L’amore è passione, sofferenza, ossessione, è follia. Ha poco a che fare con i sentimenti idilliaci e paradisiaci che si pensa dovrebbe avere. Anzi l’animo di chi ama si incupisce, diventa nero specialmente se ha il sopravvento il dubbio, la gelosia, il sospetto.
Si arriva perfino a voler spezzare la persona amata che ha osato tradire l’amore, che ha osato darsi ad altri, che ha osato farsi beffe dell’amato e della sua dedizione tanto che si può arrivare a pensare che l’unica maniera per lavare l’onta sia uccidere il traditore. Questo prova Otello, interpretato da un ineguagliabile Marco Berti e su questi sentimenti soffia compiaciuto un mefistofelico Iago, interpretato da un bravissimo Roberto Frontali.
In una scenografia a sfondo nero, a rappresentare l’anima, creata da Nicola Rubertelli, si muovono i personaggi dell’Otello, come se le loro vicende accadessero direttamente dentro la loro anima che diviene nera per i sentimenti cupi che si vengono a creare. Quella martoriata dal sospetto di Otello, quella malefica di Iago e quella candida, ma ingiustamente accusata di tradimento, di Desdemona, interpretata dall’armena Lianna Haroutounian. Ai loro pensieri e sentimenti danno maggiore rilievo dei mimo che li rappresentano attraverso dei balli, delle pantomime, i trucchi e le maschere.
Impressionante il personaggio di Iago: il suo credo ribalta tutto quello che la religione cristiana impartisce, canta che il bene è l’istrione cioè l’attore, si finge il bene per arrivare ai propri scopi e nell’animo umano non alberga altro che odio, vendetta gelosia, invidia, ipocrisia. I suoi occhi che tramano, che odiano, che disincantano sono terribili. E fanno cadere tutti nelle sue trame.
Si può dire che questa regia ha rappresentato appieno quello che Shakespeare voleva rappresentare con il suo Otello: la gelosia. Quel sentimento ardente che prende e che fa pensare che si debba essere gli unici ad avere il diritto di possesso sulla persona amata.
Le musiche di Giuseppe Verdi e il libretto di Arrigo Boito hanno rimarcato ancora di più tutto questo. Hanno trasformato tutti i personaggi in burattini nelle mani di Iago: Desdemona vittima inconsapevole del male e Otello che non le dà nemmeno il beneficio del dubbio. La sua fede, la sua speranza e la sua carità soccombono sotto le mani di colui che dovrebbe amarla di più: Otello.
Noi come pubblico del Multisala Badia Grande di Sciacca abbiamo assistito a qualcosa di unico: la regia di Henning Brockaus ci ha dato modo di assistere a quello che voleva in primis Giuseppe Verdi dai suoi cantanti lirici: interpretazione. Ed è stata un’interpretazione superba quella degli attori, come li chiamava Verdi, del cast del teatro San Carlo di Napoli.
Mirella Ciliberto