Riceviamo e pubblichiamo.
“Il settore agricolo rappresenta, per il suo ruolo multifunzionale, l’asse portante dell’economia in Sicilia e in provincia di Agrigento. Eppure i principali comparti produttivi si trovano in una situazione difficilissima e le cause non sono da ricercare soltanto nell’attuale stato di crisi congiunturale, ma in quell’insieme di ritardi delle dotazioni infrastrutturali, nelle scelte della politica di questi anni.” A dichiararlo è Lillo Firetto, candidato all’Ars con la lista Udc, intervenendo nel corso di un convegno a tema tenutosi a Canicattì:
“Il nuovo governo deve assicurare importanti interventi sia nell’ambito delle strutture agricole sia nell’ambito infrastrutturale. Inoltre tutti i momenti decisionali, da qui a venire, devono vedere la partecipazione attiva e concreta delle rappresentanze agricole, soprattutto di quei comuni svantaggiati.
In provincia di Agrigento – sottolinea Firetto – gli agricoltori scontano la presenza in questi anni di un governo inefficiente ed immobile dinanzi all’opportunità dei fondi europei stanziati per il 2007-2013, di cui solo il 20 per cento è stato utilizzato.”
Occorrono: controlli di qualità, il rilancio dell’imprenditoria femminile e giovanile, interventi per la rete viaria. Firetto pone l’accento sui marchi di qualità, sul marchio Sicilia al fine di rendere riconoscibili i prodotti agroalimentari ed acquisire tutto il valore aggiunto che la nostra agricoltura esprime in termini di qualità e di sicurezza alimentare.”
Non meno importanti sono gli interventi di tipo infrastrutturale: favorire il miglioramento delle infrastrutture per il trasporto con il potenziamento della rete viaria e lo sviluppo del trasporto intermodale, favorire l’accesso al piano assicurativo per le produzioni agricole, riduzione dei costi energetici e di quelli legati alla perifericità, ulteriore abbattimento dell’accise sul prezzo del carburante agricolo.
Deve essere in ogni caso assicurato un migliore coordinamento con le istituzioni regionali e comunitarie per evitare nuove e pesanti penalizzazioni per l’agricoltura siciliana –conclude Lillo Firetto -.”