“In un territorio in cui il dominio mafioso continua a influenzare la crescita sociale di un’area che ha sete di giustizia sopprimere una realtà come quella di Sciacca sarebbe un fatto di una gravità inaudita”. Così è stato scritto nella lettera, ancora non definitiva, che l’assemblea ha deciso che invierà al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Nel corso dell’assemblea, che si è riunita giovedì scorso nei locali del Palazzo di Giustizia di Sciacca, sono stati affrontati tutti i temi connessi al progetto di soppressione del Tribunale, alla luce delle ultime novità che arrivano dagli Uffici di Governo. Sono stati sottolineati i costi di gestione, estremamente limitati, ma anche il disagio per un intero territorio che il trasferimento degli uffici comporterebbe. Resta la preoccupazione, ma emergono anche elementi di speranza nelle parole dei rappresentanti degli avvocati, dei dirigenti degli uffici, che insieme al personale hanno partecipato in modo massiccio. Erano presenti l’on. Messina, il deputato regionale Vincenzo Marinello, i rappresentanti di numerose Associazioni locali e del circondario e delle forze politiche, inclusi i candidati a Sindaco di Sciacca, i quali hanno manifestato il loro impegno contro la chiusura del Tribunale. Numerosi rappresentanti sindacali, anche di livello nazionale, come il Segretario Nazionale della FLP/Giustizia, Piero Piazza.
I Rappresentati dei lavoratori del Tribunale e della Procura, dell’Ordine degli Avvocati e tutti gli intervenuti hanno tracciato le linee guida degli iniziative da portare avanti nell’immediato.
Sarà costituito un gruppo di lavoro ristretto composto da un rappresentante dei dipendenti, degli Avvocati, delle Associazioni, della Chiesa, dei Sindacati, della Stampa e della rappresentanza politica che procederà ad esplicitare ed attuare le proposte che sono scaturite dall’Assemblea e che possiamo così sintetizzare:
1. Urgente richiesta di un incontro con il Ministro della Giustizia affinché sia garantita l’applicazione di quei parametri che consentirebbero al Tribunale di Sciacca di restare a salvaguardia della legalità, vista anche la peculiarità del territorio.
2. Organizzare una manifestazione entro la fine del c.m. e che coinvolga la città di Sciacca e tutti i 15 comuni del Circondario.
3. Una petizione supportata da una raccolta di firme indirizzata al Presidente della Repubblica.
4. Dare risonanza a tutte queste forme di protesta tramite l’utilizzo del Web.
Tutto ciò senza escludere altre iniziative che potrebbero venire dal contributo di quanti si vorranno impegnare in questa battaglia di civiltà.
Gli interventi sono stati tutti puntuali e accalorati e questo fa presagire che qualora queste forme di lotta non dovessero sortire l’effetto desiderato si potrebbe passare a forme di lotta più eclatanti.