Nino Tortorici dedica il suo “Mucho Caliente” a papa Francesco

10485371_10204317701490973_4798983921716971054_nAnche per l’estate 2014 lo showman riberese Nino Tortorici sforna il suo divertente tormentone. Quest’anno ha deciso di dedicarlo a papa Francesco, essendo rimasto colpito e affascinato dalla personalità e spiritualità fuori dal comune del Santo Padre.
È con affetto e ammirazione che nel video Nino richiama gli aspetti più eclatanti del suo pontificato, primo tra tutti quello di essere vicino al popolo, anzi di essere proprio uno del popolo. Nino Tortorici, nei panni di papa Francesco, balla attorniato da guardie del corpo “Mucho Caliente”, con le musiche di El tremendo (Antonio Vinti) e Fapo (Marco Fapani); saluta i credenti, si fa i selfie con i ragazzi, ringrazia per gli omaggi gastronomici siciliani ricevuti, come cannoli e panelle.

Nino è convinto che il messaggio che lancia il papa Francesco sia mucho caliente cioè in grado di incendiare i nostri cuori e le nostre vite perché ricolmo di carità e dei primordiali valori cristiani. Nino pensa che papa Francesco sia in grado di far avvicinare di più alla religione anche chi, come egli dice di se stesso, finora non ha tanto avuto l’abitudine di andare a messa, tanto da sperare che un giorno riceva una telefonata dallo stesso papa come segno di riconoscimento per la sua ammirazione. Nino Tortorici così si ripropone quest’estate di essere Mucho Caliente, come lo è il messaggio di papa Francesco.

10443365_10203133932581157_6674482063687929024_nCome ti è venuta in mente l’idea di fare questo video?
“L’idea nasce per la passione che ho per quest’uomo, che è straordinario, eccellente ed è stato capace di far “dimenticare” il grande papa Giovanni Paolo II che tutto il mondo amava. Ma papa Francesco è stato l’unico che quando in macchina ho ascoltato la sua proclamazione a papa mi ha fatto scendere una lacrimuccia. Lo stavo ascoltando in radio, quindi non vedevo chi fosse, ma con le sue parole, mai nessun papa mi aveva fatto emozionare così. Mi ha fatto venire la pelle d’oca. Le cose che poi mi hanno convinto definitivamente di fare il video su papa Francesco sono state due. Il suggerimento di un ascoltatore di RTL 105. Poi il fatto che ero a Roma a fine marzo, quando ho ricevuto la telefonata di una persona con l’accento argentino che aveva sbagliato numero. Siccome papa Francesco ha l’abitudine di chiamare tutti, come ha fatto subito dopo la sua proclamazione dove è sceso in una via adiacente al vaticano per telefonare ad alcune persone lì conosciute, per un attimo ho pensato che fosse proprio lui. Così mettendo insieme le due cose, diversamente da chi decide di avere come tema i mondiali per i suoi tormentoni, ho deciso di omaggiare quest’uomo straordinario. Di omaggio si tratta e nient’altro: pensa che se ricevessi un sua chiamata per me sarebbe un’emozione pazzesca. Solo il fatto che lui, in un modo o nell’altro possa vedere il video, e divertirsi di quei 4 minuti di allegria. Infatti il suo messaggio è di prendere la vita un po’ come un gioco, divertirsi, scherzare, e con tutti i problemi che ci sono, la crisi, le liti in famiglia, sorridere e prendere la vita come viene.”
Tu sei credente?
“Assolutamente sì, anche se io sono un po’ atipico come credente, nel senso che passeggiando tra le vie di Roma, mi capita spesso di entrare in chiesa e pregare. La domenica la messa mi manca, ma spero di riuscire ad avvicinarmi di più anche alla messa domenicale.”
Quindi pensi che la figura di papa Francesco possa avvicinare di più le persone alla fede?
“Lo ha già fatto. E secondo me molta gente che non credeva in niente, adesso crede in qualcosa. E questa è una cosa forte che lui ha. Questo grande carisma che non puoi né affittare né comprare: o ce l’hai o non ce l’hai e lui ce l’ha. E come nascere artista, non è che t’improvvisi artista, ci nasci.”
Tu ogni anno sforni un video tormentone all’apertura dell’estate. Da cosa prendi spunto, magari da cose che vedi giornalmente?
“Diciamo che la vita in generale è un tormentone. Dalla mattina alla sera succedono sempre le stesse cose. La routine è un tormentone. Il tormento è quello che ti assilla che ritorna sempre. Poi in Italia basta andare in giro per strada e per i mercati e ne trovi quanta ne vuoi gente da cui prendere spunto. Diventa quasi banale.”
Tu che genere di artista sei?
“Artista è un parolone. Mi sono sempre imbarazzato quando mi chiamano artista. Io sono Nino, l’amico di tutti. Sono una persona normale. Io metto in pratica l’esperienza che ho fatto nei villaggi turistici, punto molto sull’improvvisazione, su quello che deve accadere. Secondo me un artista deve saper rischiare e improvvisare è un modo per farlo. Essere artista è come aprire una vera e propria attività in proprio, se va bene ok, sennò niente. Così nell’essere artista si corrono esattamente gli stessi rischi, ma l’artista molte volte la notte non chiude semplicemente la saracinesca e va a casa. E’ il momento in cui sognare è fondamentale. Sognare di scrivere un bel testo: il silenzio, la concentrazione, i pensieri divengono molto migliori rispetto al momento diurno in cui vi sono troppe distrazioni.”
Qual è la cosa che ti ha divertito di più in questi anni di carriera?
“A me diverte ciò che fa divertire la gente. Poi se lo creo io e fa divertire è ancora meglio: la soddisfazione è doppia. Invece una cosa che mi ha più divertito sono state le scenette di “Ciao Darwin”.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“E’ una domanda da un milione di dollari. Se passi tra una ventina d’anni ti dirò quali sono stati i miei progetti passati.”

Mirella Ciliberto

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