Politiche sociali, lotta alle disuguaglianze e agli sprechi, miglioramento della qualità della vita: i pensionati della Uil chiedono un forte cambiamento

Antonino Toscano
Il segretario generale della Uil Pensionati siciliana Antonino Toscano

Prima della parentesi natalizia e delle festività di fine anno, il segretario regionale della Uil Pensionati Antonino Toscano traccia un bilancio dell’intensa attività sindacale svolta nel 2014, con particolare riferimento alle campagne di sensibilizzazione sociale e alle richieste, rivolte sia al governo Crocetta che al premier Renzi, per un welfare più efficace e solidale.

L’anno che volge ormai al termine è stato caratterizzato da momenti sindacali molto importanti: la sua riconferma in qualità di segretario generale della Uil Pensionati in Sicilia, la celebrazione del congresso nazionale della categoria e l’elezione del nuovo leader della Uil Carmelo Barbagallo, subentrato a Luigi Angeletti.
Senza dimenticare la continuità, in Sicilia, legata alla figura di Claudio Barone e alle sue indubbie qualità sindacali.
I numeri parlano di una sigla che cresce, confermando la linea riformista che, nel tempo, ha fatto della Uil un sindacato con una fisionomia molto spiccata, per nulla contrario al cambiamento, anzi, con un tratto profondamente progressista. A suo dire, in questo specifico momento storico, cosa è chiamata a fare la Uil tutta per rinsaldare il proprio legame con il territorio?

Continuare a difendere con determinazione sempre maggiore i diritti dei più deboli, perseverare per combattere la povertà ma anche per incrementare il lavoro, in modo da offrire un futuro ai nostri giovani ed al nostro Paese.
Siamo particolarmente impegnati ad implementare i servizi alla persona con un’attenzione particolare alle politiche sociali, consapevoli che se oggi l’Italia è un Paese in recessione, se il 30% delle famiglie è in condizioni di povertà, la responsabilità è certamente della politica che, volutamente e palesemente, non ha lavorato nell’interesse della collettività.
Il 2014 è stato un anno molto impegnativo e non solo per le problematiche con le quali giornalmente ci confrontiamo, ma anche perché sono stati celebrati i congressi di lega, territoriali, regionali e nazionali della Uil e di conseguenza noi tutti abbiamo avuto l’occasione per incontrare migliaia di pensionati, anziani, ma anche adulti e giovani. Ascoltare i responsabili a tutti i livelli, e quanti hanno voluto partecipare alle nostre riunioni e sono stati tanti, prestare attenzione alle loro esigenze, ai loro bisogni, valutare le loro proposte, confrontarci con il loro modo di vedere e sentire il sindacato, è stata un’esperienza molto interessante.

pubblico congresso
Un momento del 7° congresso UILP Sicilia

Naturalmente nei congressi sono stati eletti i nuovi gruppi dirigenti ed anche la massima espressione della Uil nazionale nella persona di Carmelo Barbagallo, sindacalista che è cresciuto tra le fila della nostra sigla, nella quale ha ricoperto gradualmente tutti gli incarichi; si tratta dunque di un leader che è anche un grande conoscitore dell’organizzazione, certamente un soggetto che gode di molta stima da parte dell’intero gruppo dirigente e anche tra gli iscritti alla Confederazione.
Per queste ragioni, siamo convinti che ci rappresenterà benissimo e continuerà insieme a tutti noi a far crescere la Uil.
La linea tracciata dal nuovo segretario generale riconferma quella progressista del nostro sindacato, per nulla spaventato dai cambiamenti che ha sempre interpretato con grande lucidità ed equilibrio, facendo proposte concrete e rendendosi di conseguenza disponibile a realizzarle.
Sono questi i motivi per cui non si capisce come la politica e il presidente Renzi, a fronte delle rilevanti problematiche che sta vivendo il Paese, non cerchino la coesione sociale, che si può ottenere unicamente coinvolgendo i corpi intermedi.

Parliamo di welfare. Lei è in prima linea nella richiesta, rivolta all’amministrazione regionale, di istituire una legge organica per le politiche sociali nonché un fondo per la non autosufficienza.
Ad oggi, purtroppo, i governi che si sono succeduti, al di là del loro colore politico, non hanno risposto a questa sacrosanta istanza, così come l’assistenza domiciliare integrata appare ancora un’utopia per gran parte dei siciliani. Perché tanto cinismo e indifferenza tra le istituzioni?

