Il ponte Verdura e la pochezza delle Istituzioni: le amare riflessioni del dott. Marino.

® Foto di Sicanianews
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Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera di un nostro lettore, il medico di Ribera Giuseppe Marino.
La lettera contiene amare riflessioni sulla tristemente nota vicenda del crollo del ponte di Verdura, che non soltanto ha arrecato enormi danni all’economia ed alla serenità di molti cittadini, ma anche messo in evidenza l’inadeguatezza delle istituzioni nel sapere gestire in tempi più brevi l’emergenza.
Infatti, il giudizio di Marino sull’efficienza dimostrata dalle istituzioni è impietoso: egli non risparmia critiche a nessuno e, da cittadino arrabbiato, si domanda, agghiacciato, “in quale situazione drammatica ci saremmo trovati in una circostanza ben più grave, quale ad esempio un terremoto, gestiti dalla Pochezza di queste istituzioni?“.

Ecco il testo integrale della lettera.

Il ponte riapre, esattamente dopo 50 giorni dal crollo, ricordiamolo, di parte di una carreggiata. L’Anas con un ritardo, ingiustificato e imbarazzante, delle prove di carico sulla carreggiata rimasta integra, decide che la viabilità è sicura sia pur con le dovute limitazioni di transito e a senso unico alternato.
Breve cronistoria: il 2 febbraio alle 10:45 circa, (il sottoscritto lo attraversa alle 9:00 ) sotto gli occhi di tanti osservatori, crolla integro un pilone (ultracentenario) del ponte verdura; tutto ciò non avviene, naturalmente, né per un sisma né per del tritolo situato sotto il ponte.
Ci si domanda, chi ha cura e manutenzione della strada e del ponte? Risposta: l’Anas.
Ma veniamo immediatamente a dopo il crollo: un immobilismo generale, la confusione la fa da padrona.
Le Istituzioni tutte (nessun escluso): i Sindaci del territorio, il Presidente della Provincia, la Protezione Civile, il Genio Civile, sua eccellenza il Prefetto e persino il Presidente della Regione Siciliana, a turno, dibattono, disquisiscono, promettono aria fritta.
Non c’è uno che si assume le proprie responsabilità – sostiene il dott. Marino – , prevale un atteggiamento pavido e compiacente, quando invece bisognava far di tutto per fare dichiarare, a chi di dovere, lo stato di Emergenza e di Calamità, situazione che avrebbe cambiato molte cose.
I disagi per chi attraversa il percorso “alternativo” imposto dall’Anas sono subito evidenti : un calvario pieno di rischi e pericoli.
Come non menzionare altresì, gli ingenti e incalcolabili danni economici che ricadono sul territorio e in particolare sul settore Agricolo.
Ma ormai è “acqua passata” e in attesa della ricostruzione provvisoria, ricordiamolo, la viabilità ad un certo punto sarà di nuovo interrotta, questo è evidente, per dar modo di completare i lavori di rifacimento della carreggiata mancante.
Pensierino finale: qualche lettore potrebbe chiedersi come mai nella, pur breve, mia riflessione non c’è ombra di accenno ai Politici Nostrani? La risposta è presto data: citarli sarebbe vilipendio di cadavere.
Il crollo del ponte ci ha fatto capire come una situazione seria e grave sia stata gestita male e condotta peggio.
Non oso immaginare in quale situazione drammatica ci saremmo trovati in una circostanza ben più grave, quale ad esempio un terremoto, gestiti dalla Pochezza di queste istituzioni.

26-03-2013

Giuseppe Marino

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