L’amore per la propria terra, la Sicilia. Questo Ezio Noto canta nelle proprie canzoni. Ne decanta le bellezze, i paesaggi mozzafiato. La cultura innegabile e l’antichità delle sue terre e città. La nostalgia di chi va via e pensa di potervi ritornare un giorno.
Ma Ezio Noto non dimentica il degrado di certe vie profanate dalla sporcizia. Non dimentica la ristrettezza mentale che esiste ancora tra la sua gente che è quella che fa pensare che: se si è sempre fatto così perché cambiare? Quella della mafia, una triste realtà che ancora continua ad esistere seppur celata da perbenismo. Tutto questo canta Ezio toccando a volte le corde più profonde del nostro essere, talmente le sue canzoni sono ricche di veridicità, seppur nella loro straordinaria semplicità che va dritto al cuore.
Perché è la semplicità di tutti noi, della nostra gente, dei nostri terreni e delle erbe selvatiche aromatiche proprie della macchia mediterranea. La “Sicilia Terra nivura arsa di suli” cioè terra nera bruciata dal sole come Ezio canta.
Questo racconta ai nostri microfoni Ezio Noto, che abbiamo incontrato all’evento “Primavera” organizzato da Carmelo Russo, in cui il cantautore si è anche esibito.
Da cosa prendi spunto e ispirazione e spunto per scrivere e cantare le tue canzoni?
“In principio l’idea è stata quella di riprendere lo stile blues e quindi la sofferenza, che è simile alla sofferenza che esiste in qualsiasi parte del mondo. Anche la Sicilia ha il suo blues: Rosa Balistreri era una cantante blues. Posso citare la sua canzone “Sant’Agata” che parlava dei lavoratori della terra in un periodo storico molto particolare. Posso dire che la prima ispirazione è quella di raccontare una terra martoriata come la Sicilia. A me interessa mettere in luce come faccio nel mio brano “Canottieri e panzi” sia le parti belle che le parti cattive. La Sicilia è bellezza straordinaria, spiagge meravigliose, monumenti, storia, cultura e archeologia, però è anche mafia, è anche gente distratta. Proprio “Canottieri e panzi” l’ho scritta dopo aver visto un film di Totò, con regia di Ciprì e Maresco, che metteva in luce proprio il suo degrado più assoluto, il rovescio della medaglia di una terra solare e meravigliosa.”
So che a Caltabellotta organizzi un festival, me ne vuoi parlare?
“Si chiama Dedalo Festival, è giunto alla settima edizione e mette insieme la cultura e la bellezza paesaggistica. Caltabellotta è un piccolo centro che ha difficoltà nel farsi conoscere e i suoi piccoli musicisti hanno difficoltà ad affermarsi a livello nazionale, musicalmente parlando. L’unione di questi intenti ha dato vita all’idea di aiutarsi a vicenda, cioè Caltabellotta fornisce i posti letto e vitto e alloggio ai musicisti che provengono da tutta Italia, e i musicisti offrono le loro musiche e le loro esibizioni. Questo lo facciamo anche con i pittori, con gli scultori e da quest’anno inizieremo a farlo anche con il teatro. Dedalo è un festival itinerante di musica, cultura, cinema che prima era stanziale, si faceva esclusivamente a Caltabellotta, invece da qualche anno è diventato itinerante arrivando fino a Bologna e a Milano.”
Cosa significa per te Sicilia?
“Sicilia è una terra che fino a quando esisteremo dobbiamo assolutamente cullare, rigenerare, proteggere. Ha un grande passato di artisti, poeti, scrittori e quindi penso che merita molto di più di quello che possiede e ha da offrire attualmente. Cultura significa innanzi tutto migliorare se stessi, quindi conoscere, sapere quel che ci sta attorno, dopodiché bisogna cercare di migliorare quello che ci sta attorno.”
Cosa pensi dell’evento Primavera appena concluso?
“Penso che sia molto bello e positivo, certo nelle prossime edizioni ci dovrebbe essere qualche messa a punto in più. Bisognerebbe che queste iniziative fossero valorizzate molto di più. Bisogna avere un’idea comune e la volontà di espanderla, sul filone del Dedalo festival, che dà la possibilità di far conoscere i propri prodotti al pubblico.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Faremo diverse date in giro per la Sicilia e a giugno registreremo un disco nuovo a teatro con Francesco Giunta. Il primo maggio saremo a Licata, il 12 maggio alla Facoltà di lettere e filosofia di Palermo dove nell’aula magna terremo una lezione concerto, eseguendo musica dal vivo.”
Mirella Ciliberto