Fiat: Maghi e bandiere rosse

Lettera di Aldo Mucci

Nel 2007 dalla Fiat Auto SpA, nasce Fiat Group Automobiles, che a sua volta gestisce anche importanti partecipazioni, della TOFAS, (automobili turche) della LEASYS della SEVEL (automobili svizzere). Fiat Group Automobiles conta oltre 130 000 dipendenti e 119 stabilimenti nel mondo. Che orgoglio per il made in Italy e quante speranze per i giovani ingegneri, pronti alle “avventure” estere. Alla guida un manager importante, un uomo conosciuto a livello internazionale- Sergio Marchionne, con un “medagliere” non indifferente: Amministratore Delegato di FIAT S.p.A. – Presidente e Amministratore Delegato di Chrysler Group – Presidente di FIAT Industrial S.p.A – Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’acea (European Automobile Manufacturers Association) – componente del Consiglio di Amministrazione di Philip Morris International – Membro del Consiglio di Amministrazione del Peterson Institute for International Economics e co-presidente del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti. Membro permanente della Fondazione Giovanni AGNELLI. Con uno così pensavamo detteremo “legge” come si suol dire, nel mondo delle quattro ruote. Ad Aprile del 2012 il mago manager Marchionne annuncia il “Progetto chiamato Fabbrica Italia- Il simbolo voleva rappresentare la volontà di restare in Italia, valorizzando tutto ciò che ruota attorno al mondo del lavoro, italiano naturalmente. Per ottenere questo risultato, Fiat intendeva investire parecchi miliardi di euro. Nel piano erano previste anche misure di “razionalizzazione” come ad esempio la chiusura di Termini Imerese. A quattro mesi dall’annuncio, salta il piano di investimenti per 20 miliardi e la piena occupazione per i quattro stabilimenti oggi in attività: Mirafiori (Cig 1 giorno la settimana) Pomigliano (cig 2 settimane anche per chi è operativo) Cassino (2 giorni di Cig la settimana) Melfi (produzione rallentata) Termini Imerese (Attività chiusa inizio 2012 cig in scadenza fine anno,riconversione da fare). La cosa che fa “quagliare il latte” è che nessun politico si era accorto della situazione. Se il signor Della Valle non avesse fatto quelle forti affermazioni su Marchionne, avrebbero continuato a dire che i problemi della Fiat nascevano dalla FIOM, dal sindacato delle bandiere rosse,per non parlare di chi fra i sindacati si era schierato con Marchionne sperando di mettere in difficoltà la Cgil; ma tralasciamo. Oggi il problemi di questa Italia “industrializzata” sono le grandi vertenze, che giacciono sul tavolo del governo: dall’Ilva all’Alcoa alla Fiat del mago Marchionne.
Aldo Mucci

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