Ore 23 e 45 di sabato 14 dicembre 2013, un carro funebre sale lungo la via Imbornone e si ferma poco prima del semaforo all’incrocio con corso Margherita. Nel lato posteriore, al suo interno scorgiamo due grandi fagotti avvolti in lenzuoli bianchi. Scopriamo poi, dalle informazioni raccolte, che all’interno dell’autocarro si trovano i due cadaveri di Vincenzo Maniscalco, 66 anni di Ribera, e di Enza Catanzaro, 55 anni originaria di Sciacca, ritrovati, intorno alle ore 20, all’interno della loro abitazione a Ribera in via Gullo, traversa di corso Ruggero Normanno.
A fare la macabra scoperta i carabinieri della locale tenenza e i vigili del fuoco di Sciacca, intervenuti a seguito della segnalazione fatta dai vicini di casa che non vedevano la coppia da alcuni giorni.
La porta principale dell’abitazione era chiusa dall’interno e non presentava segni di scasso. I vigili del fuoco sono saliti sul balcone del primo piano ed, entrati dalla finestra, hanno rinvenuto il corpo esanime di Vincenzo Maniscalco, agricoltore in pensione, che giaceva composto sul proprio letto. Scesi a pianterreno hanno trovato la donna, compagna dell’uomo da diversi anni, riversa per terra, in prossimità della porta d’ingresso, e con il corpo in avanzato stato di decomposizione. L’abitazione era piena di scatole di cartone, di cassette di plastica e di indumenti vari che coprivano i mobili. Sul balcone del primo piano sono ancora stesi alcuni indumenti, come possiamo vedere dalle foto.
Secondo i primi rilievi, la donna sarebbe morta da almeno due settimane, l’uomo, invece, potrebbe essere morto da pochi giorni, dato lo stato di conservazione del corpo, sul quale non ci sarebbero segni di violenza.
Sono ancora in corso le indagini dei carabinieri per accertare le cause della doppia morte.
Nessuna violenza, nessuna ipotesi di omicidi a scopo di rapina. Si tratterebbe di un dramma della solitudine: secondo le prime ricostruzioni, la donna sarebbe stata stroncata da un improvviso malore, mentre il marito, Vincenzo Maniscalco, non ha potuto soccorrerla, né chiamare aiuto, in quanto malato e impossibilitato a muoversi dal letto.