In Sicilia non sono più rinviabili né una legge organica per le politiche sociali né l’istituzione di un fondo per la non autosufficienza; occorre spendere completamente e bene le risorse della Comunità Europea a cominciare dai fondi del Piano di Azione e Coesione (PAC).
E’ grave il tentativo messo in atto dal governo Renzi, nella legge di stabilità in discussione in Parlamento, di prelevare risorse dal Fondo destinato a ridurre le disuguaglianze nei servizi alla persona esistenti tra Nord e Sud – si parla di 3,5 miliardi di euro complessivi – per provvedere alla riduzione dell’IRPEF per le imprese.
L’indifferenza delle istituzioni, non solo in Sicilia, è purtroppo una costante che ha costretto il sindacato ma anche i malati di SLA, a protestare nelle carrozzine e nei lettini, davanti al Ministero dell’Economia per rivendicare un diritto e per consentire loro di vivere una vita più dignitosa.

Un Paese che, nonostante le petizioni popolari organizzate dal sindacato con la raccolta di centinaia di migliaia di firme, non si è ancora dotato di una legge per la non autosufficienza, un Paese con un indice bassissimo di fruizione di assistenza domiciliare integrata e che non investe nel sociale a fronte di una povertà crescente, certamente non è civile; noi in ogni caso non ci rassegneremo e continueremo con le nostre iniziative fino a quando non sarà approvata la legge.

La sua azione sindacale, sia nell’ambito del primo mandato che nel secondo in qualità di segretario generale dei pensionati, è stata contraddistinta non solo da una forte interlocuzione con i Comuni in merito alla spesa destinata al sociale, ma anche da battaglie culturali legate alla sensibilizzazione della collettività su alcuni specifici temi.
Uno di essi è l’abbattimento delle barriere architettoniche, una necessità che il segretario generale della Uil Pensionati Romano Bellissima ha evidenziato attraverso una campagna nazionale che ha preso in esame, nei territori, le criticità legate all’attraversamento dei luoghi e alla presenza di elementi ostativi negli uffici pubblici.
A che punto siamo? Le istituzioni hanno risposto o no?

L’Italia è stata pensata e progettata per una popolazione con un’ attesa di vita di gran lunga inferiore all’attuale: oggi si vive di certo molto più a lungo, ma di conseguenza sono proporzionalmente aumentate le disabilità.
In un’indagine promossa dalla Uil Pensionati nazionale sulle barriere architettoniche, abbiamo purtroppo dovuto registrare che le stesse sono massicciamente presenti sia negli uffici pubblici che nelle abitazioni private, senza contare la quasi totale assenza di fruibilità dei trasporti da parte dei soggetti affetti a vario titolo da disabilità, ma anche le difficoltà che queste persone riscontrano nel vivere pienamente Comuni e città nella loro quotidianità.

La cosa grave è che la politica a fronte di una tale situazione, che a dir poco è drammatica, si gira puntualmente dall’altra parte, lasciando privi di risorse economiche i capitoli nei bilanci destinati all’eliminazione delle barriere architettoniche.
Le iniziative messe in atto dalla Uil e dalla Uilp Uil nel confronto con le amministrazioni comunali per ricercare le risorse da indirizzare alle politiche sociali devono continuare perché nei bilanci si nascondono sprechi, privilegi e costi impropri; inoltre, è legittimo che i cittadini sappiano come si spendono le somme derivanti dal pagamento di tasse e tributi che sono sempre più onerosi.
Il nostro Paese, con buona pace di chi ci ha governato e ci governa, annovera una pressione fiscale tra le più alte d’Europa a fronte di servizi che, qualitativamente, sono invece di gran lunga inferiori rispetto al resto del vecchio continente nonché inadeguati rispetto ai costi.

A tal proposito, va riconosciuto alla Uil Pensionati, in Sicilia, di avere scelto un linguaggio profondamente innovativo per raccontare e denunciare la condizione dei disabili, ovvero quello cinematografico. Ci parla dell’esperienza accanto al giovane regista Paolo Brancati?

