“La più bella del mondo”: Benigni incanta il pubblico.

– di Margherita Ingoglia

benigni webGli show di Benigni sono sempre dirompenti e irripetibili. L’ironia e la commozione anche questa volta sono risultati gli ingredienti pliniani per magnificare “La più bella del mondo”, I principi fondamentali della Costituzione Italiana. Lo ha fatto a modo suo nello show di ieri sera andato in onda su Rai Uno. Nel Teatro 5 di Cinecittà, Benigni parla con i giovani. Un monologo sull’attualità poi l’esegesi dei princìpi fondamentali, per due ore di fila, senza spazi pubblicitari, senza interruzioni. Una capacità sorprendente quella di Benigni nel riuscire a rendere semplice ciò che non lo è, presentando a milioni di persone qualcosa che è sempre stata presente ai loro occhi ma che, con lui, sembra di guardarla veramente per la prima volta. La data 17-12-2012, non e’ casuale, in questa stessa data qualche anno prima infatti il comico fiorentino presentava al pubblico il film capolavoro de “La vita è bella”.
Lo show “La più bella del mondo” inizia con Benigni che entra sulle note de Il partito del pinzimonio, di Nicola Piovani. Ringrazia i vertici della Rai, il presidente e direttore generale per avergli concesso quella “serata specialissima”. Ringrazia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e anche il papa. Ma la sua performance riparte da lui, Silvio Berlusconi.
“Abbiamo ricevuto due Brutte notizie nel mese di Dicembre – afferma – catastrofiche direi. Una è la previsione della fine del mondo ma, non e’ la più brutta. L’altra ci ha spappolati tutti- continua Benigni- Se c’e un italiano che potrebbe andare in pensione quando vuole è lui, ma non c’e verso. S’è ripresentato, è la sesta volta. Ma ha detto che la settima si riposa”. L’ironia sull’allora premier, rimane inossidabile.
“…Poi lui dice che noi ce l’abbiamo con lui. Ma a sto punto e’ lui che ce l’ha con noi – continua – ha diviso l’Italia in due, da una parte i contrari e dall’altra i disperati”.
Poi incalza sulla polemica delirante di Berlusconi e del suo pupillo Angelino Alfano, presentato quasi come una povera vittima nelle sue mani “anche Angelino Alfano. Non s’è capito cosa vuol fare con lui: lo manderà dalle primarie al primario”. Applausi e risate nella prima parte dello show , poi incalza la storia, il ricordo di quegli uomini che hanno scritto le pagine della costituzione.
“La Costituzione ha due nemici: l’indifferenza alla politica. La politica e’ la scienza più alta per riuscire a costruire la nostra vita insieme. Voi dovete amare la politica. Perché rimanerne indifferenti significa non interessarsi della propria vita e a quella dei propri figli. Disprezzare la politica e’ come disprezzare
se stessi. Se un padre schiaffeggia il proprio figlio non e’ la paternità che deve essere colpevolizzata, e’ quel padre che non va bene.”
Sottolinea l’importanza del voto come unico strumento per essere parte attiva della politica: “Per ottenere il diritto al voto sono morte migliaia di persone ognuno di noi porta il suo contributo verso il giusto o l’ingiusto. La cosa più terribile e’ non votare. Non tirarsi fuori altrimenti è come essere dei Ponzio Pilato. Se ci si lava le mani dinanzi la politica, e si rimane indifferenti, la folla darà ragione a Barabba.”
Batte forte sull’importanza della Costituzione che a differenza della Legge che vieta e limita i comportamenti degli individui, la Costituzione ‘e’ tutto un si, e’ la legge del desiderio. Ed è stata fatta affinchè gli uomini siano uguali dinanzi ad essa.” poi Ricorda i nomi dei padri costituenti e dei padri della patria, i nomi, le persone come Calmandrei, Alcide de Gasperi, Giorgio la Pira, Benedetto Croce, Pietro Nenni e l’”autore di passaggi fondamentali della Costituzione un pugliese di 29 anni, Aldo Moro”.
