L’11 Settembre 2001 è diventata una data storica incidendo le nostre coscienze.
Il pittore Francesco Guadagnuolo commemora il 15° anniversario dell’atto terroristico alle Torri Gemelle con una raccolta di opere e installazioni, perché il mondo non può non ricordarsi quando l’America fu dissestata dall’aggressione terroristica. La giornata del ricordo per gli Stati Uniti e il mondo è diventata un’occasione per rievocare la ricorrenza, con sofferenza e inquietudine, per le tante vittime e il tragico avvenimento che ha trasformato la nostra storia contemporanea e la vita stessa dell’umanità. Il presidente americano, Barack Obama, nel suo discorso ha detto: “La paura del terrorismo non deve stravolgere i nostri valori. non dobbiamo seguire chi vorrebbe dividerci o reagire in una maniera che intacchi il tessuto della nostra societa”. Se pensavamo che New York e gli Stati Uniti, fossero i soli avversari degli attacchi terroristici, oggi non è più così c’è anche l’Europa, ne sono prova recente le città di Parigi, Bruxelles e Nizza.
Nel volume monografico Metamorfosi dell’iconografia nell’arte di Francesco Guadagnuolo a cura di Antonio Gasbarrini e Renato Mammucari – Angelus Novus Edizioni e Edizioni Tra 8 & 9, in uno dei capitoli sono state riprodotte le opere originali del Maestro Guadagnuolo che celebrano l’accaduto, il dramma e le vicissitudini che hanno portato a quel doloroso evento che ha inorridito il mondo.
Un grande evento per l’arte internazionale contemporanea, a quindici anni dal grave attentato, la nota mostra-istallazione di Francesco Guadagnuolo itinerante nel mondo commemora l’attentato alle Torri gemelle, rivivendo il prima e il dopo-America di quegli anni, sino ad arrivare all’America di oggi, quella di Obama. Le opere di Guadagnuolo propongono la cultura della Pace, accompagnate dai versi del poeta Vito Riviello.
Il Maestro Guadagnuolo, sempre sensibile agli equilibri di pace nel mondo, è un reale difensore da quando è stato artista al Senato dell’Intergruppo Parlamentare del Giubileo realizzando opere come “Il Debito Estero”– verso una nuova solidarietà mondiale, esposta permanentemente nella Sala dell’ECOSOC del Palazzo di Vetro di New York e “Pace in Terra Santa” nata da un incontro con il Presidente Yasser Arafat in Palestina, è per questo che è stato insignito nel 2010 dal Presidente IIFWP-UPF Italia Prof. Giuseppe Calì del titolo di Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite.
Oggi l’artista ripropone quest’importante iniziativa nel descrivere la vita americana prima (before) e dopo (afterwards) l’11 Settembre 2001 con le sue icone e i suoi simboli, incidendo per non dimenticare, il tremendo dramma vissuto dai Newyorchesi e dal mondo intero all’abbattimento delle torri gemelle. Son passati quindici anni da quel tragico evento che ha portato guerre, distruzioni e crisi economica. Nell’intervista ha detto Guadagnuolo: «Spero che ci sia un cambiamento di rotta e alla cultura della morte possa essere sostituita la cultura della vita. Solo così il genere umano potrà essere salvato. A questo, spero, che si aggiunga la cultura per la difesa ambientale perché è un altro reale pericolo al quale l’umanità deve porre veri e seri rimedi».
Antonio Gasbarrini nella Rivista trimestrale online ZRAlt! (Anno III N. 12 /2016) ha scritto un articolo dal titolo Qundici terribili anni (2001-2016) d’idiota furia iconoclasta dei terroristi del terzo millennio: “…Francesco Guadagnuolo, nel ciclo dei dipinti transrealisti New York – New York, 11.09.2001: Afterwards (presentato in prima assoluta a L’Aquila nello spazio culturale Angelus Novus da me tuttora diretto), aveva incorporato on real time nelle sue opere le più significative videate trasmesse dalla CNN o da altre testate televisive, trasfigurate da un’indubbia quanto certificata maestria visionaria. Ho scritto, tra l’altro, a proposito di Guadagnuolo: «E quelle impeccabili finestre virtuali aperte sullo status symbol della mitogenia americana sono adesso realisticamente serrate a lutto, chiuse nel ristretto perimetro di un’opera ammutolita di fronte all’inenarrabilità dell’agghiacciante evento. Ma l’immagine può più della parola se la parola si trasmuta in immagine, e se la stessa scrittura di uno spartito musicale si fa “suono visivo” come si può percepire nel quadro “Ave verum op. 42” del Maestro Sergio Calligaris. Sono queste note a diffondersi negli spazi espositivi dell’itinerante mostra personale “ Omaggio a New York” concertata da poeti, musicisti e pittori idealmente presenti nel pacificante nome universale dell’arte e della cultura…».
Concludiamo con uno scritto di Vito Riviello:
“L’opera «iconica» su Obama di Francesco Guadagnuolo è un invito alla fraternità umana e un inno garbato e fermo all’attività politica come arte del riscatto dall’antica miseria, dai vieti pregiudizi e dai vincoli burocratici. Si potrebbe parafrasare Flaubert dichiarando. “Obama c’est moi”! Soprattutto il lavoro di Francesco Guadagnuolo è una rappresentazione libera della speranza, un sogno con un risveglio sognante”.