Da lunedì 29 luglio gli studenti dell’istituto superiore di studi musicali Toscanini di Ribera stanno autogestendo l’istituto che rischia di essere chiuso per i tagli dei fondi. Questi ragazzi non vogliono che i loro sogni vengano infranti, che tutti gli anni di sacrifici spesi nello studio della musica e nell’imparare uno strumento musicale vengano buttati al vento. Perché per loro la musica è il futuro, alla stessa maniera di chi studia medicina o legge.
Sì, perché chi fa musica, anche se apparentemente sembra farlo senza sforzo, deve studiare molto per raggiungere i risultati sperati. Lo sanno bene gli studenti dell’istituto Toscanini che vogliono continuare a studiare a Ribera come hanno sempre fatto e non altrove, appellandosi al diritto allo studio. Questi sono alcuni stralci della lettera aperta del presidente della consulta degli studenti Caterina Brocceri.
Due i sentimenti che emergono: delusione e indifferenza; indifferenza con cui le istituzioni hanno assistito, impotenti alla “perdita” di un altro patrimonio culturale del nostro Paese. Sorge quasi spontanea la domanda: qual è il nostro futuro? Vista l’attuale crisi finanziaria sarebbe impossibile per parecchi studenti recarsi altrove per continuare serenamente il loro percorso di studi; altri, con molta probabilità, li interromperanno…”
L’Italia è per eccellenza il paese della Cultura e della Bellezza ma con profondo rammarico ci duole affermare che il Sapere, la Cultura in generale, vengono continuamente mortificati: ormai è consuetudine nel nostro Paese effettuare tagli finanziari laddove all’estero, anche in tempi di crisi, si continua ad investire.”
Caterina Brocceri, Presidente della Consulta per gli Studenti, si è fatta portavoce della protesta dei suoi colleghi dell’istituto Toscanini.
Qual è il motivo di questa agitazione?
“Perché dal mese di maggio al nostro istituto, che nasce come un istituto provinciale, gli sono stati soppressi i finanziamenti. Dal mese di maggio infatti i professori non percepiscono gli stipendi, perché è successo che, con il fatto che le province sono state sostituite con i liberi consorzi comunali, ovviamente l’ente finanziatore viene a decadere. Quindi noi chiediamo la serenità di poter continuare il nostro percorso di studi, chiediamo alla Regione siciliana di farsi carico del finanziamento, in attesa che il nostro istituto diventi per legge statale. Chiediamo alla Regione che l’istituto venga finanziato per sei anni, dopodiché diventerebbe statale.”
Se non dovesse accadere, avete mai pensato alla possibilità di trasferirvi altrove, in un altro istituto?
“Noi chiediamo di poter continuare a studiare qua, a Ribera, perché non tutti hanno le possibilità economiche di trasferirsi altrove, ad esempio a Palermo.”
Quindi l’istituto è stato autogestito per questo?
“Sì, inizialmente avevamo pensato ad un’occupazione, poi però abbiamo deciso per un’assemblea permanente. Così staremo qua, in istituto, dalle dieci del mattino fino alle otto di sera.”
Tutto questo fino a quando?
“Fino a quando non avremo delle risposte certe. Noi sabato 27 luglio siamo stati con una delegazione di studenti a Sambuca di Sicilia, in occasione di un seminario in cui era presente tutta la giunta siciliana.
Abbiamo fatto una protesta bianca parlando con gli assessori Scilabra e Valenti che ci hanno rassicurato sulla situazione, ma a noi non bastano le rassicurazioni, noi vogliamo le risposte certe, vogliamo nero su bianco. Perché noi stiamo difendendo il nostro diritto allo studio. Come Crocetta disse, la Cultura deve essere una ricchezza per la Regione Siciliana e non un peso che gravi sullo Stato. Oggi mi duole affermare che viene continuamente mortificata la Cultura e il Sapere in Italia. Laddove all’estero si continua a finanziare in tempi di crisi, qua in Italia dovrebbero tagliare altre cose, eliminare altri sprechi inutili e non sulla cultura. Credo che investire sulla cultura sia un buon investimento.”
Quali saranno le vostre prossime mosse?
“ Noi stiamo organizzando una manifestazione eclatante, quando ancora è ancora da stabilire.”
Intervista di Mirella Ciliberto
Di seguito la lettera aperta del presidente della Consulta degli Studenti, Maria Brocceri.
Il nostro futuro non si tocca!
… “Qual è il grande pericolo della situazione attuale? L’ignoranza. L’ignoranza più ancora che la miseria. L’ignoranza che straripa, che ci assedia, che ci investe da tutti i lati. È col favore dell’ignoranza che certe dottrine distruttive passano dalla mente spietata dei teorici al cervello confuso delle folle. […] È in un momento simile, davanti a un tale pericolo, che si pensa di attaccare, di mutilare, di spogliare tutte queste istituzioni che hanno come scopo preciso di perseguire, di combattere, di distruggere l’ignoranza!” .
E’ questo un breve stralcio del discorso sul Sostegno alle lettere e alle arti. Sul periodo dell’ignoranza contro i tagli alla Cultura, letto nel Parlamento francese dallo scrittore e deputato Victor Hugo. Nonostante siano passati più di 160 anni, dalla sua composizione, continua ad essere un testo attuale.
Condivisibile o meno l’opinione dello scrittore, rimane la testimonianza di un discorso limpido che evidenzia come oggi la situazione intorno ai finanziamenti e alla valorizzazione del patrimonio di una nazione è rimasta immobile, almeno in Italia!
E’ uno stralcio che oggi, come non mai, crediamo rispecchi appieno la situazione asfissiante che da mesi il nostro Istituto Superiore di Studi Musicali “A.Toscanini” di Ribera, ingiustamente, è costretto a subire. Ci sfuggono le ragioni di una simile volontà punitiva!
Due i sentimenti che emergono: delusione e indifferenza; indifferenza con cui le Istituzioni hanno assistito, impotenti, alla “perdita” di un altro patrimonio culturale del nostro Paese. Sorge quasi spontanea la domanda: qual è il nostro futuro? Vista l’attuale crisi finanziaria sarebbe impossibile per parecchi studenti recarsi altrove per continuare serenamente il loro percorso di studi; altri, con molta probabilità, li interromperanno.
Riecheggiano in noi ancora le parole pronunciate dell’attuale premier, Enrico Letta alcuni giorni dopo la sua nomina: “mi dimetto in caso di tagli alla Cultura, alla Ricerca e all’Università”. Ci chiediamo: che cosa ne penserebbe il Presidente del Consiglio se venisse a conoscenza delle ingiuste tribolazioni che il nostro Istituto e non solo (ci riferiamo agli Istituti Musicali di Catania e Caltanissetta) stanno subendo in questo periodo?
Speriamo non si arrivi a una tale soluzione ma auspichiamo fortemente che il Governo porti a bordo gli impegni presi.
L’ Italia è per eccellenza il paese della Cultura e della Bellezza ma con profondo rammarico ci duole affermare che il Sapere, la Cultura in generale, vengono continuamente mortificati: ormai è consuetudine nel nostro Paese effettuare tagli finanziari laddove all’estero, anche in tempi di crisi si continua ad investire.
IL NOSTRO FUTURO NON SI TOCCA.
Fiduciosi affidiamo alle Istituzioni la migliore soluzione per il nostro avvenire .