Illegittima la richiesta di consegna degli impianti idrici ai Comuni dell’Ato di Agrigento, secondo La Rocca Ruvolo

Per i deputati regionali Margherita La Rocca Ruvolo dell’Udc e Giovanni Panepinto del Partito Democratico, è illegittima la richiesta di consegna degli impianti idrici ai Comuni dell’ATO di Agrigento da parte del Dirigente generale del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, Domenico Armenio. Attraverso un’interrogazione parlamentare, indirizzata al Presidente della Regione, on. Rosario Crocetta, e all’Assessore per l’Energia e i Servizi di pubblica utilità, Valeria Contraffatto, i due parlamentari agrigentini chiedono l’applicazione del comma 6 della legge regionale n.2 del 2013, che consente ai Comuni che non hanno consegnato gli impianti di continuare la gestione diretta sino all’applicazione della nuova legge.

E’ possibile che un dirigente generale dell’amministrazione regionale stabilisca che “la normativa statale ha inevitabilmente vanificato l’efficacia della disposizione di natura transitoria e generale contenuta nella legge regionale n. 2/13, comma 6?” -si chiedono i deputati La Rocca Ruvolo e Panepinto-.
In attesa di conoscere quali misure il Governo intende adottare perché l’amministrazione regionale si attenga alle norme stabilite dal legislatore in sede di Assemblea regionale siciliana, riteniamo opportuno che si proceda con il diffidare il dirigente generale del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti dall’adottare atti successivi, quali l’attivazione del provvedimento sostitutivo e, quindi, la nomina del Commissario ad acta”.

Nel ricordare che il T.A.R. Sicilia ha emanato una sentenza a favore del Comune di Menfi contro l’Ato di Agrigento facendo riferimento proprio al comma 6 della legge regionale n. 2/2013 -affermano i due parlamentari –, va rilevato che nella diffida, pervenuta ai Comuni rientranti nella fattispecie del citato comma 6, non viene richiamato nessun atto di indirizzo dell’Assessore competente, né del Presidente della Regione, né dall’ufficio legislativo della Regione, né di nessun altro organo consultivo e politico della Regione”.

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