Perché in Sicilia si deve gestire tutto in emergenza? Non si possono programmare prima i servizi? Domande semplici che non trovano risposta.
La misura è colma, una classe politica inadeguata, a qualsiasi livello, ci ha condannati ad una gestione emergenziale e non programmata di quasi tutti i servizi. Ora è il momento della raccolta rifiuti. Dal governatore Crocetta arriva il diktat che impone ai Comuni una quota massima di raccolta di rifiuti indifferenziati. “Non ci sarà alcuna emergenza rifiuti, – rassicurava martedì scorso lo stesso Rosario Crocetta – così come non ci sarà alcuna situazione napoletana o romana, vista l’attualità di questi giorni in Sicilia”. Secondo Crocetta “in Sicilia i problemi veri sono l’assenza di strutture di biostabilizzazione nella discarica di Siculiana e i livelli inconcepibili e assurdi di differenziata. L’emergenza in questi anni non né scoppiata, – spiega il presidente – poiché la legge gli “consentiva, attraverso il 191, di agire in deroga ad alcuni procedimenti di conferimento. Tale possibilità legislativa – apprendiamo – è preclusa dal 31 maggio 2016 e da quella data, non si possono attivare procedure in deroga alle norme ambientali”.
Sia Sciacca, sia Ribera si trovano al momento impreparati, le rispettive amministrazioni corrono ai ripari, indicono conferenze stampa.
L’obiettivo è di sensibilizzare i cittadini a cambiare abitudini e modalità di conferimento dei rifiuti, puntando ad aumentare la raccolta di rifiuti differenziati in modo da ridurre al minino la quota di indifferenziata. A Ribera è già stata avviata una campagna informativa in tal senso. Sui social network si diffonde il passaparola e la stampa fa la sua parte, per quel che può.
È di oggi l’annuncio dell’assessore del comune di Ribera Antonino Firetto che chiede la collaborazione dei cittadini: “L’amministrazione comunale ha bisogno del vostro aiuto immediato” perché – spiega Firetto – “non fanno più entrare i rifiuti indifferenziati in discarica”.
L’assessore così prosegue: “tutto ciò che noi conferiamo il martedì e venerdì nella città di ribera e il sabato nelle località balneari non può entrare in discarica. Vale a dire che probabilmente già da martedì non si potrà raccogliere la spazzatura perché abbiamo tutti i compattatori pieni. Rischiamo di finire nel baratro come molte altre città siciliane. La cosa più grave è che in quelle giornate i sacchetti sono pieni di materiale che potrebbe essere riciclato se solo fosse conferito regolarmente seguendo l’eco calendario nelle altre giornate. Le famiglie ci devono dare una mano immediatamente differenziando i rifiuti. Nelle borgate estive è già attivo un sistema di raccolta molto semplice per tutte le famiglie, dal primo agosto sarà esteso in tutto il territorio comunale.”
“Si rischia – prosegue l’assessore con delega alla raccolta rifiuti – un serio problema igienico sanitario senza precedenti. Sarebbe opportuno che martedì nessuno esponga rifiuti. Nessun abbandoni rifiuti nelle periferie. Aiutateci o rischiamo di vivere in mezzo ai topi e scarafaggi. Utilizzate qualsiasi canale di comunicazione per fare comprendere la gravità della situazione. L’amministrazione ringrazia per la sicura e doverosa collaborazione” – conclude Firetto.
Non si può mettere in discussione la buona fede dei nostri amministratori locali, costretti ad azioni di capogiro per rimediare a situazioni che trascendono in questo caso le loro possibilità, come la decisione della Regione di chiudere una discarica e di imporre drasticamente, con un colpo di mano e senza pensare alla conseguenze nell’immediato, la riduzione della quota di rifiuti indifferenziati da conferire in discarica.
Il comune di Ribera dal 15 luglio scorso è autorizzato – spiega in una lettera il Sindaco Pace – ad un conferimento medio giornaliero di 13,2 tonnellate di rifiuti a fronte di una media giornaliera di produzione di rifiuti nel nostro Comunedi 22 tonnellate. L’isola ecologica di Ribera è stracolma, apprendiamo, e non può contenere altri rifiuti.
Cambiare abitudini nell’immediato è ciò che si chiede ai cittadini, anche a quelli che già pagano puntualmente il servizio TARI e che differenziano da tempo. Chi non differenzia e produce grandi quantità di rifiuti indifferenziati? Sono i grandi esercizi commerciali di Ribera per stessa ammissione dell’amministrazione comunale, come abbiamo avuto modo di ascoltare nella conferenza stampa di ieri sabato 16 luglio. Un giornalista attento chiedeva ieri come mai non si fanno i controlli sulle attività pubbliche, facilmente controllabili?
Il Sindaco ha risposto che nei giorni precedenti era stato lui stesso, in compagnia del comandante del corpo di polizia municipale Antonino Novara, ad elevare sanzioni ad alcuni villeggianti di Seccagrande. Non ha comunque specificato se l’obiettivo della sua azione repressiva fossero singoli cittadini o esercizi commerciali.
Il Sindaco ci mette la faccia in questi giorni, e negli anni e mesi precedenti cosa ha fatto la sua amministrazione per sensibilizzare i cittadini? L’azione delle costose telecamere acquistate dal Comune ha avuto la sua azione dissuasiva rispetto ad alcuni cittadini che creavano discariche abusive, mentre sulle sanzioni ai cittadini che non differenziano adeguatamente, producendo solo immondizia indifferenziata, poco o nulla si è fatto.
Adesso si corre ai ripari, mentre ad esempio l’anno scorso, nell’estate del 2015, l’azione amministrativa sulle borgate estive di Seccagrande e Borgo Bonsignore è consistita nell’attivare, con la formula della somma urgenza, il servizio di raccolta dei rifiuti indifferenziati, affidato ad una ditta esterna, ripristinando proprio quei cassonetti che andrebbero aboliti. Cassonetti per la raccolta indifferenziati presenti anche quest’anno a Seccagrande, ad inizio della stagione estiva, e che verranno prontamente rimossi, ora che vige il quasi divieto di raccolta indifferenziata.
Certamente contraddittoria l’azione finora eseguita da parte dell’amministrazione comunale di Ribera. A sua parziale discolpa la messa in liquidazione della società che si occupa della raccolta rifiuti e la difficile transizione al nuovo sistema di raccolta, che stenta a decollare, per responsabilità politiche non certamente imputabili ai singoli comuni, costretti talvolta ad agire al buio in assenza di chiare indicazioni.
Insomma il caos regna e non è la prima volta che a patire i maggiori disagi sono i cittadini, anche quelli più diligenti e che pagano profumatamente un servizio funzionante a singhiozzo.
Ultima considerazione, all’aumento progressivo del costo del servizio di raccolta dei rifiuti non è corrisposto un miglioramento del servizio erogato. Difficile individuare da che parte stanno le responsabilità, certamente la politica è incaricata di trovare le soluzioni ai problemi, non di crearli appositamente come sembra accadere. La sensazione è che sia la stessa classe politica a cercare soluzioni per problemi che lei stessa ha contribuito a creare per mancanza di programmazione a lungo termine, lentezza burocratica e assenza di controlli.
Staremo a vedere cosa nascerà da questa emergenza continua.