Maxi piantagione di “marijuana” di 3000 mq, arrestato 29enne disoccupato palmese

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Nella serata di giovedì, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Licata, nel corso di articolato e predisposto servizio finalizzato al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti e psicotrope, hanno arrestato in flagranza di reato Calogero Allegro, classe 1987, disoccupato di Palma di Montechiaro, già noto alle Forze dell’Ordine, poiché ritenuto responsabile del reato di coltivazione, produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo “marjuana” aggravata.

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In particolare i Militari dell’Arma, al termine di una attività info-investigativa ed in seguito ad attività di perlustrazione aerea effettuata con il supporto operativo e tecnico dell’unità aerea del 9° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Palermo, in questa località “Giacobbe” il fondo agricolo di proprietà 29enne palmese, rinvenendo all’interno di una serra agricola di nove campate una maxi piantagione di marijuana di circa 3.000 mq, con all’interno 3.000 piante di “cannabis indica”, perfettamente fiorite ed in ottimo stato di vegetazione, dell’altezza variabile dai 2 ai 5 metri, pronte per essere raccolte, che avrebbe avuto un valore stimato di 2 milioni di Euro sul mercato illecito delle sostanze stupefacenti, il tutto posto sotto sequestro.
Sul posto intervenivano anche i Carabinieri del Laboratorio Analisi Sostante Stupefacenti del Reparto Operativo Carabinieri di Palermo per le analisi qualitative e quantitative delle piante di “Cannabis Indica”.
L’arrestato, espletate le formalità di rito, veniva associato alla Casa Circondariale di Agrigento, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida.

1 Commento

  1. Da ignorante ho sempre ritenuto che una legge dovesse avere uno scopo ben definito ed una serie di princìpi che ne guidassero la stesura.
    Suppongo che la legge sugli stupefacenti abbia lo scopo di prevenire, limitare o ridurre al minimo i danni causati da sostanze psicotrope alla salute fisica e mentale dell’individuo e i danni alla società conseguenti all’uso di tali sostanze.
    Suppongo che la classificazione della pericolosità o nocività debba essere basata su analisi e dati scientifici i più oggettivi possibili.
    Se così è allora l’attuale legge è incostituzionale.

    Il Testo unico sulla droga è corredato da tabelle che elencano le sostanze vietate. La cannabis è citata al punto 6. “la cannabis indica, i prodotti da essa ottenuti; i tetraidrocannabinoli, i loro analoghi naturali, le sostanze ottenute per sintesi o semisintesi che siano ad essi riconducibili per struttura chimica o per effetto farmaco-tossicologico;”
    E al punto 7 recita “ogni altra pianta i cui principi attivi possono provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali e tutte le sostanze ottenute per estrazione o per sintesi chimica che provocano la stessa tipologia di effetti a carico del sistema nervoso centrale.”
    Perché in questa tabella non figura l’alcol? Da qualunque punto di vista si voglia comparare le due sostanze risulta evidente che l’alcol arreca danni ben più gravi della cannabis. Danni alla salute, danni ed alterazioni mentali, danni sociali, danni economici, danni ai rapporti famigliari, ore di lavoro perse, non importa quale parametro si voglia prendere in considerazione un approccio logico decoroso sarebbe di proibire l’alcol e legalizzare la cannabis. Alcuni dati ad esempio: l’alcol fa solo in Italia 30.000 morti all’anno, la cannabis zero, assumere una quantità eccessiva di alcol può portare alla morte mentre ciò non è possibile per la cannabis, 53 miliardi il danno economico al nostro stato (il 3,5% del PIL) per l’alcol, neanche un milione per cannabis. Non per niente tutti gli studi scientifici seri classificano l’alcol tra le droghe pesanti e la cannabis tra quelle leggere.
    Eppure l’alcol non solo è legale, ma se ne permette la pubblicità (ingannevole, associando il consumo dell’alcol ad immagini di allegria, spensieratezza e socializzazione), vi si fanno convegni e festival, ci si fanno trasmissioni tv e rubriche in rispettate pubblicazioni e si parla di “cultura del bere”, enologia, sommelier ecc.
    Visto razionalmente ed obiettivamente è un assurdo totale, una contraddizione in termini.
    Da un punto di vista della legge questo dimostra che l’inclusione o meno di una sostanza nelle tabelle è arbitraria e rende quindi la legge incostituzionale in quanto lesiva dell’art. 3 della nostra costituzione.

    Perché chi si fa di alcol lo può fare liberamente mentre chi si fa di cannabiolo è un criminale? In base a quale ragionamento o logica?

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