Giuseppe Di Vittorio si sarà rivoltato sicuramente nella tomba, dopo aver udito le parole del Presidente del Consiglio Mario Monti – (…) “Alcune disposizioni dello Statuto dei lavoratori ispirate ad un intento nobile di difendere i lavoratori hanno determinato un’insufficiente creazione di posti di lavoro”.
Voglio, fortemente voglio, ricordare al Premier Monti che i Padri Costituenti contribuìrono in maniera essenziale alla strutturazione delle basi del nostro Diritto del Lavoro, introducendo principi che lo Statuto del lavoratori avrebbe fatto propri.
Principi come quelli dell’articolo 1 – (L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione) e dell’articolo 4 – (La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società) che, oltre a decretare il lavoro come fulcro del nostro ordinamento repubblicano, ne sanciscono anche il diritto in capo ad ogni cittadino. L’affermazione del valore sociale e culturale del lavoro è stato il principio che ha sempre ispirato e accompagnato l’azione del sindacato.
Le parole pronunciate dal Presidente Mario Monti, ad un convegno all’Università Roma Tre, hanno dato la dimostrazione che questo Governo non è capace di soddisfare i bisogni di tutti, preferendo soddisfare i maggior interessi di una classe politica incapace di fronte ai seri bisogni dei lavoratori subordinati e spesso precari. Dice bene la Camusso: (…) “questo governo non ha un’idea di cosa fare per la crescita e lo sviluppo del Paese, un film già visto, il peggiore liberismo”. Susanna Camusso ricorda come proprio sugli attacchi allo statuto dei lavoratori e ai contratti – “abbiamo passato cinque mesi tra Palazzo Chigi e ministeri a discutere, e mi pare che tutto il mondo, compreso quello delle imprese, abbia dimostrato che quello non era il problema. Pensi piuttosto alle parole del ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, arrivando al workshop Ambrosetti a Cernobbio : “Il problema” di una escalation della tensione a causa della crisi “sicuramente c’è, cioè nel senso che le crisi sono serie e un po’ su tutto il territorio nazionale, però è anche vero che il Paese è un Paese che tiene.” Personalmente non so fino a quando.
Aldo Mucci
VERGOGNA…..VERGOGNA…..VERGOGNA