Lunedì, la caduta delle illusioni sulla riapertura parziale del Ponte di Verdura.

Nel primo giorno lavorativo dalla riapertura del ponte, si sono create, sin da questa mattina, sulla strada statale 115 lunghissime file di automobilisti provenienti da Ribera, Agrigento e Sciacca. Alcuni automobilisti segnalano che, a partire dalla stazione di rifornimento del gas, sulla strada SS 386 che porta da Ribera alla cartiera, fino ad attraversare con l’auto la stretta corsia riaperta sul ponte Verdura, hanno impiegato circa 38 minuti.
Dunque le file interminabili di oggi, con gli automobilisti alquanto indispettiti, sono il segnale che la soluzione provvisoria trovata all’emergenza, quella di riaprire una sola corsia, sia soltanto un palliativo.

Infatti, quando il flusso veicolare su quella strada statale 115 si fa più intenso, il semaforo e la strettoia sul viadotto Verdura contribuiscono di molto a rallentare il normale transito dei veicoli, allungando i tempi di una buona mezz’ora, almeno per chi da Ribera si mette in viaggio in direzione di Sciacca o Trapani

La situazione viene così descritta intorno alle ore 9 da Serafino Mazzotta, del gruppo “No ponte, no voto”:

Come volevasi dimostrare – dice Mazzotta – non è sostenibile l’apertura del ponte in questo modo. Ci sono file interminabili sia per chi proviene da Ribera, sia per chi proviene da Agrigento e credo che la stessa cosa succeda per chi proviene da Sciacca.
Sono in coda da dieci minuti e sono fermo in questo momento dinanzi il distributore del gas. Penso che di questo passo arriverò al semaforo tra venti minuti, quindi per fare 600/700 metri impiegherò circa mezz’ora: ditemi voi se è una cosa plausibile”.

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