Gianfranco Jannuzzo incanta il pubblico riberese, raccontando la bellezza della nostra Sicilia

Il nostro bel mare Mediterraneo, il nostro limpido cielo azzurro hanno fatto da cornice al Recital di Gianfranco Jannuzzo, che sabato 8 marzo ci ha fatto divertire e commuovere al cine teatro Lupo di Ribera.

Gianfranco-JannuzzoIl tema dominante è stata la cultura e la bellezza della nostra Sicilia: i suoi scrittori, i suoi poeti, le popolazioni che qui si sono insediate e l’hanno dominata, la bellezza unica delle sue città. Il suo Recital è stato ricco di pathos e di suggestioni, anche grazie all’essenziale scenografia che ricreava un tempio di Agrigento e al coro di Santa Cecilia che soavemente ha cantato due arie, una delle quali “Va, pensiero”.

Nulla è mancato: dalla descrizione di noi siciliani nelle sottili differenze dialettali e di abitudini che esistono tra le varie città, alla descrizione dei siciliani in rapporto agli abitanti del nord Italia. Momenti poetici: il tema dell’emigrazione, affrontato con una delicatezza e una grazia priva di ostentazione. Un momento particolare e significativo è stato raccontare la città Agrigento: Iannuzzo descrive la sua bella e millenaria città in una maniera così coinvolgente da farcela scoprire come se fosse la prima volta che la vedessimo, senza alcuna forma di campanilismo.

agrigento avorio-acrilico su carta-50-60-2012 (Copia)Un momento particolarmente edificante è stato quando all’inizio del suo spettacolo Iannuzzo ha fatto salire sul palcoscenico un ragazzo di colore che abita a Ribera: facendo capire che il razzismo è un’inutile forma di chiusura mentale e che dobbiamo metterci nei panni dell’altro, chiunque esso sia. In questo caso è lo straniero, ma può essere il “diverso” in genere, e pensare a quando siamo noi siciliani ad essere considerati stranieri addirittura nella nostra stessa Italia.

Mirella Ciliberto

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