Migranti, mozione Gal: “Paesi Ue accolgano su loro territori chi soccorrono in mare”

“Quando le navi europee soccorrono i migranti in mare dovrebbero accoglierli nei loro Paesi, dal momento che una nave è considerata il territorio galleggiante di uno Stato, e non portarli in Italia come avviene oggi.” E’ quanto chiede una mozione presentata dal gruppo Grandi Autonomie e Libertà, firmata dai senatori Antonio Scavone, Mario Ferrara, Giuseppe Compagnone, Vincenzo D’Anna, Giuseppe Ruvolo, Paola De Pin, Antonio Stefano Caridi, Bartolomeo Pepe, Lucio Barani, Mario Mauro e Tito Di Maggio, dei Conservatori, Riformisti italiani.

“Bisogna ritenere come Paese di primo ingresso del migrante – si legge nella mozione – il territorio dello Stato di cui la nave che presta soccorso batte bandiera, con la conseguenza che la prima identificazione e le successive incombenze di cui al Regolamento di Dublino III deve essere posta a carico del Paese che ha prestato il primo soccorso”.

Con questa mozione, spiegano i senatori, impegniamo il governo a proporre, in seno al prossimo Consiglio europeo del 25-26 giugno, la creazione in Italia di un reale modello organizzativo che intercetti il flusso migratorio e provveda contestualmente a smistarlo nei Paesi di destinazione finale di ciascun migrante, onerando detti Paesi della responsabilità dell’identificazione e di ogni altra incombenza legata al rilascio di visti e documenti”. Da gennaio, concludono, “sono sbarcati in Italia 55 mila migranti, i centri di accoglienza sono al collasso, l’Europa a parole promette, si parla di distribuzione in base a delle quote, ma di fatto non cambia nulla, vediamo Paesi chiudere le frontiere, navi straniere soccorrere migranti e portarli sempre e comunque in Italia. Ma l’Italia non ce la fa più, se quella che si vuole attuare è una politica di accoglienza lo si faccia. Ma l’accoglienza sia da parte di tutti. Lampedusa, Pozzallo e tutte le comunità lungo le coste della Sicilia, della Calabria e della Puglia devono sapere che questo governo non si è dimenticato di loro, lo deve alla loro generosità e all’innata e gratuita solidariet à che rimangono l’unica risposta che ha dato onore all’Italia.”

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