Per spiegare l’articolo uno, Benigni spiega la parola “Repubblica” grazie alla quale Il popolo e’ diventato parte attiva della vita politica. E ‘socio’ nelle decisioni politiche. “Quando si spendono i soldi pubblici, si spendono soldi nostri, che ci appartengono, e’ un peccato mortale. La sovranità appartiene al popolo: la sovranità appartiene a noi” . Poi spiega con commossa vigoria, il valore e la dignità nella parola “lavoro”: “La nostra è una Repubblica Fondata sul lavoro. Lavoro e’ la collocazione del sistema. Il contributo che ognuno di noi può dare alla comunità, agli altri. Non sul privilegio o sul lavoro degli altri, ma su noi”. Prosegue con l’articolo due, e i diritti inviolabili dell’uomo, e i doveri inderogabili. Parla del sentimento della solidarietà reso un dovere affinchè anche la felicità sia un privilegio più diffuso possibile perché “La solidarietà ci distingue come esseri umani. Magnifica il vangelo. Fai agli altri cio che vorresti fosse fatto a te. I padri costituenti sono riusciti a mettere insieme Darwin e il vangelo” .
L’articolo 3, che prescrive l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, “l’hanno scritto a Woodstock, è Imagine di John Lennon trent’anni prima. Me li immagino a Montecitorio, come fricchettoni, che si passano il cannone… Perché se per la storia non siamo uguali, per la legge si è tutti uguali”. Magistrale la spiegazione dell’articolo 4 nel quale incalza l’importanza del lavoro: “Quando si perde il lavoro si perde se stessi. Il lavoro da forma alla nostra vita. La busta paga non e’ avere, e’ essere.”
Scherza sarcasticamente sull’omonimia di Umberto Terracini con Umberto Bossi per la stesura del quinto articolo per il quale l’Italia è una e indivisibile “Umberto – dice Benigni – scrivi: Italia una è indivisibile”. Nella spiegazione dell’articolo sei, invece propone, a tutela delle minoranze linguistiche, come da Costituzione, la promozione della ricchezza della cultura italiana, e propone un “Language Day “ un giorno dedicato alla lingua italiana tutelando la ricchezza dei dialetti.
Con L’articolo sette cita Dante. “Era un intellettuale laico, che non significa essere ateo. Laico significa dividere le proprie emozioni personali dalle questioni istituzionali, dello stato. Il potere della chiesa e il potere dello Stato devono essere indipendenti. La chiesa non deve interpretare la legge o indirizzarla verso una direzione, e lo stato non deve utilizzare la chiesa per scopi personali”. Poi insiste sulla libertà delle confessioni religiose tutte ugualmente libere dinanzi la legge: “Tutte hanno pari diritto a meno che non contrastino con la legge dello stato, con la politica dello stato. – e prosegue- Lo stato non può avere
una religione, sedi mettiamo un marchio, si ammazzano tutte le altre libertà.” Per l’articolo 9 parla di identità di un paese solo promuovendo lo sviluppo della cultura e la tutela del paesaggio poiché entrambi sono patrimonio storico e artistico. “Investivano sulle persone, questo è il capitale che frutta. Oggi sembra
una spesa investire sulle persone. Ma occorre guardare lontano. I nostri padri costituenti Hanno protetto la nostra memoria. Il principio giuridico di questo articolo riguarda la nostra memoria storica perché dobbiamo sempre sapere chi siamo”. Il volo dell’articolo dieci nel gesto dei padri costituenti di aprirsi verso il mondo per tutelare i propri fratelli emigrati e per essere orgogliosi dell’importanza della nostra Costituzione che: “La legge italiana fatta dal nostro voto non ammette di strangolare, fulminare, fucilare un altro uomo per fare giustizia. Non esiste in italia la figura del boia o del carnefice. Solo gli assassini uccidono.” E rincalza il concetto con l’articolo 11 nel quale sottolinea il verbo “ ripudiare” : L’italia ripudia la
guerra. Ripudia e’ una parola biblica, una condanna morale. La guerra Distrugge, deforma, nessuna guerra causa un dolore inferiore a quello che affligge”. Ma sull’ultimo articolo si commuove quasi parlando della descrizione della bandiera fatta dai padri costituenti e descritta con parole semplice, quasi fosse il tema di un bambino: “la bandiera della repubblica. Un simbolo messo tra i principi fondamentali e descritta come fosse il tema di un bambino. La Costituzione e’ un giacimento d’oro. Un regalo.”
Dobbiamo “vantarci di amare la nostra patria, di amare il mondo. L’Italia come patria non ci basta dobbiamo diventare mondo, ma mantenendo la nostra particolarità di italiani”.

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