L’11 novembre scorso, presso la sede della Uilp Uil regionale, è stato proiettato un film dal titolo “Barriere architettoniche in famiglia”, del regista Paolo Brancati.
E’ un lavoro eccezionale che fa vivere emotivamente allo spettatore le difficoltà che sperimenta una famiglia per far fronte all’ esigenza di una mamma disabile costretta a letto dopo una vita di lavoro e di sacrifici; particolare sensibilità e attenzione è stata manifestata dal regista nel porre l’accento sulle differenze di comportamento tra i figli nell’accudimento; sullo sfondo, la totale assenza delle istituzioni nella presa in carico della donna.
Alla proiezione del film mi sono commosso perché ho ripercorso scene già vissute in una famiglia a me cara che continua a combattere con le stesse problematiche e con tutto quello che ne è derivato per i componenti della famiglia stessa.
Nel cortometraggio, soltanto una delle figlie si fa carico responsabilmente della situazione, fino a perdere il lavoro; l’unica differenza è che, nella famiglia che io conosco, il comportamento dei due figli è stato e continua ad essere ineccepibile rispetto a quanto vediamo nel film, perché entrambi hanno sacrificato loro stessi e le loro famiglie per far fronte all’ esigenza di offrire una vita dignitosa ai propri genitori colpiti da disabilità.
La domanda che spesso viene spontanea è la seguente: come fa la politica a fronte di drammi di questo tipo a girarsi dall’altra parte?
La Uilp Uil nazionale e per quanto ci riguarda quella siciliana, continueranno ad impegnarsi fino a quando non si darà una risposta vera alla problematica, che certamente necessita di risorse economiche e di strutture idonee finalizzate ad alleviare un dramma che con l’innalzamento progressivo della durata della vita media sta interessando sempre più persone e di conseguenza coinvolgendo sempre più nuclei familiari.

All’orizzonte c’è un’altra campagna che vede la Uilp Uil Sicilia impegnata attraverso un’azione mediatica molto forte…”Mettiamoci in gioco” non è una battaglia proibizionista, ma di certo invita anziani e pensionati a valutare molto bene i rischi del gioco d’azzardo, che per qualcuno è diventato un vero e proprio antidoto alla solitudine e al malessere esistenziale.
Cosa prevedete di fare attraverso la campagna?

Un milione di soggetti nel nostro Paese vive la dipendenza del gioco d’azzardo ed un altro milione di persone è potenzialmente a rischio; fra i minori sarebbero dediti al gioco circa 800 mila tra bambini ed adolescenti di età compresa tra i 10 e i 17 anni.
Ormai il fenomeno è abbondantemente diffuso e le cause sono molteplici.
La perdita del posto di lavoro, il fallimento di un’attività imprenditoriale, il sovraindebitamento, il ricorso all’usura, la sensazione di vuoto ed abbandono sono in parte il prezzo che paga una società evoluta come la nostra, congiuntamente al cinismo delle istituzioni che non solo girano lo sguardo dall’altra parte, ma in qualche maniera spingono in direzione opposta attraverso una pubblicità a dir poco ambigua.

Noi crediamo che la cosiddetta classe dirigente debba guardare al problema e trovare le soluzioni, a cominciare dalla consapevolezza che questa patologia vada inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale tramite un’ apposita legge.
Noi in Sicilia organizzeremo una campagna di informazione a 360° con l’obiettivo di informare la collettività del rischio che si corre quando il gioco inteso come passatempo diventa ben altro.

La mancata erogazione del bonus di 80 euro ai pensionati italiani da parte del governo Renzi è stata al centro della manifestazione tenutasi lo scorso 5 novembre in contemporanea tra Palermo, Roma e Milano, e continua ad essere uno dei pilastri della piattaforma rivendicativa di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. Sono in molti a ritenere che questo momento storico abbia visto il punto più basso dell’interlocuzione tra i sindacati e la politica.
A suo dire, perché tanta ostentata acredine da parte dell’attuale esecutivo verso il sindacato?

