Intervista al segretario generale Uilp Uil Sicilia Antonino Toscano

Antonino Toscano, segretario generale Uilp Uil Sicilia
Antonino Toscano, segretario generale Uilp Uil Sicilia

Vogliamo una Regione e uno Stato attenti e sensibili alle istanze dei più deboli”

Lo scorso 29 novembre si sono riuniti a Roma gli attivi delle confederazioni dei pensionati di UIL, CGIL e CISL per un’ analisi sui contenuti della legge di stabilità in discussione in Parlamento. Particolare attenzione, nell’ambito dell’iniziativa sindacale, è stata dedicata alla necessità di diminuire la pressione fiscale a lavoratori dipendenti, pensionati ed imprese; in merito al sistema previdenziale, inoltre la Uil Pensionati ha chiesto, congiuntamente alle altre sigle sindacali, di rivedere e correggere “gli elementi di iniquità e rigidità introdotti dall’ex ministro Fornero”: ritiene che il governo Letta saprà fornire le giuste risposte alle vostre istanze?

Il pensiero condiviso dai sindacati è che la manovra non affronti alla radice i problemi rilevanti che sta vivendo il nostro paese, con ripercussioni molto preoccupanti sulle famiglie e soprattutto sulla parte più povera della società. Il dibattito, molto partecipato, ha ribadito che se non si fronteggiano nodi cruciali quali l’evasione fiscale, la corruzione e la revisione della macchina amministrativa, se non si riducono i costi della politica e non si mette mano alla rivisitazione del fisco, che grava sostanzialmente su lavoratori dipendenti e pensionati, non sarà possibile uscire dall’emergenza in atto: qualsiasi ambizione di crescita rimarrà pertanto un miraggio. Non indicizzare le pensioni e non intervenire seriamente sul cuneo fiscale significa non risollevare i consumi interni e quindi non agevolare la crescita con tutto quello che ne può derivare.

Le associazioni di categoria e i sindacati dei commercianti prevedono un’ulteriore contrazione dei consumi a ridosso delle festività natalizie ormai alle porte nonché esiti nefasti per i saldi di inizio anno. La Uil Pensionati ha sempre ribadito che risollevare gli acquisti sarà possibile solo se pensionati e dipendenti pubblici disporranno di maggiori risorse economiche; questo è senz’altro veritiero, ma occorrerebbe altresì tutelare quelle imprese che hanno scommesso sull’innovazione e che sono in grado di generare occupazione, perché ciò determinerebbe un circolo virtuoso in grado di rilanciare le sorti dell’economia.

Per anni nel nostro paese la sofferenza della piccola e media impresa è stata, ed è, rilevante: basti pensare che dal 2006 ad oggi si sono persi 1 milione e 200 mila posti di lavoro a causa, nella stragrande maggioranza dei casi, della chiusura di tante attività imprenditoriali e della riduzione drastica sia negli assetti che nell’occupazione della grande industria rappresentata da colossi quali ENI e Fiat. Il calo dei consumi del mercato interno è stato drastico; è a tutti noto che l’80% del Pil nostrano è infatti destinato al fabbisogno degli italiani, e che solo il restante 20% viene invece impiegato per le esportazioni. Le tasse pagate sono insostenibili, il comportamento del sistema bancario certamente non aiuta perché il costo del denaro è molto elevato, la burocrazia non è affatto snella e le spese improprie legate spesso al malaffare sono notevoli: soltanto un paese miope come il nostro non riesce a comprendere come il supporto a beneficio delle piccole e medie imprese si traduca in crescita e sviluppo per tutti.

In Italia le politiche sociali hanno sempre rivestito un ruolo secondario negli interessi dei governi di ogni colore; eppure sappiamo bene che uno Stato con un sistema di welfare efficiente e attento ai bisogni della collettività rivela una classe politica e dirigente matura, capace di sintonizzarsi con i bisogni della gente. Nel nostro Paese, non si è mai riusciti a prendere le distanze dal cosiddetto “modello familiarista”, ovvero lo Stato sociale che si fonda sulla famiglia quale cardine dominante della solidarietà, come prevede la legge con l’affermazione dell’obbligo alimentare, con l’integrazione di dispostivi sviluppati a livello locale; tutto ciò non di rado si traduce in forti disuguaglianze territoriali in termini di accesso ai servizi. Come sanare queste anomalie e superare un modello di welfare ormai datato?

L’Italia ormai da anni guarda sempre meno attentamente al sociale: nel bilancio statale, per l’anno 2013, sono stati previsti per il welfare solamente 300 milioni, tra l’altro non tutti disponibili. Quello che sta avvenendo con i malati di SLA, che continuano a manifestare nei lettini e nelle carrozzelle davanti alle istituzioni per rivendicare il diritto di vivere, è semplicemente vergognoso e certamente non degno di un paese civile.

