Tragedia alla riserva Maccalube di Aragona: due bimbi, fratello e sorella, perdono la vita

foto piccoli1Una morte orrenda che la natura matrigna ha riservato ieri pomeriggio a due piccoli, che con il loro papà Rosario Mulone erano andati a fare una gita alle “Maccalube”, i vulcanelli in attività che si trovano nei pressi di Aragona in provincia di Agrigento. Sono infatti deceduti, travolti da un’inaspettata eruzione di fango caldo che li ha letteralmente sotterrati, i suoi due figlioletti: Carmelo Mulone di 9 anni e la sorellina Laura di 7.

Fonte foto: agrigentoweb.it
Fonte foto: agrigentoweb.it

Per i due piccoli non c’è stato nulla fa fare, nonostante gli immediati soccorsi, richiamati dal padre col telefonino mentre era ancora immerso nel fango, perché impossibilitato a muoversi: la sua bimba, estratta dal fango in gravissime condizioni, è deceduta in pochi istanti, mentre il corpo del fratellino disperso è stato trovato poco prima del tramonto del sole, nella più tragica giornata vissuta ad Aragona che ha scosso l’Italia tutta. Illeso il padre, un giovane carabiniere che presta servizio a Joppolo Giancaxio, che aveva accompagnato i figli nella riserva per una passeggiata.

Un incidente assurdo che, secondo gli esperti finora interpellati, nessuno poteva prevedere. Nella riserva, gestita da Legambiente, che si trova a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Aragona, vi sono pozze di fango argilloso in ebollizione con sporadiche eruzioni, a causa del metano presente nel sottosuolo, che comportano espulsione di fango caldo, gas e acqua.
vulcanelli-maccalubeTante sono le famiglie che solitamente si recano in visita nella riserva, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che potesse accadere una cosa simile. I genitori e i parenti tutti sono sotto shock, tutti si chiedono se questa tragedia poteva essere evitata in qualche modo. “Questa volta il fenomeno è accaduto all’improvviso, senza segnali premonitori – spiega Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia e direttore della riserva – perché in genere le zone in cui si formano crepe vengono chiuse al pubblico”.
La Procura di Agrigento ha intanto aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsibilità. A coordinare le indagini è il sostituto procuratore Carlo Cinque.

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