Domenica 16 marzo è stata rappresentata al teatro Aldo Nicolaj La Giara di Luigi Pirandello.
La Giara, inizialmente una novella del 1906 poi trasformata in una commedia in atto unico nel 1916, affronta uno dei temi cari del verismo di tradizione verghiana: la roba, cioè l’attaccamento eccessivo ai propri averi tipico della gente del meridione in particolare.
Nella commedia si evidenzia il carattere singolare dei personaggi, don Lollò e Zi Dima Licasi in primis.
Don Lollò è il despota che pensa di poter disporre a suo piacere sia dei suoi averi sia dei suoi braccianti. Zi dima è l’artigiano indipendente che va fiero del proprio lavoro e che non vuole sottostare alle angherie di don Lollò ma agire di propria iniziativa.
La versione dell’ “Associazione culturale Michele Palminteri” è stata frizzante e scoppiettante. Don Lollò è stato convincente: tutti possiamo dire di averne conosciuto uno nell’arco della nostra vita e non sempre abbiamo avuto il coraggio di ribellarci come fa Zi Dima Licasi.
Zi Dima Licasi: flemmatico e volontariamente irritante per arrivare al suo scopo cioè uscire indenne dalla giara, trova il modo di capire la psicologia di Don Lollò, di prenderlo in giro e di uscire vittorioso da quella situazione.
Buona interpretazione da parte delle donne, dei braccianti e dei bambini: ognuno ha saputo caratterizzare bene il proprio personaggio facendone uscire fuori tutto lo spirito dell’agrigentino e del carattere dei suoi abitanti. Musiche azzeccate: hanno dato a tutta la commedia una parvenza di festa. Festa paesana, festa di canti balli, di folklore. Festa religiosa e di quelle bellissime nenie che, al calar del sole, fanno da sottofondo a quella meravigliosa luna che tutti guardano estasiati.
Una bella scenografia che ricreava un tipico vicolo di un qualsiasi paese della provincia di Agrigento ha fatto da sfondo al tutto: così ognuno si poteva immedesimarsi e pensare che i fatti accadessero nel proprio paese di origine. Buona partecipazione di pubblico, che ha seguito con interesse e simpatia i ragazzi dell’associazione Michele Palminteri.