindaco e gli Assessori, potrebbe rivolgere la stessa esortazione rivolta ai dipendenti anche e principalmente agli Amministratori.
Almeno questo potrebbe risultare utile a “investire per il futuro, assumendosi la responsabilità di formare le nuove generazioni” come previsto da quel Regolamento che ben conosce.”

Nenè Mangiacavallo

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