Il nostro bel mare Mediterraneo, il nostro limpido cielo azzurro hanno fatto da cornice al Recital di Gianfranco Jannuzzo, che sabato 8 marzo ci ha fatto divertire e commuovere al cine teatro Lupo di Ribera.
Il tema dominante è stata la cultura e la bellezza della nostra Sicilia: i suoi scrittori, i suoi poeti, le popolazioni che qui si sono insediate e l’hanno dominata, la bellezza unica delle sue città. Il suo Recital è stato ricco di pathos e di suggestioni, anche grazie all’essenziale scenografia che ricreava un tempio di Agrigento e al coro di Santa Cecilia che soavemente ha cantato due arie, una delle quali “Va, pensiero”.
Nulla è mancato: dalla descrizione di noi siciliani nelle sottili differenze dialettali e di abitudini che esistono tra le varie città, alla descrizione dei siciliani in rapporto agli abitanti del nord Italia. Momenti poetici: il tema dell’emigrazione, affrontato con una delicatezza e una grazia priva di ostentazione. Un momento particolare e significativo è stato raccontare la città Agrigento: Iannuzzo descrive la sua bella e millenaria città in una maniera così coinvolgente da farcela scoprire come se fosse la prima volta che la vedessimo, senza alcuna forma di campanilismo.
Un momento particolarmente edificante è stato quando all’inizio del suo spettacolo Iannuzzo ha fatto salire sul palcoscenico un ragazzo di colore che abita a Ribera: facendo capire che il razzismo è un’inutile forma di chiusura mentale e che dobbiamo metterci nei panni dell’altro, chiunque esso sia. In questo caso è lo straniero, ma può essere il “diverso” in genere, e pensare a quando siamo noi siciliani ad essere considerati stranieri addirittura nella nostra stessa Italia.
Mirella Ciliberto