Il comportamento della politica in quest’ultimo periodo è veramente grave ed incomprensibile.
Noi del sindacato ed in particolare della Uil, siamo convinti che considerare i corpi intermedi come un ostacolo per risolvere i problemi del Paese sia un errore e non solo perché ogniqualvolta siamo stati chiamati abbiamo contribuito con le nostre idee a trovare le soluzioni per superare le difficoltà assumendoci le nostre responsabilità (i Governi Amato e Ciampi ne sono una testimonianza), ma anche perché pensare di non interloquire con i rappresentanti di lavoratori e pensionati e cercare al contempo la coesione sociale è da irresponsabili.
Inoltre riteniamo che la ricetta economica del Governo sia sbagliata perché non affronta il vero nodo che da sempre ha afflitto il nostro Paese, e cioè quello dello spostamento delle risorse da chi ha di più a chi ne ha sempre di meno.

Serve una vera riforma fiscale che ridistribuisca più equamente la ricchezza, premesso che prima occorre produrla, insieme ad un vero progetto di politica industriale che abbia una visione d’insieme del nostro sistema scegliendo quali sono i settori strategici su cui puntare, quali quelli da dismettere o da offrire al mercato e con quali regole e quali vincoli, per evitare che i gruppi stranieri e le multinazionali facciano shopping e che, per motivi non sempre comprensibili, chiudano e vadano via lasciando lavoratori disoccupati e siti inquinati.
Occorre rivedere il modello attuale di società attraverso una vera lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e ai costi esagerati della politica, nonché una rivisitazione della giustizia per renderla più snella ed efficace, così come urge realizzare investimenti e alimentare la crescita anche attraverso un incremento dei consumi interni: alla luce di queste ineludibili necessità, appare particolarmente grave il comportamento del presidente Renzi nel non aver mantenuto la promessa degli 80 euro ai pensionati e di non avere indicizzato le pensioni, il 41% della quali è sotto i 1000 euro e con una media in Sicilia di 746 euro.

Per questi motivi, il nostro segretario generale Carmelo Barbagallo ha dichiarato lo sciopero generale per il 12 dicembre e nonostante tutto, ha manifestato la sua completa disponibilità a revocarlo, anche un momento prima della scadenza, a condizione che il sindacato e la Uil in particolare siano messi in grado di poter dire la propria attraverso una precisa interlocuzione con l’esecutivo, nella speranza che esso presti la dovuta attenzione alle proposte da noi formulate nell’interesse del Paese.

Ultima domanda.
L’anno appena trascorso ha visto la Uil Pensionati Sicilia particolarmente attiva nell’affermazione della nozione di Pari opportunità, attraverso la creazione di un nuovo organismo che, all’interno del sindacato, si occuperà di monitorare tutte le anomalie presenti nel territorio sotto il profilo della parità di trattamento tra uomini e donne, allargando però l’attenzione alle discriminazioni legate anche all’orientamento sessuale, al dato anagrafico, all’appartenenza etnica, religiosa e anche ad altre specifiche condizioni. Lei ha fortemente voluto la nascita del Coordinamento, definendolo un momento di crescita per il sindacato.
Quali azioni intendete promuovere per il futuro?

In Sicilia nel dicembre 2013 è stato costituito il Coordinamento delle Pari Opportunità.
La Uilp Uil regionale si aspetta molto da questo gruppo di lavoro attualmente costituito da sole donne, ma che certamente non coinvolge soltanto loro perché la problematica investe tutti i settori della vita sociale, affrontando questioni complesse legate all’orientamento sessuale e a quello religioso, senza dimenticare coloro che a causa degli handicap fisici sono maggiormente esposti al rischio di isolamento o al mancato accesso alla partecipazione pubblica.

In ogni caso valorizzare le donne, che nella Uilp Uil sono oltre il 50% degli iscritti, inserirle negli organismi – cosa che stiamo facendo – è un’opportunità oltre che un dovere e, perché no, un investimento che certamente ci aiuterà a crescere ulteriormente ed essere più forti ed autorevoli per affrontare con sempre maggiore forza e determinazione le problematiche che quotidianamente vivono i pensionati, ma anche tanti giovani e adulti che si misurano con difficoltà sempre meno sostenibili.

Noi dobbiamo adempiere al nostro dovere, ma lo facciamo con entusiasmo perché convinti di essere dalla parte della ragione.

7° Congresso Uil Pensionati Sicilia, relazione introduttiva di Antonino Toscano

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