Il Senato renderebbe più difficili le trivellazioni petrolifere nel nostro mare.

Il Senato della Repubblica ha approvato ieri, martedì 3 marzo, durante la discussione del ddl sui reati ambientali, una mozione di indirizzo e un emendamento che, se confermati, renderanno più difficili le operazioni di ricerca di idrocarburi. L’ordine del giorno promosso da Gal e FI e votato da tutte le opposizioni, impegnerebbe il Governo a sospendere il rilascio di nuove concessioni in attesa del recepimento in Italia della direttiva europea offshore che è in aperto contrasto con le recenti modifiche della normativa europea. Tale indirizzo, se fosse seguito dal Governo, ci regalerebbe alcuni mesi di tranquillità ed eviterebbe che le concessioni siano approvate col titolo unico concessorio della durata di 52 anni, in aperto contrasto con la normativa Europea.

Il condizionale è d’obbligo in quanto gli atti di indirizzo fino ad oggi sono stati sistematicamente disattesi dal Governo. Speriamo, anche se non ci crediamo molto, che questa volta Renzi segua gli indirizzi del Parlamento.

Un vero e proprio coupe de theatre è l’approvazione dell’emendamento 1.80, proposto tra gli altri dai Senatori D’Alì e Ruvolo e fatto proprio da M5S e SEL, che introduce il reato ambientale punibile da 1 a 3 anni per chi fa ricerche di idrocarburi a mare con air gun. Se questo provvedimento fosse confermato in terza lettura alla Camera, si creerebbe un serio ostacolo alle ricerche di idrocarburi nel nostro mare.

Ci riteniamo questa volta soddisfatti dal comportamento dei nostri rappresentanti al Senato (D’Alì, Ruvolo, gruppi di opposizione e anche il Senatore Marinello che ha votato a favore dell’emendamento contrariamente alle indicazioni del suo gruppo), augurandoci che i loro colleghi alla Camera e il Governo possano tradurre in legge queste buone intenzioni.

Il Comitato Stoppa La Piattaforma

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