Arriva al Cine Teatro Lupo di Ribera giovedì 24 novembre “Come diventare grandi nonostante i genitori” la commedia diretta da Luca Lucini e scritta da Gennaro Nunziante con la presenza del giovane attore riberese, Emanuele Misuraca, accanto ad attori di fama internazionale come Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno e Mattew Modine.
Ha davanti a sé molte prospettive di emergere anche nella settima arte, Emanuele, che ha appena 20 anni e vive a Milano. Nel film interpreta una parte che gli calza a pennello: è il un pianista del gruppo musicale Alex & Co.
E’ stato il regista Lucini a contattarlo dopo avere visionato una sua intervista. Le riprese del film sono iniziate a luglio a Milano e poi in Toscana, a San Quirico d’Orcia dove il giovane riberese ha interpretato il pianista della band.
Emanuele è un ex studente del Toscanini di Ribera, ha una laurea magistrale ed è anche un musicista. Suona il pianoforte, partecipando a diversi concerti nel milanese.
Nel film “Come diventare grandi nonostante i genitori”, in uscita giovedì, vengono presi di mira i genitori con comportamenti competitivi verso i professori dei propri figli, al punto di contestare voti e programmi. In questo modo non fanno certo il bene dei propri figli, perché diventano ostacoli insormontabili alla loro crescita.
“Noi conosciamo meglio di chiunque altro i nostri figli e sappiamo quanto valgono e come e cosa gli si deve insegnare” – dicono i genitori nel film.
Letta così la trama, ma ci riserviamo un giudizio critico dopo la visione del film, sembra uno dei tanti film di taglio sociologico, ma privo di spessore. Ne escono a centinaia di questi film d’intrattenimento, che hanno però il difetto di non scavare mai a fondo nel vissuto dei personaggi, nella loro psicologia, nella reale caratterizzazione di contesti, sfondi e sfumature. Il che richiederebbe maggiore tempo, investimento e sacrifici da parte della produzione. Continuando a leggere la trama, scopriamo cosa fa, come reazione alle proteste dei genitori, la preside al liceo: decide di non aderire al concorso scolastico nazionale per gruppi musicali.
Per i ragazzi è un colpo mortale e, quando i genitori corrono a protestare, la dirigente decide di raddoppiare il lavoro quotidiano dei ragazzi, ai quali, dopo i primi voti bassi, viene prudentemente consigliato dai genitori di sottostare a quella decisione mal digerita.
Sembra una trama infantile, semplicistica. La dirigente scolastica usa l’arma della repressione, con i genitori che poi abbassano la cresta. Anziché concepire e realizzare questa tipologia di film, adatta alla visione di teenagers e genitori con eterna sindrome di Peter Pan, andrebbero meglio scandagliati i contesti relazionali, le difficoltà in termini di sviluppo emotivo dei soggetti ritratti nel film. Il consiglio che diamo alle future produzioni è dunque quello di fare meno film, ma di maggiore spessore.