Prosegue con grande successo di pubblico e critica alla galleria Agnellini Arte Moderna di Brescia la personale di Georges Mathieu, aperta al pubblico sino al 14 aprile 2012.
La mostra Georges Mathieu. 1948-1969, a cura di Dominique Stella, comprende un’eccellente selezione di 24 opere, estremamente significative della carriera del maestro francese, alcune delle quali, alla fine di settembre 2011, sono state esposte in anteprima al Centro Culturale Francese di Milano che ha voluto fare un omaggio alla straordinaria e controversa figura artistica di Mathieu membro dal 1976 dell’Académie des Beaux-Arts.
Le opere in mostra illustrano in modo assai esaustivo il percorso artistico di Georges Mathieu fra il 1948 e il 1969, un ventennio che ben rappresenta le tappe fondamentali del suo linguaggio creativo. L’artista dopo aver fondato il movimento dell’Astrazione Lirica nel 1947 volge la sua ricerca verso una gestualità più esplosiva per approdare, negli anni ‘60, ad uno stile più geometrico.
Per Mathieu la pittura è intesa come arte di puro impeto, libera da ogni costrizione formale, che predilige l’improvvisazione e l’immediatezza del segno, rifiutando riferimenti stabili e legami a forme definite.
L’artista ha più volte affermato: “La mia pittura è la pittura dell’energia, della febbre, dell’eccitazione della vita”. A tale proposito la curatrice Dominique Stella commenta: “Nessuno prima di lui era stato trasportato da un simile slancio, da una simile spontaneità, una simile teatralità nella realizzazione di quadri la cui forza nasce dal movimento e anche dalla rapidità di esecuzione”.
Tra i lavori realizzati in tempi estremamente brevi, ma che tuttavia presentano delle dimensioni imponenti, si ammira in mostra Saint Georges terrassant le dragon del 1961 (150×300 cm). L’opera è stata realizzata davanti a un grande pubblico a Byblos (Beirut) in Libano il 7 marzo 1961, in una delle numerose performance che l’artista ha eseguito, durante i suoi viaggi in tutto il mondo, al fine di creare uno stato di shock “positivo” in grado di scuotere le coscienze dei suoi contemporanei. Così infatti commentava sui giornali di quei giorni lo scrittore libanese Salah Stetié: “E’ una pittura che suscita un’appassionante adesione o repulsione. Eccita, indispettisce, stuzzica, per alcuni apre una nuova dimensione dell’universo, spalanca la porta della nostra prigione.”
Nella sua poetica il segno precede il significato e diviene il mezzo di connessione fra l’inconscio e il mondo reale, lo si percepisce in Petit engorgement clandestin n.7 (1956) opera di pregnante simbolismo. Il gesto di Mathieu, apparentemente incontrollato traduce la dimensione di un pensiero profondo e complesso che riflette e indaga sul passato, sul presente, sulla storia dell’arte, sulla pittura e sul proprio vissuto.
L’artista, partecipe della realtà culturale e politica contemporanea, è molto attratto dalla storia e in particolare dal Medioevo, come si vede nell’opera Potencé, Contre-Potencé (1965) che caratterizza il periodo araldico dell’artista, in cui studia e approfondisce la conoscenza di armi e stemmi che traduce e reinventa con personali segni metaforici in cui domina il simbolo della Croce Potenziata (una croce con tutti i bracci uguali), tradizionalmente riprodotta sugli scudi dei crociati.
Alle Crociate e ai Templari l’artista francese dedica diverse esposizioni “storiche” tra il 1947 e il 1951, chiamando artisti internazionali a partecipare a ‘battaglie’ estetiche contro tutte le astrazioni geometriche in nome dell’Astrazione Lirica.
Nel 840° anniversario della fondazione dell’Ordine dei Templari da parte di Ugo de’ Pagani (Hugues de Payens) e di Goffredo di Buttiglione (primo re di Gerusalemme, che Mathieu annoverava tra i propri antenati), Georges Mathieu dipinge sei grandi tele commemorative – tra cui La retraite de Hugues de Payens esposto in mostra – in una sorta di minimalismo in cui l’ampia stesura del colore contrasta con il dinamismo delle linee.
Anche la tela Le Bassin de l’Ile d’Amour ou Adelbert Comte de Namur (1962) segue la stessa tecnica ed rievoca l’ossessione di Mathieu per la storia dell’Alto Medioevo. L’importante lavoro è rappresentativo di un momento di transizione del percorso artistico di Mathieu fra minimalismo e linguaggio esplosivo; la composizione riassume in sé armonia e allo stesso tempo forza irruente e spontanea che esplode nello sprazzo giallo e nero. Quest’opera fu esposta al Museo di Arte Moderna di Parigi nel 1963 nell’importante retrospettiva dedicata a Mathieu che comprendeva ben 120 dipinti e gouache.
Una curiosità dell’evento espositivo alla galleria Agnellini è certamente l’armadio-frigorifero marca “Frigidaire” decorato nel 1958 da Mathieu ad olio su porta e fianchi con una piccola serie calligrafica di segni neri e rosa che donano ad un oggetto quotidiano inaspettata grazia ed eleganza, forse ancora influenzato dal suo soggiorno in Giappone dell’anno precedente.
La mostra è realizzata con la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Brescia e del Centre Cultural Français de Milan ed è accompagnata da un catalogo con testi in italiano e francese del gallerista Roberto Agnellini, Dominique Stella, Gérard Xuriguera, Francesca Zappia, Giampietro Guiotto e la biografia curata da Daniel Abadie.
Coordinate
Titolo mostra: Georges Mathieu. 1948-1969
A cura di: Dominique Stella
Sede mostra: Brescia, Galleria Agnellini Arte Moderna, Via Soldini 6/A
Date: 18 ottobre 2011 – 14 aprile 2012
Orari: da martedì a sabato 10.00/12.30 e 15.30/19.30. Chiuso domenica e lunedì.