Ponte Verdura, interrogazione dei parlamentari agrigentini del PD.

maria iaconoI Parlamentari agrigentini del gruppo parlamentare del PD, Maria Iacono, Angelo Capodicasa, Giuseppe Lauricella, hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, relativa all’incresciosa vicenda del crollo del ponte sul fiume Verdura. Si lamentano nella stessa i ritardi in merito alla realizzazione dei lavori di rifacimento dello stesso.
A seguire il testo dell’interrogazione:

In data 2 febbraio 2013 è crollato il ponte sul fiume Verdura che insiste sulla S.S. 115 e che tale evento ha tagliato in due l’intera provincia di Agrigento ed ha reso estremamente difficile i collegamenti della intera Sicilia occidentale; che ha creato disagi enormi alla circolazione delle persone e delle merci recando pregiudizio all’economia di una vasta zona, in particolare nel settore dell’agricoltura, del pescato e del turismo considerando anche che a pochi chilometri dall’evento calamitoso insiste un complesso alberghiero di notevole rilevanza con uno dei più grandi campi da golf del Mediterraneo;

ritenuto che l’ANAS, ha manifestato incomprensibili e colpevoli ritardi nel fare fronte alla situazione che si è determinata e nel predisporre idonei rimedi anche temporanei, e percorsi alternativi risultano assolutamente inadeguati

Premesso che, al fine di costruire un passaggio temporaneo a senso unico alternato a fianco della campata del ponte crollato è stato necessario alzare degli argini per deviare il flusso delle acque e che l’ANAS a questo fine ha conferito incarico ad una azienda con una spesa di 40 mila euro circa;

che per due volte gli argini stessi sono stati travolti dalle acque configurando così un errore tecnico e lo sperpero del denaro investito;

ritenuto che successivamente su forte sollecitazione dei sindaci e di diversi comitati spontanei e dei cittadini, è ricorsa all’acquisto di grossi blocchi di cemento sempre con l’obiettivo di costruire degli argini;

ritenuto che si è scoperto che un notevole quantitativo di questi blocchi (circa 130) sono risultati contenenti rifiuti speciali e perciò sottoposti a sequestro da parte delle autorità giudiziarie;

tutto ciò premesso si chiede -:

a) di conoscere l’impresa che ha fornito i blocchi;
b) se la stessa impresa ha partecipato o partecipa ad altri lavori e se nel caso non si ritenga di estendere la verifica anche ad altri manufatti;
c) se il Ministro dopo i risultati negativi nella gestione dell’emergenza non ritenga di dover esercitare i propri poteri di controllo sull’operato dell’ANAS per verificare l’appropriatezza delle azioni da essa intraprese.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.