Sblocca Italia agevola trivellazioni, la Sicilia venduta ai poteri economici forti: la denuncia dei Cinquestelle

“Se un giovane vuole avviare una qualsiasi attività imprenditoriale in Italia, viene soffocato dalla burocrazia, mentre se una multinazionale vuole trivellare il nostro mare ed estrarre petrolio, basta un certificato”. Così i parlamentari del Movimento 5 stelle in Europa Ignazio Corrao, alla Camera dei Deputati Claudia Mannino ed all’Assemblea Regionale Siciliana Giampiero Trizzino commentano l’articolo 38 del decreto legge Sblocca Italia denunciando all’esecutivo di Bruxelles una possibile violazione della normativa europea da parte dell’Italia.

immagine permessi concessi“Con la presente denuncia – scrivono i parlamentari del Movimento 5 Stelle – si intendono portare al vaglio della Commissione Europea una serie di possibili violazioni di diverse direttive europee relative alle modifiche normative previste dal decreto ed in particolare all’art. 38 recante Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali. Con questo articolo viene creato un sistema di semplificazione che ha il preciso scopo di permettere un più rapido rilascio di autorizzazioni alle compagnie petrolifere per le ricerche di idrocarburi (on-shore e off-shore) nel territorio italiano, per potenziare il settore industriale dell’estrazione petrolifera, nonché aumentare il conseguente gettito fiscale in favore dello Stato. Il rischio concreto è che l’Italia stia approvando modifiche normative in aperto contrasto con la normativa europea e, in particolare, con la direttiva 2013/30/UE. Piuttosto che preoccuparsi di recepire correttamente tale direttiva (il termine per farlo è il 19 luglio 2015) l’Italia sta intervenendo in direzione opposta, andando consapevolmente incontro ad una procedura di infrazione ed a numerosi contenziosi”.

“Nel decreto – continuano i portavoce M5S – viene previsto un titolo concessorio unico, cioè un solo permesso per esplorare ed estrarre idrocarburi da ottenere dopo conferenza di servizi e con un procedimento che dovrà concludersi entro il termine perentorio di 180 giorni. Le proroghe a tale titolo unico potranno agevolmente superare i 50 anni e senza alcun vincolo o autorizzazione delle autorità territoriali. Così il potere locale e regionale verrebbe del tutto marginalizzato nel processo decisionale e addirittura escluso nel caso di trivellazioni off-shore.  Un fatto estremamente grave vista la tipologia di impatti che simili attività hanno sulla realtà economica e sociale dei territori costieri”.

Per tali ragioni, i parlamentari Corrao, Mannino e Trizzino, chiedono alla Commissione Europea “di valutare le informazioni fornite per intervenire, anche in via preliminare col suo potere di moral suasion e per garantire l’integrale rispetto della normativa europea”.

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