“L’ignoranza è la madre della cattiva politica. Quello che abbiamo davanti agli occhi non si vorrebbe credere, eppure accade in molti luoghi d’Italia, Sicilia compresa”. – così Vittorio Sgarbi commenta la chiusura del Museo Mandralisca di Cefalù.
Il museo siciliano vanta, o forse sarebbe meglio dire vantava, quadri famosi come il “ritratto d’uomo” di Antonello da Messina; opere archeologiche; la raccolta malacologia legata agli studi e alle ricerche naturalistiche di Enrico Pirajno. Inoltre la pinacoteca risulta essere il prodotto della confluenza delle raccolte private iniziate già nell’800 dall’avvocato cefaludese Vincenzo Cirincione e di Enrico Pirajno amatore più che conoscitore che sono riuscite a far avere al museo di Cefalù circa 140 opere pittoriche.
Angelo Piscitello, presidente della Fondazione aveva già dichiarato che i nove lavoratori del museo sono senza stipendio da giugno e il disavanzo che nei tempi trascorsi hanno cercato di recuperare in vari modi non è più appianabile. Per questo, il museo, nonostante gli appelli fatti sul web e tramite testate giornalistiche che si sono interessate al caso, rischiano di chiudere.
La Fondazione Mandralisca, che custodisce il celeberrimo “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina e al cui fondatore si era ispirato Vincenzo Consolo con il romanzo “Il sorriso dell’ignoto marinaio”, è una di quelle realtà inserite nella famigerata tabella H.
Parole dure quelle del famoso critico letterario, Vittorio Sgarbi che imputa la chiusura dei musei in Sicilia ad un gap che l’isola deve pagare a causa della criminalità organizzata.
“Chiudere un museo è sempre una sconfitta, ma tanto più lo è se dentro vi è una delle opere più celebri e ammirate del Rinascimento italiano: il Ritratto dell’Ignoto Marinaio di Antonello da Messina. Un vero e proprio simbolo, artistico e antropologico, dell’uomo siciliano. Un sorriso più misterioso e intenso di quello della Gioconda. – così ha dichiarato Vittorio Sgarbi a Il Giornale – Si può immaginare che chiuda un museo con un capolavoro come questo? Certo è che la Sicilia patisce il suo destino. Quale autorità penserebbe, a Milano, di decidere o di consentire la chiusura del Museo Poldi Pezzoli? Ma in Sicilia questo può accadere, ed è il più evidente segno delle lacerazioni e delle ferite della mafia. A parole si combatte, intanto si chiude un museo così straordinario nella bellissima e turistica Cefalù”.
Margherita Ingoglia