Palermo, nasce in Sicilia il coordinamento regionale del Consiglio Italiano del Movimento Europeo (CIME)

Per iniziativa del Movimento Federalista Europeo (MFE) e della Associazione per il Consiglio dei Comuni e Regioni d’Europa (AICCRE) si è costituito recentemente in Sicilia il Centro regionale di coordinamento del Consiglio Italiano del Movimento Europeo (CIME), Centro al quale hanno aderito 45 organizzazioni tra le quali partiti politici, sindacati, associazioni di operatori economici, di Enti Locali, di cittadini.
Ai lavori, coordinati dal Presidente nazionale del CIME, Pier Virgilio Dastoli, hanno presenziato l’assessore regionale dell’Economia, Gaetano Armao ed alcuni docenti dell’Università di Palermo.
I partecipanti hanno sottoscritto l’Appello lanciato dai Consigli italiano e tedesco del Movimento Europeo, in occasione della visita in Italia della cancelliera Merkel, con il quale si afferma, tra l’altro, la necessità di ratificare il Trattato “Fiscal Compact”, ma anche, di avviare contemporaneamente una procedura tendente all’Unione politica dell’Europa.
Il CIME, infatti, è convinto che la grave crisi europea richieda politiche, programmi e strumenti europei per garantire la crescita e lo sviluppo sostenibile, una società inclusiva, la solidarietà fra le generazioni e la qualità della vita nell’ambito di un’Unione più efficace e più democratica.
In questo quadro il CIME è convinto che le cittadine ed i cittadini europei stanno pagando i costi della non-Europa e che spetta alle istituzioni a livello locale, regionale, nazionale ed europeo prendere decisioni per sopprimere questi costi e assicurare – ciascuno al suo livello – beni comuni e diritti collettivi.
Il CIME ha individuato da tempo i ritardi e le inadempienze nell’applicazione del Trattato di Lisbona ed ha indicato quel che può e deve essere fatto con urgenza nell’ambito del Trattato. Le misure adottate dai governi per garantire la stabilità dei bilanci e la riduzione dei debiti pubblici non bastano se esse non saranno accompagnate da azioni urgenti ed ambiziose che diano un contenuto concreto a quel che lo stesso Trattato di Lisbona indica come caratterizzante per la nostra società: la giustizia, la solidarietà, la tolleranza, la dignità umana, la parità in particolare fra uomo e donna.
Il CIME è tuttavia convinto che il Trattato di Lisbona – concepito, elaborato, adottato e ratificato fra il 2002 ed il 2009 – debba essere aggiornato, completato e rivisto per riprendere il cammino verso l’unità politica dell’Europa secondo l’ispirazione di Altiero Spinelli.
Per raggiungere questi obiettivi, è necessaria una mobilitazione popolare in due direzioni complementari: l’individuazione di un progetto, di un metodo e di un’agenda che consenta alla società civile organizzata di appropriarsi degli strumenti della democrazia partecipativa; delle azioni che si sviluppino nel tempo rivolte ai vari livelli della democrazia rappresentativa: locale, regionale, nazionale ed europeo.

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