Ricerche epidemiologiche dimostrano un significativo aumento della incidenza dei disturbi della alimentazione soprattutto nei paesi industrializzati. Questi disturbi incidono prevalentemente nel sesso femminile, ma non esclusivamente.
Di recente bulimia ed anoressia cominciano ad osservarsi anche negli uomini.
La causa di questi disturbi spesso si individua nel problematico rapporto tra figli e genitori durante l’infanzia e l’adolescenza. Tali difficoltà sarebbero riconducibili ad un controllo strettissimo da parte dei genitori: nel caso dell’anoressia tale controllo sarebbe esercitato in modo aperto e palese, imponendo regole rigide, prescrizioni e divieti; nel caso della bulimia in termini più indiretti, nell’ambito di un rapporto invischiato e soffocante.
L’autostima, sempre problematica, richiede continue conferme dall’esterno che comunque i genitori non danno mai in termini chiari ed univoci, si sviluppano presto atteggiamenti perfezionistici e di controllo. Da non trascurare sono gli aspetti della cultura contemporanea legati alla proposta di modelli di magrezza e snellezza corporea. Tra questi, particolarmente rilevanti sono la pubblicazione massiccia di libri e periodici contenenti accenni marcati al conteggio ed al controllo delle calorie dei cibi ingeriti, la pressione esercitata dalle industrie dell’abbigliamento che disegnano abiti particolarmente studiati per persone di taglia snella, l’industria cinematografica, ma soprattutto la televisione che sempre più spesso propone l’idea che il successo sociale e la felicità in amore sono connessi ad una figura snella e la incongruente pressione a consumare cibi molto calorici quali snack e merendine come “modulatori” di emozioni positive.
Appare evidente che è necessario contrastare tali messaggi negativi, intervenendo per ridurne la frequenza e l’intensità specialmente nei confronti dei bambini. Una corretta alimentazione rappresenta un obiettivo di prevenzione primaria fondamentale. Si parla troppo poco di prevenzione e i semplici tentativi di carattere informativo non risultano essere una prevenzione efficace; è necessaria una prevenzione che abbia come obiettivo la realizzazione di una buona armonia fra corpo, autostima e alimentazione. Una buona conoscenza dei principi alimentari e del proprio corpo fin dall’infanzia, unita all’incremento dell’autostima e all’assunzione di comportamenti più salutari, come un’attività fisica moderata, sono in grado di ridurre l’insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare e dell’obesità.
Sono numerosi i fattori che facilitano comportamenti alimentari scorretti e promuovono un cattivo stato di salute.
I più importanti ed i più diffusi sono:
· prima colazione assente o carente;
· spuntino mattutino assente o eccessivamente pesante;
· pranzo scarso e frettoloso;
· cena abbondante;
· spuntino dopocena;
· scarso consumo di frutta e verdura;
· abuso di bibite e prodotti confezionati;
· tendenza ad alimentarsi davanti alla TV e per NOIA.
Si potrebbero scrivere infiniti articoli su questi disagi, in special modo sulla loro causa e lo stato mentale che contraddistingue i ragazzi che vivono questi disturbi. Tuttavia mi sono limitata a poche e chiare informazioni che spero possano fornire degli input per ulteriori necessari approfondimenti.
Riferimenti bibliografici:
Scrimali T., ”Specchio delle mie brame”, bellezza come ossessione e disturbi della alimentazione, Istituto Superiore per le Scienze Cognitive Editore, Enna 2008
Dott.ssa Francesca Marrone, Psicologo
Psicoterapeuta cognitivo costruttivista in formazione, psicologo del lavoro.
Per contatti: francesca-marrone@libero.it