Il tema della disabilità è spesso al centro delle azioni sindacali della Uil Pensionati, che ha dato vita ad una campagna di sensibilizzazione sul territorio nazionale, con l’obiettivo di accendere i riflettori sui disagi comportati dalle barriere architettoniche alla popolazione con ridotta capacità motoria o sensoriale. Malgrado l’impegno del sindacato sia molto forte su questo versante, le istituzioni ad oggi hanno rivelato una scarsa sensibilità, prova né è anche l’assenza di una legge ad hoc che garantisca fondi per la non autosufficienza.

Il nostro paese è stato pensato e costruito per un’attesa di vita dei propri cittadini di gran lunga inferiore a quella attuale: dai 60 anni si è passati quasi agli 80 con la conseguenza che l’assetto urbano va re-ingegnerizzato; avere constatato come ancora oggi le barriere architettoniche continuino a persistere sia negli uffici pubblici che nelle abitazioni private, senza che lo Stato e soprattutto la nostra Regione – che nel proprio bilancio non ha inserito neanche il capitolo di spesa dedicato – diano una risposta vera al problema, è veramente grave e fa rilevare il tasso di insensibilità della nostra classe politica.
anzianiL’allungamento della vita media dei cittadini italiani ha come conseguenza ulteriore l’aumento del fenomeno della non autosufficienza: nel maggio scorso la Ferpa, il sindacato dei pensionati europei, aveva promosso l’Ice (Iniziativa dei cittadini europei), uno strumento previsto dal trattato di Lisbona che prevede, in caso di raccolta di un milione di firme da parte di almeno sette nazioni dell’Unione europea, la costituzione di un quadro di riferimento legislativo a cura della Commissione Europea , al quale i paesi membri si devono attenersi di conseguenza. La richiesta per avere diritto alle cure di lunga durata, un tempo condivisa dal presidente della Commissione e dai parlamentari europei del partito socialista,  è stata recentemente respinta dallo stesso organismo: un comportamento che segna una pericolosa rottura con il mondo dei pensionati e delle persone anziane e con tutti i cittadini dell’Unione; ancora una volta sono prevalse quelle considerazioni di carattere burocratico e contabile, che da tempo stanno ispirando la politica dell’Ue, sempre più orientata al progressivo allontanamento dei cittadini dalle istituzioni europee e dalla stessa Europa. Il sindacato tutto è certamente amareggiato ma non scoraggiato, e continuerà con le proprie iniziative in questa battaglia di civiltà che deve determinare un esito certo e positivo.

Tornando al tema delle pensioni, l’Ocse di recente ha lanciato un allarme, riguardante il rischio povertà per le generazioni future una volta raggiunta la terza età: nello specifico, gli esperti ritengono che in Italia “adeguare i redditi pensionistici sarà un problema soprattutto per i lavoratori con carriere intermittenti, impieghi precari e mal retribuiti”. L’organizzazione parigina addebita la colpa di tutto questo al nostro metodo contributivo e all’assenza di pensioni sociali.
Lei che ne pensa?

La lotta al precariato non è solo un’ esigenza legittima, ma è anche fondamentale per il mantenimento futuro dello stato sociale: se non si versano i contributi perché il lavoro è intermittente o inesistente, non solo non si riesce a vivere ma si mette in seria discussione l’attuale sistema pensionistico, seppure insoddisfacente. Oggi la disoccupazione è pesantemente crescente, un giovane su due non lavora e oltre un milione di persone ha perso il lavoro: la nostra è una società malata e senza prospettive, la politica deve prenderne atto ed operare di conseguenza perché, se non arrivano misure immediate, è a rischio la tenuta delle stesse istituzioni; i cittadini sono esasperati,  pretendono risposte e non sono più disponibili ad ascoltare dibattiti televisivi e giornalistici senza che ci sia alcuna consequenzialità.

Spostiamoci in Sicilia: in qualità di segretario generale della Uil Pensionati regionale, Lei ha spesso dichiarato come l’interlocuzione con le amministrazioni comunali sia il primo passo da compiere nella direzione delle risorse da destinare alla spesa sociale. Il 2013 è stato, in tal senso, un anno intenso scandito da molte vertenze territoriali. Quali risultati sono stati ottenuti?

E’ in atto finalmente un confronto serio con il governo regionale sul tema delle politiche sociali, anche se
l’approccio al tema va completamente modificato: occorre passare da un sistema clientelare con finanziamenti a pioggia, il cui obiettivo è favorire il referente di turno senza che i cittadini interessati traggano alcun beneficio, ad un sistema  di accentramento delle risorse disponibili per scegliere le priorità in relazione ai bisogni derivanti da una mappatura ad hoc, ad oggi peraltro quasi inesistente. Occorre proseguire con i confronti sui bilanci comunali coinvolgendo tutti i Comuni dell’isola e dando continuità all’esperienza confortante compiuta in tal senso nel 2013: nonostante la riduzione progressiva delle risorse destinate alle municipalità continuiamo a riscontrare sprechi, inefficienze, carenze organizzative e costi fissi non sostenibili ed inaccettabili. Ci stiamo altresì confrontando con il governo regionale: è in itinere la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che finalmente affronta le problematiche del sociale con la convinzione che si possa e si debba dare un minimo di risposte concrete che soddisfino i bisogni della popolazione siciliana, purtroppo sempre più povera.

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