– di Francesca Marrone
Psicoterapeuta cognitivo costruttivista in formazione
Il benessere attuale dei nostri figli e, soprattutto, la loro capacità di raggiungere e mantenere il benessere nell’età adulta trae origine da noi. I nostri comportamenti, i nostri atteggiamenti nei loro confronti possono influire sulla strutturazione di un adeguato senso di sé, sulla loro autostima, sulla loro capacità di creare e mantenere relazioni mature e soddisfacenti.
Per instaurare una comunicazione efficace è importante partire dall’ascolto, prestare interesse alle emozioni e alle opinioni o i pensieri che i figli possono esprimere. Questo è uno stile comunicativo che va costruito quotidianamente, con pazienza ed attenzione, già dai primi scambi verbali e non verbali (numero di scambi, varietà di segnali, ricchezza del linguaggio) al fine di agevolare lo sviluppo del linguaggio, le competenze comunicative e l’intelligenza.
E’ importantissimo considerare quello che dice il bambino, che ha bisogno di essere ascoltato attentamente e non con leggerezza, tuttavia un atteggiamento eccessivamente consensuale come dare sempre ragione, lasciarlo parlare continuamente nei momenti in cui bisogna frenarlo, impedisce lo sviluppo del proprio senso critico e la capacità di interpretare in modo obiettivo ed equilibrato un evento, una situazione o un argomento.
Il sostegno più importante è dato dall’essere ascoltato fino in fondo, dal sentirsi compreso, appoggiato, contenuto e dalla possibilità di confrontarsi con l’adulto quando questi ha un’opinione diversa dalla sua.
Uno degli aspetti più importanti della comunicazione familiare è l’apertura al dialogo, attraverso il quale avviene uno sviluppo armonico e sereno.
Bisogna non trascurare l’importanza della flessibilità e del cambiamento delle modalità comunicative adottate: mantenere lo stesso rapporto maturato con il figlio dall’infanzia rischia, infatti, di portare incomprensioni e continue spazientite richieste e provocazioni da parte del ragazzo, con il rischio di compromettere il dialogo e di ledere i rapporti.
In una famiglia è necessario che ci sia una qualche forma di controllo da parte dei genitori sui figli, ma ricordiamoci queste poche regole:
· Essere sempre chiari e coerenti. I figli hanno bisogno di sapere cosa aspettarsi come conseguenza dei loro comportamenti. I genitori possano cambiare idea, ma la cosa importante è che i figli provino un senso di certezza e di prevedibilità.
· Motivare i comandi. In questo modo si coinvolgono i figli in modo che si sentano uniti e partecipi della vita familiare al fine di ottenere da loro di più di quanto otterremmo usando dei modi imperativi.
· Porre delle restrizioni ragionevoli. I figli soffrono sia con le restrizioni eccessive che con la troppa permissività. I ragazzi con facoltà di manovra limitata tendono alla timidezza e sembra che il loro quoziente intellettivo sia più basso, probabilmente perché hanno meno opportunità di fare esperienza e di mettersi alla prova. D’altra parte, quando i genitori lasciano correre troppo, i figli diventano poco rispettosi degli altri, incapaci di adattarsi e soprattutto poco motivati al successo.
· Fidarci dei nostri figli. E’ fondamentale una fiducia di fondo, associata a caute indagini fatte chiedendo direttamente ai figli, in maniera tranquilla.
· Nutrire aspettative sufficientemente alte. Le aspettative basse nei confronti dei figli, porta a pensare di valere poco e a risentirne è la loro autostima e motivazione al successo. Delle aspettative troppo alte rischiano invece di produrre un’autostima gonfiata, che influisce negativamente sul successo reale e l’inserimento sociale.
· Aiutare con discrezione. Quando i figli sono in difficoltà, è utile fornire loro indicazioni il più possibile generiche, in modo che arrivino da soli alla soluzione, al contrario possiamo solo diminuire il loro senso di efficienza.
Il tono affettivo della famiglia è importante per la crescita dei figli. Un tono affettivo caldo, che si ha quando i genitori sono solleciti e disponibili non anteponendo le loro esigenze a quelle dei figli e stando volentieri insieme a loro manifestando affetto, determina legami saldi e lo sviluppo di un’autostima più elevata con maggior successo scolastico. I figli tenderanno, inoltre, a riprodurre lo stesso calore verso gli altri essendo più socievoli, sensibili e altruisti.
Bisogna sottolineare che un genitore che si apre al dialogo con i figli deve continuare a rivestire il suo ruolo di genitore. L’errore che spesso si fa è di porsi sullo stesso piano, come se si fosse “amici”. In questo caso i figli stanno male poiché avvertono la mancanza di un riferimento autorevole.Lo stile genitoriale autorevole (quando i genitori controllano, si aspettano comportamenti maturi, dialogano e sono caldi), quindi, si è rivelato maggiormente opportuno per la crescita dei figli. I figli di genitori autorevoli hanno un’autostima elevata, sono sicuri di sé, indipendenti, socievoli, altruisti, motivati al successo e di successo.
Ricapitolando, per il benessere dei nostri figli, e della nostra famiglia in generale, esercitiamo un controllo ragionevole, manteniamo un tono affettivo caldo, educhiamo al rispetto per gli altri, comunichiamo in modo aperto e forniamo un ambiente intellettualmente vivace e soprattutto mostriamoci dei genitori autorevoli.
Riferimenti bibliografici:
- “La comunicazione genitori-figli”, Centro per gli interventi in psicologia dell’età evolutiva, dell’adolescenza e psicologia della famiglia, Dipartimento di Psicologia Emotocognitiva per l’Età Evolutiva, l’Adolescenza e la Famiglia (SRM Psicologia), www.psicologia-sviluppo.com.
- Luigi Mastronardi, Il benessere con la psicologia (2004). Edizioni Tecniche Nuove, Milano.
Dott.ssa Francesca Marrone, Psicologo
Psicoterapeuta cognitivo costruttivista in formazione, psicologo del lavoro.
Per contatti: francesca-marrone@libero.it