I Fratelli Cipolla, un duo creativo nel segno dell’ironia: giovedì va in scena “Cu nesci arrinesci”

arridi ca ti passa (3)Ironia, simpatia e allegria. Questi tre aggettivi sembrano cuciti addosso ai fratelli Giuseppe e Francesco Cipolla, che hanno fatto dell’ironia, in particolar modo, il loro stile di vita; hanno il merito di aver fondato una compagnia teatrale dal significativo nome di “Arridi ca ti passa”. Sì perché la risata può essere liberatoria, darci sollievo dai nostri pensieri e problemi,  farci vedere finalmente le cose a colori dove prima vedevamo nero, insomma può essere curativa molto più di un farmaco.

Il loro motto è infatti “Si un pinseri un ti lassa arridi ca ti passa“; contro tutti le ossessioni che ci possono attanagliare c’è la risata: sdrammatizzare, non prendersi troppo sul serio per trovare finalmente una soluzione, che può essere più semplice di quel si pensava.
Domani, giovedì 27 febbraio al Cineteatro Lupo andrà in scena “Cu nesci arrinesci” (Chi si allontana dal suo ambiente viene a trovarsi in una condizione migliore), si intuisce che si parlerà del fenomeno dell’emigrazione in Sicilia. Un fenomeno che, se fino agli inizi del 900’ per alcune persone era indispensabile per dare un futuro alla propria famiglia, al giorno d’oggi chi emigra non sempre lo fa per far fronte alla “fame” come un tempo, ma per trovare altrove quelle opportunità e quell’ambiente che permette di “riuscire”, cioè di sfruttare le proprie capacità in un lavoro adeguato. Cosa che in Sicilia a volte è addirittura impensabile, soprattutto perché chi ci governa non pensa mai di incentivare la condizione del meridione. E così la nostra terra si impoverisce sempre di più anche dei giovani che potrebbero cambiare le cose.

arridi ca ti passa (1)Cu nesci arrinesci” opera originale in tre atti ideata dai fratelli Cipolla e formata da un giovanissimo cast di attori, composto da Francesco e Giuseppe Cipolla nelle vesti di attori, Veronica Gagliano, Alessandra D’azzo, Manuel Latino, Giuseppe Mirabile, Marzia La Mendola, Giuseppe Mirabile, Carmela Lo Raso, Leonardo Moscato, Diego Palmeri, Giuseppe Falzone.
Immaginando già il mix di satira, ironia e risate che ci farà fare sentiamo cosa ci dicono i fratelli Cipolla.

Com’è nata la vostra passione per il teatro?
“Fin da bambini, sta praticamente nella nostra genetica, perché nella nostra famiglia abbiamo tanti esempi di teatranti. Comunque il maggiore esempio ce lo ha dato nostro papà Giovanni. Lui ha fatto fin da giovanissimo teatro con testi propri ed originali, facendo un teatro più serio. E noi fin da bambini siamo stati abituati da lui ad assistere a commedie, sia in televisione e soprattutto alle varie rassegne teatrali alle quali ci portava. Infatti ci accorgiamo che quando eravamo più piccoli c’era comunque molto più spazio per il teatro popolare siciliano e per il teatro in generale. E’ una cosa, dunque, che si porta nel DNA”.

Che difficoltà avete trovato per andare avanti con la vostra compagnia teatrale?
“La crisi economica vigente e purtroppo i tagli ai fondi economici destinati alla cultura che purtroppo sono tanti. Oggi come oggi, gli sforzi e i sacrifici sono sempre più gravosi sia per quanto riguarda l’allestimento di uno spettacolo teatrale, sia a causa del taglio dei finanziamenti da parte dello stato e degli enti locali in particolare. Noi giovani riceviamo pochissima attenzione da questi ultimi soprattutto se c’è da investire sulla cultura. E sicuramente tutto questo rende questa strada molto più difficile.”

arridi ca ti passa (2)Cosa significa per voi arte?
“Arte significa espressione di tutte le proprie passioni, ognuno giustamente della passione che ha. Non tutti possiamo essere teatranti, però noi crediamo che ogni persona debba puntare su qualsiasi passione che abbia nel migliore modo possibile. Arte è vivere secondo natura, come diceva Aristotele. Cioè seguire le proprie ambizioni, le proprie passioni. Per fare meglio qualcosa, bisogna prima capire per quale cosa si è nati, per quale cosa ci si vuole spendere di più. E poi i risultati sicuramente verranno.”

Se fosse nelle vostre possibilità, cosa fareste per migliorare la situazione qui a Ribera?
“Incentiveremo più collaborazione da parte di tutti, meno malignità, meno ostilità, convergere tutto verso una collaborazione di persone che hanno voglia di fare, ognuno nel suo campo ovviamente, però aiutarsi anche a vicenda e superare questo provincialismo, questo campanilismo che c’è e che ci rende sicuramente più arretrati.”

arridi ca ti passa (4)Cosa pensate del fatto che a Ribera non c’è nemmeno un teatro?
“Male. Perché ad esempio a Siracusa c’è dal IV sec. a.C., siamo un po’ in ritardo a riguardo. Vuol dire che la cultura ha poco spazio, non è soltanto una questione di commedia o di recite. Il teatro è uno spazio di cultura e quindi di ogni dibattito, di ogni incontro, di ogni manifestazione culturale, sia giovanile che non. E sicuramente tutto questo troverebbe uno spazio adeguato in un teatro; il fatto che non ci sia ancor oggi nel 2014 è sintomo di arretratezza culturale, arretratezza secondo noi ancora più grave di quella economica”.

La vostra compagnia teatrale si chiama “Arridi ca ti passa”, cosa rappresenta per voi la risata o l’ironia?
“Sicuramente un motto che è il fine di tutta la nostra attività. Oltre a un teatro comico, quello che vogliamo fare, il vero successo è quando il pubblico dimentica anche i piccoli pensieri quotidiani di ogni giorno tramite la risata, perché sicuramente, il teatro ha questa funzione: cioè quella di farci immedesimare e farci dimenticare un po’ qualche piccolo pensiero. Questo è secondo noi il successo. Ridere è dimenticarsi di tutti i pensieri. Attraverso la risata, che dura poco, anche un minuto due minuti, cercare di rilassarsi, questo è importante.”

Intervista di Mirella Ciliberto

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